Raffaella Nattero, il Fatto Quotidiano 31/10/2010, 31 ottobre 2010
CONOSCO LA VERA RUBY E ORA VE LA RACCONTO
L’o vista per la prima volta questa estate nella comunità dove è stata ospite e dove io lavoravo.
Non ero presente quando è stata portata lì, ma una collega mi aveva avvisato del suo arrivo...
Le comunità sono luoghi particolari, difficili da accettare per chi è costretto a viverci. Ci sono altre ragazze come te, adolescenti minorenni arrabbiate, disperate, con famiglie distanti o inesistenti…
Quindi, appena mi viene incontro per presentarsi, di lei so già quattro cose: è una ragazzina, è arrabbiata, è disperata ed è sola.
Lei arriva, mi sorride e si presenta: “Piacere, sono Ruby!”.
La guardo e penso che non è come le altre... non sembra nemmeno troppo arrabbiata. Salta subito agli occhi che è proprio bella, altissima, la pelle ambrata, i capelli lunghi sciolti. È dolcissima, disponibile al dialogo e a tavola mi siede vicino.
Nessuna nuova arrivata è un “buon acquisto” per le altre che già sono in casa. È un’incognita e va squadrata per benino... ma lei sembra non aver paura del gruppo in cui è stata gettata.
Si fa forte di una certezza che non per tutte è scontata: “Qui non ci resterò molto”.
A turno le altre ragazze, chi prima, chi dopo, mi danno notizie di Ruby. Così mi dicono che è marocchina, o forse egiziana, che fa la modella, o la ballerina... c’è chi già la odia.
E naturalmente chi la idolatra, non sia altro per quel portone sul mondo dorato, patinato e brillantinoso che sembra aver spalancato davanti agli occhi delle altre.
Chi la detesta non la sopporta proprio per aver aperto quella porta su quel mondo...
“Ma ti sembra il caso? Noi siamo qui senza praticamente nulla e “quella” che fa la diva, che racconta di essere quasi una della tv”.
Proteggere Ruby dal gruppo, o il gruppo da Ruby? E allora mi avvicino davvero a lei e decido che voglio aprire questo libro misterioso e capire cosa c’è scritto dentro.
La raggiungo in bagno, lei sta giocando a farsi truccare... quella che la trucca è la sua più feroce antagonista. Ruby è intelligente, lascia che sia proprio lei a truccarle gli occhi, cerca di dimostrarle fiducia, vuole evitare i conflitti, vuole non avere problemi.
Passo con lei gran parte della nottata... ecco un’altra cosa che le compagne di casa le rimproverano: sta sveglia tutta la notte a guardare la tv, o a leggere e dorme tutto il giorno, o quasi.
All’inizio la trovavano una cosa divertente. È estate e la scuola è finita, vabbè fare un po’ festa... ma i suoi ritmi sono massacranti!
Ma i miei turni sono specialmente di notte, ed è proprio in quelle ore, nel silenzio della casa, che Ruby ha finalmente la mia esclusiva. Come per tutte le altre ragazzine, avere l’educatrice tutta per sé è rassicurante, importante. Che sia anche per discutere, litigare, che sia per parlare di sciocchezze... essere sole da tanto, da sempre crea un buco, una voragine, proprio dove gli altri hanno gli affetti più cari. Non ti piace guardare nel buio da sola e allora va bene anche un’educatrice che ti sta vicino.
Ruby quando inizia a parlarmi sembra uscita da un film anni ‘50. Mi fuma in faccia, socchiudendo gli occhi come una donna adulta. Spezzo il suo tono dicendole che sembra un cartone animato e che il fumo mi dà noia.
Mi guarda e comincia a raccontarmi che fa la ballerina che conosce questo e quello ... la blocco di nuovo e le chiedo che libro sta leggendo (avevo visto dei libri vicino al comodino), è quasi sorpresa che dopotutto mi interessi di lei e di quello che le piace piuttosto che del suo mondo di vip.
La verità è che non riesco a credere a tutto ciò che mi racconta, credo che sia il modo per scappare da una realtà insopportabile, quindi tergiverso.
Quale sia la realtà insopportabile da cui cerca di scappare è dura da decifrare... il prima, il dopo, il durante... mi chiedo se c’è un momento, della sua vita, in cui io deciderei di sostare.
Le racconto di me, è curiosa di sapere del mio lavoro, perché l’ho scelto. Le sembra strano che sia un lavoro per cui serve aver studiato, avere una laurea! Però le piace l’idea che esista qualcuno che non sia lì per caso e mi chiede di raccontare storie di atri ragazzini che ho conosciuto, come sono andate a finire, perché è importante che finiscano bene.
Le do pezzi della mia vita, le faccio vedere alcune mie foto, allora lei mi racconta dei suoi sogni, matrimonio, figli, lavorare in tv, o fare il carabiniere... ma poi studiare e laurearsi, perché il corpo prima o poi non sarà più bello e lei lo sa... e poi mi dice che non è così bella... ha le classiche insicurezze di ogni altra ragazzina della sua età.
Parlare con Ruby è incredibile, si passa dalla letteratura alla religione, alle ricette di cucina, alla chirurgia plastica e al Corano di cui mi recita sonetti a memoria. È affamata di conoscenza, ha un’intelligenza viva, scalpitante, continua a fare domande su domande...
Mi racconta della sua decisione di non essere musulmana, di come la sua caparbietà nel rifiutare la religione della famiglia abbia innescato una serie di violenze e di conseguenti assenze.
È anche lei arrabbiata come le altre, ma fa meno sfuriate, parla della sua rabbia tranquilla, un po’ delusa dal fatto che intanto, alla fine, essere arrabbiate e urlare contro il mondo non serve a molto. Il mondo non è che si accorge di te se urli arrabbiata e sbatti i piedi. Rimani trasparente. E per quanto tu sia disperata o bella dentro, bè, è trasparente anche quello.
Essere bellissima fuori e ostentare quella bellezza è quasi un mantello magico per diventare visibili.
Sembra abituata a parlare con i “grandi”, ma io la preferisco quando smette i panni della donna adulta. E lei lo sa. Soprattutto da quando le ho detto che somiglia ad una Winx. E ci siamo messe a cantare la canzone del cartone animato ballonzolando in modo buffo.
La stessa cosa che faccio con le mie nipotine, che sono delle piccolette, dopotutto come lei.