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 2010  novembre 01 Lunedì calendario

IL GENIO DEL SISTEMONE: «L’HO IDEATO CON 43 NUMERI MA NON HO VINTO NULLA» —

Lui è il genio del granbazar della fortuna. Ha inventato «la mamma», il sistema che ha sbancato il maxi premio del Superenalotto. Lui è Mister Fortuna, il tabaccaio lecchese che, con la schedina nella mano sinistra e la penna nella destra, ha compilato la «cedola madre», con la sestina dei record, l’ha inserita nel «cervellone» elettronico della Sisal e ha incrociato le dita. Lui è Lorenzo Betti, 69 anni, titolare della ricevitoria di Colico, sul lago di Como, che il 25 settembre ha squadernato la magica combinazione. Quella che, 34 giorni dopo, ha regalato due milioni e mezzo di euro ai 70 fortunati che si sono suddivisi il jackpot.
L’operazione in codice «la mamma» è figlia del calcolo e del caso. Della ragione e della speranza. Racconta Betti: «Quel sabato avevo scelto i 43 numeri con i quali organizzare la combinazione, dopo aver analizzato le ultime 200 estrazioni giocate. Per completare il sistema mi mancava solo un numero. A mia moglie, dietro il bancone, dissi: "Metto il 55, l’anno di nascita di tua sorella". E una cliente esclamò: "E’ anche quello di mia madre!". E allora aggiunsi: "Vada per il 55. E il sistema lo chiamerò la mamma". Mai avrei immaginato che il pallottoliere della fortuna azzeccasse proprio quella sestina su 1.680 combinazioni possibili».
E, mentre in tutta Italia è già scattata la caccia ai neo Paperoni, lui che la combinazione milionaria l’ha ideata e tenuta in mano, adesso mastica amaro: «Una quota, in genere, la riservo sempre per me. Ma l’altro giorno non ho fatto in tempo. La febbre del gioco ha messo in fila decine di scommettitori da mattina a sera. E quando mi sono detto, tento anch’io la fortuna con "la mamma", era troppo tardi: tutte le quote erano state già vendute. Adesso mi mangio le mani, perché il treno che ti cambia la vita mi è passato accanto, ma per un attimo di ritardo l’ho perso. Non mi resta che una consolazione: dopo tante illusioni, ho finalmente regalato un sogno vero. Spero che almeno un vincitore mi dica grazie».
Mister Fortuna è un sistemista incallito, cresciuto a pane e schedine: Totip, Totocalcio, Lotto e Superenalotto. Betti nella vita ha coltivato due passioni: l’aritmetica e la fotografia. «Ma quando la distrofia muscolare mi ha costretto ad appendere gli obiettivi al chiodo, allora, ereditata l’attività di mio padre, mi sono buttato a capofitto nel lavoro della ricevitoria e nei numeri». Si è specializzato nel calcolo delle probabilità e nella cabala. «Sì — dice — metto insieme statistica e casualità, esperienza e superstizione. Ho costruito quel sistema vincente con le decine del 40 e 60, con i numeri che finiscono con il 4 e con il 6, più una serie di numeri che mi sono cari per alcune circostanze della vita e quel 55 pescato all’ultimo istante».
Nella ricevitoria di Mister Fortuna sono state giocate 5 delle 70 quote da 24 euro ciascuna: «E’ difficile indicare un vincitore. Questa è una strada di passaggio. Può essere chiunque». Ma in questo paese di cinquemila anime c’è chi sospetta che «uno dei vincitori possa essere proprio il Betti». Lui, ovviamente, nega. Il suo alibi: «Se avessi vinto non sarei qui». E, intanto, non smette di passare schedine nella macchinetta.
Paolo Marelli