Stefano Elli, Plus24 30/10/2010, 30 ottobre 2010
A LUGANO TRA SCUDI E PSICOSI
Tra scudo fiscale, agenti del fisco, e finti investitori-giornalisti sguinzagliati in Canton Ticino a caccia di scene da candid bank, il bancario luganese sta vivendo momenti difficili. Nei bar intorno al centro (i due più gettonati sono il Bottegone del vino e il Sass Cafè) dove si riuniscono a fine giornata, i provatissimi private banker discutono di clienti espatriati, di conti perduti e di budget tagliati. Uno degli argomenti più dibattuti, però, è il temutissimo giornalista mascherato da cliente. La sua minaccia ha creato vere e proprie psicosi. Per evitarlo le cautele nei confronti dei nuovi venuti si sono quadruplicate. Anche a costo di perdere interessanti opportunità. Se un cliente nuovo non è pluriraccomandato, nonostante la crisi e a dispetto dello scudo, viene respinto sull’uscio. L’altro argomento del giorno è la virulenza dei tagli decisi dai management delle banche. La prima vittima, naturalmente, è la pubblicità. La seconda, di solito, è l’occupazione, anche se non risultano falcidie particolari tra i dipendenti bancari, pure in presenza di dati non esaltanti. Secondo alcune stime le entità dei patrimoni rimpatriati sarebbero, infatti, superiori a quelle dichiarate. Secondo dati attendibili che provengono dalla Banca d’Italia, nel periodo settembre 2009 aprile 2010 dalla Svizzera sono effettivamente rientrati in Italia 27,3 miliardi di euro. Di questi almeno 26,7 circa il 98% sono conti correnti e depositi, e 511,5 milioni (1,8%) vanno sotto la voce disinvestimenti di strumenti di liquidità (24,8%). Non c’è da stupirsi, dunque, se l’operatività si sia rallentata. Anche se alla domanda: «Si diraderanno le visite degli italiani» la risposta è pressoché unanime: «Il flusso non si è mai interrotto. Anzi...». Forse si sta semplicemente aspettando che si calmino le acque, che la morsa della crisi economica si allenti e si ricominci a fare come sempre. Arrivando a Lugano il 25 aprile o, per i milanesi, a Sant’Ambrogio, in code interminabili al confine di Chiasso, per tornare a far visita al proprio bancario e, soprattutto, al proprio conto cifrato.