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 2010  novembre 01 Lunedì calendario

MAI PIÙ PARENTI IN UFFICIO SEPARATI MARITO E MOGLIE

Basta con i colleghi-parenti. Una norma, approvata nel comune di Pistoia, stabilisce che non ci potranno più essere relazioni familiari tra capi e sottoposti, bisognerà evitare che cugini, zii e cognati abbiano rapporti di lavoro negli stessi uffici e che marito e moglie possano influire l´uno sulla carriera dell´altra.
L´hanno già chiamata la regola anti-nepotismo, combatte quella rete capillare e insidiosa, quel muro invisibile presente in tutti i posti di lavoro fatto di "colleghi in ufficio e a casa parenti". Legami esibiti o occultati ma che suscitano sempre invidie e insofferenze, bloccano o favoriscono carriere.
La rivoluzione amministrativa fa discutere il comune toscano dove hanno deciso di disciplinare la presenza nello stesso servizio di persone legate da un vincolo di parentela. «Da quanto mi risulta è la prima volta in Italia che si verifica nell´amministrazione pubblica, e credo che non ci sia niente di simile in Europa», spiega soddisfatto Andrea Betti, consigliere comunale dell´Italia dei Valori, che ha presentato la mozione approvata. «Ci sono ovunque queste situazioni di rapporti "misti" in ufficio, da noi c´è una dirigente che ha la sorella come funzionario nel suo servizio: un conflitto d´interesse evidente. La norma che è stata approvata stabilisce che quando c´è una posizione gerarchica non possono coesistere né coniugi né parenti entro il terzo grado». E poco importa se spuntano ciclicamente indagini che dimostrano che l´amore tra le scrivanie favorisce la produttività, in questo caso non ci sarà comprensione neanche per le coppie conviventi.
Nel testo si legge infatti "che in un Ente Pubblico è doveroso non mischiare famiglia e lavoro. Che nell´ottica di una produttività dei servizi è necessario valorizzare le capacità in una cornice di trasparenza che valichi ogni parzialità familiare". Il comune di Pistoia è governato dal centro sinistra ma la norma è stata accolta favorevolmente in modo trasversale da tutti i partiti, anzi, "accettata come una liberazione". Anche perché, dicono, non si dovrà più essere testimoni involontari di litigi di coppia, o fingere di non sentire noiosi battibecchi e resoconti familiari. Andrea Betti ha promosso questa crociata per smantellare i gruppi parentali proprio partendo dalla propria quotidiana esperienza: «In ogni lavoro che ho cercato e fatto mi sono sempre trovato davanti il "parentame", al consiglio comunale ci sono arrivato da eletto ma ho trovato le stesse situazioni. Nelle aziende private ci sono codici etici che però spesso sono solo una vetrina. Solo alla Coop, dove lavoro adesso, questa regola viene rispettata».
Ora il regolamento andrà applicato, ci vorranno 60 giorni perché entri in vigore. «Sembra una cosa ovvia ma nessuno la mette in pratica», aggiunge Alberto Niccolai, l´assessore al personale che ha portato avanti il provvedimento. «Vorrei precisare però che non è esatto definirla norma anti-nepotismo perché non riguarda ciò che accade sul lavoro nel momento dell´accesso, se ci sono o no favori, qui si tratta dei rapporti gerarchici tra persone legate da un vincolo di parentela, della compresenza negli stessi uffici di parenti o coppie, un legame che può di fatto influire sullo svolgimento del lavoro, creando favoritismi». L´applicazione della regola avrà un suo iter burocratico. Bisognerà fare una mappatura di tutti gli uffici e poi procedere agli spostamenti. In comune sono ottimisti, le rivoluzioni sono possibili. Meno entusiasti, o forse no, gli "spostati".