MASSIMO LORELLO, la Repubblica 1/11/2010, 1 novembre 2010
IL PADRE: "GUADAGNO 20 EURO AL GIORNO MI VERGOGNO PER QUEI REGALI A MIA FIGLIA" - LETOJANNI
(messina) - «Davanti a una storia del genere, un genitore può solo provare vergogna e dolore». M´Hamed El Mahroug era ricoverato per accertamenti in una clinica di Messina quando ha appreso dei rapporti di sua figlia Karima con Berlusconi. Quando gliel´hanno spiegato meglio, mentre tornava nella sua casa tugurio a Letojanni, quasi non credeva alle sue orecchie.
Signor M´Hamed, ma davvero non sapeva che sua figlia conosce bene il capo del governo italiano?
«No, assolutamente. Cosa potevo saperne? Lei è scappata da casa tanto tempo fa e con me non parlava mai».
Cosa pensa di questa amicizia tra sua figlia e Berlusconi? I genitori di Noemi Letizia, un´altra ragazza amica del premier, vanno fieri di quel rapporto?
«Io no. Come potrei essere contento? Mia figlia faccia quello che vuole, io non voglio più sapere niente di lei né delle sue amicizie».
Signor M´Hamed, lei ha mai picchiato Karima? Sua figlia dice che è successo.
«Mia figlia è solo una bugiarda. Non sono mai stato violento con lei, non le ho mai alzato le mai».
Eppure, ascoltando qualche voce in paese sembra che le cose non siano andate esattamente così.
«Karima più di una volta ha raccontato ai carabinieri che io la picchiavo. Le guardie allora facevano le indagini, mi controllavano ma come vede sono un libero cittadino. Non trovavano mai niente su di me, perché non c´è mai stato niente».
Karima l´accusa di averla contrastata quando la ragazza ha deciso di diventare cattolica.
«Anche questa è una bugia. Mia figlia non ha mai amato la religione, nessuna religione. Karima non sa nemmeno cosa significhi la parola pregare. Lei non pregava: fregava. Per questo si è messa nei guai».
L´ultimo incontro con sua figlia a quando risale?
«È stato a marzo, non ricordo il giorno. Karima ha deciso di tornare a casa perché voleva rivedere la sua famiglia, almeno così ha detto. Ma la sera è uscita senza comunicare né a me né a sua madre dove sarebbe andata. Poco dopo mi ha chiamato la polizia stradale. Mia figlia era con due ragazzi a cui hanno sequestrato la macchina. Un poliziotto mi ha chiesto se volevo riprendermi Karima. Gli ho risposto: conosce un padre che non si riprenderebbe la figlia? Ma il giorno dopo è scappata di nuovo e da allora non so più niente di lei. Ho pure chiesto se potevano mandarla in Marocco».
Ma Karima ha un permesso di soggiorno?
«Fino a quando aveva 14 anni il suo permesso era legato a quello di mia moglie. Poi ne ha chiesto uno personale. Ma dopo avere presentato la domanda è scappata. Tutti i suoi documenti, compresa la richiesta del permesso di soggiorno, sono stati consegnati alla casa famiglia che l´ha ospitata».
Ricorda se a fine maggio la polizia è venuta a casa sua durante la notte?
«Sì, sono venuti i poliziotti a cercare i documenti di Karima ma noi non li avevamo».
Le hanno spiegato perché cercavano i documenti di sua figlia?
«Non me lo ricordo».
Ma Karima, prima di scappare, come si comportava?
«Era ribelle, non ubbidiva mai».
Sua moglie è dello stesso parere?
«Mia moglie è addolorata per tutto quello che è successo. Sta seguendo questa brutta storia dal Marocco: è andata lì con gli altri tre figli nostri per visitare i parenti. Mi ha telefonato e mi ha chiesto se volevo cercare Karima. Le ho risposto che nostra figlia desidera essere libera. E allora, lasciamole fare quello che vuole».
Lei è un venditore ambulante di biancheria intima, quanto guadagna in un giorno?
«Quando va bene 20 euro».
Ma ci ha mai pensato a quanti soldi e a quanti oggetti costosi ha avuto in dono sua figlia?
«Nella vita i comportamenti vengono prima dei soldi. Devo sei mensilità al padrone di casa, quando piove non posso esporre la mia merce per strada, dunque non lavoro. Ma per me va bene così».