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 2010  ottobre 28 Giovedì calendario

Napoli, ultima vergogna Nel 2010 è diminuita la raccolta differenziata - Come aveva ragione Pino Daniele

Napoli, ultima vergogna Nel 2010 è diminuita la raccolta differenziata - Come aveva ragione Pino Daniele. Ma più che il citatissi­mo «Napule è ’na carta spor­ca » è il verso successivo della sua canzone a essere profeti­co: «E nisciuno se ne mporta». I numeri parlano chiaro: men­tre le autorità locali declama­no il ma­ntra del loro infaticabi­le impegno nel promuovere la raccolta differenziata, il rici­claggio della carta dall’inizio del 2010 è calato del 3,25 per cento in provincia di Napoli. Dati ufficiali targati Comieco, il consorzio per la raccolta di carta e cartone, che testimo­niano se non altro che l’impe­gno sbandierato è una favolet­ta. La flessione lieve, d’accor­do, ma letta nel contesto della crisi dei rifiuti si traduce un in­sulto a tutta l’Italia che lavora per risolvere questa vergogna nazionale. E così, mentre si in­vocano interventi salvifici, mentre ci si riempie la bocca con l’importanza di riciclare la spazzatura, mentre pure i di­mostranti urlano ai tg che «ci vuole più raccolta differenzia­ta, altro che discarica», si la­scia che carta e cartoni si acca­tastino per le strade di Napoli, come mostrano centinaia di foto e riprese? Già nel pieno della preceden­te crisi, nel 2008, il Giornale aveva raccontato come le car­tiere campane fossero costret­te a importare la materia pri­ma riciclata da fuori regione, paradosso dei paradossi. È for­se cambiato qualcosa? Niente affatto. Ancora oggi, dicono i dati che fotografano l’anda­mento del settore, le industrie della carta di Napoli e Salerno utilizzano ogni anno 200.000 tonnellate di materiale ricicla­to, un ciclo virtuoso che elimi­na spazzatura e crea econo­mia. Eppure, in tutta la Cam­pania il totale della raccolta ammonta a sole 150.000 ton­nellate. Dunque un quarto del fabbisogno viene importato da altre regioni, mentre si la­scia che tanta carta straccia gettata via dai napoletani fini­sca in discarica. E non è un’ipotesi: la media naziona­le della raccolta è di oltre 50 chili a persona, in provincia di Napoli siamo a meno di 24 chi­li. «Nel 2009 è stato fatto un gros­so sforzo -commenta amaro Carlo Montalbetti, direttore generale del Comieco- ora questa inversione di tendenza ci preoccupa». E ancora peg­gio vanno le cose nelle provin­ce di Benevento e Caserta: qui il calo da inizio anno è superio­re al 24 per cento. «Qui possia­mo parlare di crollo -conclu­de Montalbetti- significa che un sistema che era stato avvia­to si è inceppato, che non c’è stata la volontà di tenerlo in piedi». E stavolta c’è poco da fare, non ci si possono rimpallare le responsabilità, né si può tirare in ballo il classico tormentone del mancato senso civico dei napoletani. «Non è un fatto culturale -spiega Montalbet­ti- altrimenti non si spieghe­rebbe come mai ci siano zone del Sud dove la raccolta funzio­na benissimo, come la costie­ra Adriatica, Bari in testa. Op­pure come mai 60 amministra­zioni della stessa Campania facciano parte del club dei Co­muni virtuosi. Il problema è la scarsa efficienza della raccol­ta ». Il difetto è nel manico, in­somma. Del resto la sensibili­tà del sindaco di Napoli sul te­ma della raccolta differenzia­ta è ben evidenziata dalla sua risposta alle critiche di Renato Brunetta su questa materia. «Caro Brunetta -gli ha scritto pochi giorni fa Rosa Russo Ier­volino- ma credi davvero che un punto in più o un punto in meno di raccolta differenziata nella città di Napoli avrebbero evitato lo scempio?». Caro sin­daco, in dieci anni in Italia, la raccolta differenziata della so­la carta è stata equivalente a 196 discariche.