Gian Paolo Serino, il Giornale 31/10/2010, pagina 20, 31 ottobre 2010
Tags : Anno 1901. Raggruppati per paesi. Regno Unito
La vera poesia è conoscere le persone (+lettere) - «Non esiste un modo per esprimere la bellezza dei suoi versi
La vera poesia è conoscere le persone (+lettere) - «Non esiste un modo per esprimere la bellezza dei suoi versi. L’unica possibilità che abbiamo è di essergli grati». Così Robert Louis Stevenson a proposito di William Butler Yeats, il poeta e drammaturgo irlandese Premio Nobel per la Letteratura nel 1923. Di Yeats (Dublino, 1865-Roquebrune-Cap-Martin, 1939), tra qualche giorno la casa editrice Mattioli 1885 manderà in libreria Il più felice dei poeti , raccolta di saggi, brani autobiografici e lettere: documenti inediti in Italia che raccontano la formazione di un artista considerato il Dante irlandese ed erede anglosassone di Shakespeare. Nel libro, curato da Nicola Manuppelli, scopriamo soprattutto i rapporti di Yeats con gli intellettuali a lui contemporanei: dal rapporto tormentato con Joyce alle critiche a George Bernard Shaw, dai carteggi con Mallarmé ai molti saggi su poeti purtroppo dimenticati. Primo volume di una serie yeatsiana (a fine novembre uscirà Sono diventato un autore ) è una galleria di ritratti che vede emergere Mallarmé, Stevenson, Shaw, Wilde, Synge, Joyce. Ecco Yeats che raccoglie firme per aiutare Wilde; che scrive a George Moore una lettera stizzita riguardo a un dramma da scrivere insieme; che ammira ma non condivide del tutto il socialismo di William Morris e di George Bernard Shaw. Ci sono anche figure meno note e che andrebbero riscoperte perché importantissime, come Oliver Gogarty o John O’Leary.Artisti di cui Yeats, come scrive Manuppelli nell’introduzione, «ammirò soprattutto la solitudine perché espressione di verità e singolarità, stesso motivo per cui invece non amò le istituzioni». La modernità di Yeats sta nell’aver compreso che la vera cultura non nasce dalle idee, ma dalle persone. «La cultura - sottolinea nel bellissimo saggio John Synge e l’Irlanda del suo tempo - non deve nascere dalla conoscenza, ma dall’esperienza ». Ritratto per ritratto, dunque, assistiamo alla crescita di un artista che acquisisce sempre più consapevolezza e che sfocia nell’idea che «i veri movimenti culturali nascono dal loro incontrarsi tutti in un luogo per un attimo, come i cigni sulla riva di un lago, e poi volare via». In questi inediti Yeats emerge come una figura a volte vigorosa (quando attacca giornalisti e accademici rivendicando l’autonomia della letteratura), a volte umanissima (le gelosie verso la compagna e collega Katharine Tynan), a volte incantata (l’interesse per la magia, l’attrazione per la natura, l’occultismo e le sedute spiritiche). Perché William Butler Yeats non è stato solo il più grande poeta di lingua inglese, ma anche il nume tutelare, drammaturgo, intellettuale, politico, mistico, studioso di folklore e di spiritualismo e soprattutto il padre putativo della cultura della terra non solo d’Irlanda. **** Pubblichiamo in questa pagina alcune lettere del poeta, drammaturgo, scrittore e mistico irlandese W.B. Yeats contenute nel volume Il più felice dei poeti e altri scritti (Mattioli 1885, pagg. 180, euro 11,90, a cura di Nicola Manuppelli), raccolta di inediti che sarà nelle librerie dalla prossima settimana. A James Joyce, 15 novembre 1902 Non posso dirti più di questo, ricorda ciò che il dottor Johnson ha detto a proposito di qualcuno: «Lasciaci aspettare finché non scopriamo se costui è una font a n a oppure una cisterna». In realtà le cose che hai scritto sono notevoli per un uomo della tua età, che ha vissuto lontano dai centri in cui c’era vita intellettuale. La tecnica nei tuoi versi è di gran lunga migliore di quella di qualsiasi altro uomo abbia conosciuto a Dublino in questi anni. Potrebbe essere il lavoro di un ragazzo cresciuto nell’ambiente letterario di Oxford. Tuttavia uomini che sono partiti con le tue stesse buone premesse hanno fallito, e altri, partiti con premesse inferiori, hanno avuto successo. Le qualità che fanno sì che un uomo abbia successo non si mostrano nella sua opera se non dopo un po’ di tempo. E si tratta di qualità molto meno legate al talento che al carattere: fiducia (di questa probabilmente ne hai abbastanza), pazienza, adattabilità (senza la quale non s’impara niente) e il dono di crescere attraverso le esperienze. E quest’ultima, forse, è la qualità più rara di tutte. [...] L’aiuto principale che ti potrò dare, anche se magari le mie parole adesso ti suoneranno poco convincenti, sarà proprio presentarti ad altri scrittori che stanno cominciando come te; spesso si impara il mestiere dai propri compagni, specialmente da quelli che sono abbastanza vicini per età da capire le difficoltà dell’altro. Sinceramente tuo W. B. Yeats A Robert Luis Stevenson, 24 ottobre 1894 Gentile signor S. Faccio fatica a trovare le parole per dirle il grande piacere che mi ha procurato il vostro elogio della mia Isola sul lago di Innisfree . Dopo tutto è l’approvazione o la disapprovazione degli altri artigiani, soprattutto di quelli che sono riusciti a raggiungere quella perfezione di espressione che tanto si va cercando a tentoni, che spinge gli altri a proseguire nel proprio lavoro- anche quando è meglio sognare solo sogni silenziosi. Mio nonno, un vecchio marinaio in pensione, innamorato del proprio mestiere - e l’esatto opposto della figura del letterato-ha letto L’isola del tesoro sul proprio letto di morte, rimanendone enormemente soddisfatto. È pressoché l’unico libro che io sappia lui abbia letto. Mi sbalordisco per questo tipo di voce, quella che è in grado di deliziare studiosi e spiriti da clausura e può, tuttavia, fare ammutolire di ammirazione gente come mio nonno. Allo stesso modo mi meraviglia sapere che la voce di uno scrittore sia riuscita a calmare il mare agitato della vecchiaia. Chiederò al mio editore di mandarle una copia del mio prossimo libro, Ombre sulle acque . Non lo consideri un dono che esige un ringraziamento, ma un segno della mia gratitudine per le sue parole gentili. Sinceramente suo W. B. Yeats A Stéphane Mallarmé, 24 febbraio 1894 Gentile signore Paul Verlaine, sapendo del mio grande desiderio di incontrarvi, mi ha detto di usare pure il suo nome per presentarmi a voi. Sto lasciando Parigi per tornare a Londra, lunedì o martedì, e proverò a chiamarvi domenica pomeriggio verso le quattro, quattro e mezza, nella speranza di trovarvi. Mi permetta di ricordarle che il signor Henley è un mio amico e che io (così come voi) sono collaboratore del National Observer. Sinceramente vostro W. B. Yeats Non disturbatevi a rispondermi, riusciremo in qualche modo a incontrarci A George Bernard Shaw, ottobre 1901 Mio caro Shaw, ti scrivo per esortarti a venire a vedere il nostro«Teatro»quest’anno. Scoprirai che tutto ciò che di vivo c’è a Dublino [...] è qui riunito... ci metteremo a parlare, se ne avrai voglia. Vieni, dunque, e aiutaci a creare ancora più baccano. Sia Lady Gregory - che mi ospita - che io siamo molto dispiaciuti del fatto di non aver provato ed essere riusciti ad avere la tua The devils diciple per il nostro teatro. Era la pièce giusta per questo paese - come anche tu mi hai detto - ma non l’avevo capito. Alcuni giovani estremisti nazionalisti hanno cominciato a leggere le tue cose con grande soddisfazione. The United Irishman ha fatto una lunga citazione del tuo Napoleon riguardo a un personaggio inglese qualche settimana fa. Sono sicuro che sarebbero pronti a darti il benvenuto con grande entusiasmo. Sempre tuo W. B. Yeats