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 2010  novembre 01 Lunedì calendario

CORSIVI

In questi giorni ho visto e vedo due foto che non riesco in nessun modo a comprendere. La prima riguarda i fatti di cronaca di Avetrana, e ritrae Sarah e sua cugina abbracciate, i visi appoggiati l’uno all’altro, in primissimo piano. È stata proposta ripetutamente sulle prime pagine di tutti i giornali, anche in dimensioni gigantesche. Perché quella foto, in cui la vittima e colei che è ritenuta il probabile carnefice, sono in un momento di perfetta e allegra intimità? La quantità di racconto emotivo che quella immagine mira a far partire nella mente di chi guarda, è impressionante.
L’altra foto oscena è quella di Ruby, la protagonista di un altro fatto orribile (in altri modi e misure) di questi giorni. La foto di una ragazza il cui volto è sfocato perché è minorenne. Ma se non bisogna vederla, perché continuare a mostrare foto con il volto sfocato? Forse per preparare la marcia di avvicinamento al suo diciottesimo compleanno in cui il volto misterioso potrà essere svelato? Il risultato ha una sua (spero involontaria)
morbosità. Perché le uniche parti non sfocate sono i frammenti di corpo di Ruby. E quindi sono le uniche parti della fotografia dove può cadere lo sguardo. E anche questi frammenti di corpo, in posa da servizio fotografico, mirano a raccontare il più possibile, facendo vedere pochissimo. L’orribilità e l’oscenità degli accadimenti sono evidenti. Ma anche queste due foto sono oscene, soprattutto perché corredano lunghi articoli o editoriali che denunciano l’oscenità.