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 2010  ottobre 30 Sabato calendario

Notizie tratte da: Paolo Matthiae, Ebla, la città del Trono, Piccola Biblioteca Einaudi 2010, pp. 552, 34 euro

Notizie tratte da: Paolo Matthiae, Ebla, la città del Trono, Piccola Biblioteca Einaudi 2010, pp. 552, 34 euro.

Rif. Biblioteca 1385669
Rif Libro in gocce 1397105

EBLA Il suo nome, scomparso dalle fonti antiche alla fine dell’età del bronzo (1200 a.C.), è riemerso dopo trenta secoli alla fine dell’Ottocento in importanti testi cuneiformi, copie di iscrizioni reali originali della dinastia di Akkad. (Tra la fine del XXIV e la fine del XXIII secolo a.C.) (pag. 19)

SCOPERTA Dopo quasi cinquanta anni di lavori ininterrotti (iniziati nel 1964, gli scavi sono ancora in corso) la più importante scoperta della seconda metà del ’900 è stata compiuta: l’immagine completa di uno dei maggiori centri urbani dell’antichità. (pag. 2)

RITROVAMENTI La scoperta delle tavolette cuneiformi nel 1975, (tra le 4000 e le 5000) la datazione assai alta dei testi (2300 a.C.), la loro collocazione fuori dall’area mesopotamica (60 chilometri a sud di Aleppo, nella Siria settentrionale), ha fatto entrare «La città del Trono» nella storia e nella leggenda dell’archeologia orientale». (pag. 118)

SULLA COLLINA Il Tempio della Roccia venne edificato nella collinetta calcarea su cui fu fondata la città protosiriana arcaica, da cui deriva il nome stesso della città. (Il toponimo Ebla indica una «collinetta calcarea», si trova sia in Palestina che in Arabia). (pag. 107)

LA SAPIENZA L’impresa archeologica di Ebla, iniziata nel 1964, è un esempio memorabile di collaborazione culturale tra un paese d’Europa, l’Italia e un paese del Mondo arabo, la Siria. L’esplorazione è stata infatti condotta dall’Università di Roma La Sapienza, attraverso 46 ininterrotte campagne annuali di scavi. (pag. 2)

POESIA La fine di Ebla, fu cantata in un poema hurrito-hittita che ne narrò la distruzione e che rievoca l’Iliade. Ebla fu così l’unica città dell’Oriente Antico celebrata da un’opera poetica lungo l’arco di tre millenni. (pag. 5)

ANGOSCIA Così come la costruzione della città era considerata dagli antichi opera divina, la distruzione della città generava infinita angoscia, percepita come segno inconfutabile di una volontà divina di annientamento. (pag. 4)

LA CITTA’ DEL TRONO Ebla venne definita «La città del Trono» nel «Poema della Liberazione», una decina di canti redatti in hurrito durante il XIV secolo a.C. e scoperti tra il 1982 e il 1985. (Pag. 5)

STELLA DI EBLA La distruzione di Ebla, sede di un sovrano chiamato « Stella di Ebla», fu materia epica del poema scoperto tra il 1982 e il 1985 ad Hattusa, capitale dell’impero hittita. (pag. 5)

SCRITTURA CUNEIFORME La scrittura cuneiforme, inventata nella seconda metà del IV millenio a.C. nella Bassa Mesopotamia, è stata adottata per la prima volta in modo diffuso ad Ebla. (pag.143)

MUTAMENTI Nell’arco della sua storia, (quasi un millennio), Ebla subì tre gravi distruzioni distanziate nei secoli, che ne scandirono lo sviluppo, i mutamenti e le tradizioni.

DISTRUZIONI 2300 a.C. la prima, 2000 a.C. la seconda, 1600 a.C. la distruzione finale. (pag. 49)

URBANIZZAZIONE Lo Stato di Ebla ebbe la sua prima realizazzione completa nelle grandi vallate alluvionali dell’Egitto e della Mesopotamia, dove le condizioni ambientali consentivano un’agricoltura irrigua per bacini. (pag. 33)

I TRE SOVRANI Igrish-Khalab, Irkab-Damu e Ish’ar-Damu, (documenti conservati negli archivi Reali), regnarono nel complesso circa 50 anni. Il primo per più di 5 anni, il secondo per meno di 10 anni, per più di trenta il terzo, forse 36. (pag. 49).

COMMERCIO Ebla tesseva rapporti diplomatici con potenze lontanissime, sicuramente con l’Egitto. «La città del trono» gestiva il commercio di lapislazuli attraverso porti come Biblo, ricevendo in cambio profumi ed essenze inviate in coppe di diorite ed albastro. (pag. 54)

AFFARI Ebla controllava a livello monopolistico il commercio a lunga distanza di lapislazzuli, a rafforzare l’ipotesi il ritrovamento di circa 40 chili di lapislazzuli grezzo in alcuni vani del Palazzo Reale. (pag. 56)

LAPISLAZZULI Il lapislazzuli era la pietra più pregiata nel mondo orientale antico, si diceva che di essa fossero fatte i capelli e le barbe degli dei. (pag. 46)

MARI «Una recente documentazione archeologica emersa nella città di Mari fa capire chiaramente che passarono pochissimi anni tra la distruzione di Elba e quella di Mari». (pag. 60)

PANTHEON EBLAITA Kura, Ishkhara, Adda, Rashap, Saza, Ishtar, Ashtabil, Gamish, Shamash, Agu. (pag. 99)

IL SIGNORE DEGLI DEI Il Dio Kura era il capo del Pantheon ebalita nell’età degli Archivi (III millenio a.C.), ma anche la divinità più sconcertante, dispensatore della fertilità naturale e dominatore delle acque dolci degli abissi. (pag. 99)

LA DEA DELLA FERTILITA’ Nel pantheon eblaita, dopo Kura, spicca Ishkhara, grande Dea della fertilità e dell’amore, protettrice della regalità, legata alla terra come una grande madre, «Signora degli scorpioni». (pag. 99)

IL GENIO DEL FUOCO Altra divinità importante, oggetto di culto assiduo è Rashap, Dio guerriero, generatore di epidemie e di morte, probabilmente considerato «Il signore dell’oltretomba», temuto e venerato. (pag. 99)

ISHTAR «Stella del mattino e della sera», carattere impetuoso e violento, da cui l’epiteto eblaita «leonessa». (pag. 100)

Il DIO DELLA GUERRA Gamish, Dio guerriero, che sopravviverà nel I millenio a.C. come il Dio nazionale del paese di Moab, nella Siria Transgiordana, sotto l’equivalente forma Kemosh. (pag. 100)

EDILIZIA RELIGIOSA Il Tempio Rosso documenta, per le sue affinità strutturali con il Tempio della Roccia, l’unità della cultura architettonica nell’edilizia religiosa protosiariana maturata per la tipica struttura ad ante, la conformazione quadrata della cella, la forte profondità del vestibolo. Il Tempio attesta gli inizi della tradizione della cella a sviluppo longitudinale. (pag. 108)

TAVOLETTE CUNEIFORMI Il ritrovamento nella Corte delle Udienze di circa 25 tavolette, quasi tutte di grandi dimensioni, fa pensare che fossero state abbandonate nel momento della presa del palazzo, subito dopo l’inizo dell’incendio che distrusse la prima Ebla. (pag. 123)

ECONOMIA PROTOSIRIANA L’economia di Ebla si basava principalmente sull’agricoltura. Le precipitazioni atmosferiche consentivano la coltivazione dei cereali, la cura dell’ulivo e della vite, arboriculture tipicamente mediterranee. (pag. 126)

SCENARIO INTERNAZIONALE Il controllo dell’approvigionamento di legno, argento e rame fece di Ebla il centro politico ed economico del III millenio a.C. (pag. 128)

CEDRO Venivano organizzate spedizioni per trasportare il cedro nelle valle alluvionali del Nilo, del Tigri e dell’Eufrate, del tutto sprovviste di specie arborree dal fusto lungo, dritto e resistente. Il cedro, tipo di legno estremamente robusto, veniva molto utilizzato nell’architettura monumentale. (pag. 128)

ARGENTO Argento, utilizzato come unità di misura per determinare valore e prezzo di ogni tipo di bene nelle civiltà urbane dell’Asia Occidentale. Per la stessa funzione era, inizialmente, impiegata la lana. (pag. 128)

RAME Il rame era componente fondamentale, insieme allo stagno, (ma più raro da reperire), per lo sviluppo dell’alta tecnologia metallurgica del tempo. (pag. 129)

CONTABILITA’ Categorie di personaggi maschili inseriti a carico della spesa del Re erano i messaggeri ed i mercanti. (pag. 149)

LE DONNE DEL RE Malgrado non sia stata ancora accertata la tipologia di relazione parentale col sovrano, il personale femminile del Palazzo veniva elencato a parte sotto la denominazione «donne del Re». L’unità aveva anch’essa un consistente numero di lavoratrici alle sue dipendenze ed era oggetto di contabilità separata. (pag. 149)

LE GIOVANI DONNE DEL RE Le unità amministrative erano due, ripetutamente menzionate sotto il nome «Le donne del Re» e «Le giovani donne del Re». (pag. 149)

ORGANIZZAZIONE I dipendenti della Casa del Re erano delocalizzati in diversi altri centri urbani e rurali, forse non molto distanti da Ebla. (pag. 148)

LETTERATURA Tra i maggiori testi letterari, (redatti da scribi eblaiti), c’è una composizione sumerica che menziona il Dio Amaushumgal e il paese di Aratta. (pag. 143).

PANNELLI PARIETALI La tipologia di opere del Palazzo Reale più diffusa (a giudicare dai ritrovamenti) doveva essere quella dei pannelli parietali, costitutiti da diversi materiali. I pannelli svolgevano una funzione celebrativa del potere regale. (pag. 153)

IMMAGINI «Tra le immagini recuperate dominano figure della corte, tutte rappresentante frontalmente dal sovrano con le insegne regali». (pag. 168)

SIMBOLOGIA Le scene dell’eroe regale che uccide il leone e quelle di lotta tra la fiera e gli animali domestici illustrano la funzione regale dell’ordine naturale. Quelle dei duelli tra guerrieri che si trafiggono evidenziano, invece, i contrasti nel mantenimento dell’ordine umano. (pag. 170)

MITO Il motivo dell’eroe nudo che abbraccia e trafigge un leone eretto appartiene a uno schema che si ripeterà nella cultura figurativa protodinastica della bassa Mesopotamia. (pag. 169)

STATUETTE Le statuette polimateriche (in miniatura) dovevano comprendere immagini mitiche, come gli «uomini tori» e i «tori androcefali», ma anche figure umane, sovrani, regine e forse dignitari. (pag. 155)

MATERIALI Il legno formava l’anima interna delle immagini, la steatite era usata per le vesti, il marmo per le parti nude delle figure, il lapislazzuli per barbe e capigliature; il diaspro per i vasi culturali. Le parti nude dei corpi erano fatte di argento ed oro. (pag. 155)

OPERE FIGURATIVE Le opere figurative in legno erano funzionali agli arredi fissi del Palazzo Reale. (pag. 156)

PRIMA DISTRUZIONE Dopo il devastante incendio che pose fine alla potente città protosiriana non vi fu rapida ricostruzione. (Grande distruzione sargonica). Solo una piccola parte della popolazione rimase o ritornò nell’abbandonato territorio urbano. (pag. 192)

LA PRIMA RINASCITA Nell’area monumentale del quartiere amministrativo vennero erette fabbriche architettoniche che segnalano la rinascita di un potere politico di qualche rilievo. (Potrebbero corrispondere alle testimonianze dei documenti amministrativi della Terza Dinastia di Ur attorno al 2050 a.C.) (pag. 197)

SECONDA DISTRUZIONE La seconda Ebla fu vittima di uno degli attacchi che gli Amorrei conducevano contro le province occidentali e contro i centri Urbani dell’Alta Siria. (Tra il 2055 e i primissimi anni del XX secolo a.C.) (pag. 206)

SECONDA RINASCITA Nel giro di pochi anni qualche autorevole principe amorreo decise di rifondare alcune delle città distrutte, quelle col passato più glorioso e una maggiore potenza politica ed economica. (pag. 207)

RIFONDAZIONE Dopo pochi decenni dalla seconda gravissima distruzione, una nuova autorità politica programmò una grande impresa urbanistica. Ebla riassunze un ruolo centrale ed egemone, rinnovando i fasti del suo antico splendore. (pag. 208)

PRESTIGIO Dopo la seconda distruzione Ebla rimase un centro urbano potente e prestigioso, capace anche di gestire importanti relazioni internazionali. (pag. 217)

TERZA EBLA La struttura urbanistica della nuova città paleosiriana arcaica era costituita da tre settori ben distinti, che ancora oggi emergono con evidenza nell’articolata conformazione del sistema collinare». (pag. 228)

CITTADELLA FORTIFICATA La cittadella fortificata, situata al centro dell’insediamento (2 ettari di superficie), comprendeva il Palazzo Reale, il santuario della dea Ishatar e altri luoghi sacri. (pag. 232)

LA CITTA’ BASSA «L’anello di edifici pubblici, eretti ai piedi dell’Acropoli, lasciava via il posto ai quartieri residenziali che andavano a lambire la base delle fortificazioni esterne». (pag. 232)

TERRAPIENI I terrapieni erano aree cimiteriali dove sarebbero poi sorte fortezze e torri di avvistamento per integrare il sistema difensivo. (pag. 232)

CINTA MURARIA È probabile che la cinta muraria di fortificazione esterna (2800 mentri di perimetro) sia stata la priorità assoluta nelle costruzioni dei nuovi signori di Ebla. (pag. 233)

FABBRICHE «Le grandi fabbriche palatine di Ebla paleosiriana classica rappresentano i più importanti palazzi della città distrutta attorno al 1600 a.C.» (pag. 257)

Il PALAZZO OCCIDENTALE Molti indizzi fanno ritenetere che il Palazzo Occidentale fosse la residenza del principe ereditario. L’edificio aveva funzioni rilevanti per l’amministrazione. (pag. 248)

ARCHITETTURA La coerenza architettonica ebalita del periodo paleosiriano emerge nella sua espressione religiosa, ambito in cui la Città del Trono offre testimonianze importanti soprattutto negli edifici templari. (pag. 265)

SISTEMA IDEOLOGICO I protagonsti del sistema di comunicazione della cultura eblaita erano tre: mondo degli dei, mondo dei sovrani, mondo dei sudditi. Gli dei potevano accettare o respingere quanto i re riferivano, premiando o punendo le azioni dei sovrani. (pag. 290)

RITI FUNEBRI Il primogenito e la primogenita del re defunto erano responsabili della corretta realizazzione dei riti funebri. Il ruolo del principe ereditario era quello di permettere al re defunto di passare tra i rapi ’runa, gli antenati regali divinizzati che svolgevano una funzione di protezione nei confronti della comuità cittadina. (pag. 256)

ALDILA’ Secondo antiche credenze mesopotamiche e babilonesi, dopo il compimento dei riti funerari il re defunto galoppava nel deserto come un toro selvaggio. Il deserto alludeva alla regione desolata dell’Aldilà, prefigurazione degli Inferi. (pag. 303)

CILINDRI Le rappresentazioni dei cilindri si riferiscono a una particolarissima tipologia di edificio sacro che ospitava i leoni. «La Terrazza dei leoni» era una struttura architettonica monumentale di grandissime dimensioni, destinata ad ospitare i leoni sacri della dea Ishtar. (pag. 274)

LEONI SACRI Luciano di Samosata ricorda nel De Dea Syria (II secolo d.C.) come in uno dei più celebri santuari di Syria v’erano recinti che ospitavano e custodivano leoni sacri. (pag. 272)

ARTE PALEOSIRIANA Fusione tra passato (tradizione locale) e innovazioni ideologiche significative (determinate dagli orientamenti dei nuovi gruppi di potere). (pag. 279)

CULTURA La distribuzione della II Ebla provocò una forte rottura nello sviluppo culturale. (pag. 192)

AVORIO La città del Trono fu un centro di artigianato artistico specializzto in incisioni di avorio. (Ritrovamento nella Sala del Trono del Palazzo settentrionale di resti di un’importante decorazione figurativa in avorio del re paleosiriano.) (pag. 305)

FERTILITA’ Figure connesse alla sfera della fertiltà: il leone alato con artigli d’aquila e coda serpentiforme e l’eroe nudo dai folti capelli riccioluti e dall’ampia barba. L’eroe tiene in mano un pesce e con l’altra afferra il mostro. (pag. 296)

METALLO Molto probabilmente Ebla è stata un centro importante di produzione metallurgica per tutta la durata del periodo paleosiriano. (pag. 336)

LANCIA La lancia con l’immanicatura a tubo alveolato è un tipo di arma ben documentato a Ebla. Produzione diffusa già nel Bronzo Medio II (periodo a cui appartengono due esemplari trovati nella fortezza a sud-est della cinta fortificata orientale). (pag. 336)

PUGNALE Il pugnale bronzeo con lama a foglia e impugnatura concava (per incastonarvi un manico di legno o d’osso) compare nella città di Ebla già nel Bronzo Medio II. (pag. 337)

GIOIELLI Espressione della straordinaria raffinatezza delle officine orafe di Ebla è la collana a tre elementi separati (tra i gioielli della Tomba del Signore dei Capridi). Originalissmo gioiello comparabile, in parte, con la collana aurea di Dilbat, oggi al Metropolitan Museum di New York. (datata attorno al XVIII secolo a.C.) (pag. 346)

ARTE ORAFA È certo che Ebla sia stata centro di creazione e promozione della più raffinata arte orafa nel periodo del Bronzo Medio I e II. Ciò la metteva in competizione con la Babilonia e l’Egitto di quel tempo. (pag. 358)

BOTTEGHE Probabilemnte Ebla è stata centro attivo di manifattura di alcune delle più raffiante brocche della cosidetta «ceramica dipinta Nord-Siriana/Cilicia». (pag. 358)

TRACOLLO Dalla terza terribile distruzione (avvenuta nel 1600 a.C.) Ebla non si risollevò mai più. Da quel tragico evento in poi non emergono ritrovamenti della città saccheggiata, sconvolta e data alle fiamme. (pag. 359)

FINE In una situazione di crisi dei poteri politici, popoli definiti «Popoli dei Monti» decisero di approfittare delle difficoltà delle ricche città della Mezzaluna fertile, sferrando contro queste un coordinato attacco mortale. Da quest’attacco, Ebla non potè più risollevarsi. (pag. 225)

IL POEMA DELLA LIBERAZIONE «Dalla vicinanza cronologica tra la caduta di Ebla e la redazione del poema hurrito-hittita, è probabile che Ebla sia stata conquistata da Hurriti alleati a Hittiti, e più precisamente da un re hurrita». (pag. 222)

ROVINE Quando l’esercito egiziano di Thutmose I risalì l’alta Siria per raggiungere l’Eufrate, (dopo la metà del XVI secolo a.C.) Ebla doveva essere un impressionante cumulo di rovine. (pag. 360)

TRAMONTO Mentre Karkemish (uno dei centri potenti di un tempo) era ancora una città importante, Ebla era ormai un modesto villaggio di case disperse di nessun rilievo né politico, né culturale. (pag. 361)

REGRESSIONE Nel periodo mediosiriano Ebla perse ogni connotazione urbana, regredendo a villaggio dalle modeste strutture abitative rurali. (pag. 361)

DEPORTAZIONI Le deportazioni di massa operate dai re dell’Assiria tra la metà dell’VIII e la fine del VII secolo a.C. spopolarono alcune aree dell’impero a vantaggio di altre. Molti centri rurali ne furono coinvolti, tra cui anche quel che restava di Ebla. (pag. 361)

SCOMPARSA Nei primi secoli dell’età del Ferro il nome stesso di Ebla era ormai dimenticato. Secondo antiche fonti aramaiche la regione di Ebla si chiamava, ormai, La’ash. (pag. 365)

EREMITI Tra il IV e il VII secolo d.C. ai piedi occidentali dell’Acropoli venne a stabilirsi una piccola comunità di eremiti cristiani bizantini che, come accadeva di frequente, si sarebbe insediata in mezzo ad antichissime rovine. (pag. 371)

RICORDO DI UNA DEA Ad Assur, capitale dell’Assiria, si rendeva ancora il culto della Dea «Ishtar di Ebla» parecchi decenni dopo la distruzione della città. (pag. 364)