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 2010  novembre 04 Giovedì calendario

«DOPO BERLUSCONI SONO IO IL POLITICO PIU’ INQUISITO E POI SCAGIONATO. E ME NE VANTO»


L’ultimo avviso di garanzia gli è arrivato a metà ottobre: «Concorso morale in abuso edilizio». Appena letto, Marco Melgrati ha diramato un irrispettoso comunicato stampa dal titolo: «La procura di Savona ha più fantasia di Walt Disney». Vestiti ricercati, sigaro piantato fra le labbra, belle macchine: Melgrati, 51 anni, alle ultime elezioni regionali è stato il più votato del Savonese. Ma è anche detentore di un primato nazionale: è il politico più indagato d’Italia. Architetto specializzato in esterni, è stato prima assessore e poi sindaco di Alassio, dal 2001 allo scorso marzo. Democristiano, leghista, forzista, infine pidiellino. Una vita tra politica e accidenti giudiziari.
Il primo avviso di garanzia?
Per una lapide. Era il 1993: facevo l’assessore. Dopo avere visto le nuove fioriere davanti al Muretto di Alassio, un giornalista locale scrive: «Sembrano dei sarcofaghi». Allora noi facciamo una lapide in suo onore, con l’incisione: «Qui si arrovella...». Qualcuno poi la imbullona al Muretto. Una goliardata da leghisti.
Com’è finita l’inchiesta?
Archiviata.
Dal 1993 lei ha ricevuto 18 avvisi di garanzia: uno all’anno. Com’è successo?
Metà per la mia attività professionale, metà per quella di amministratore.
Condanne?
Solo una, nel dicembre 2009: nove mesi per concorso in lottizzazione abusiva. Un condono chiesto da un cliente. Non ne sapevo niente.
E le altre 17 inchieste?
Quelle archiviate in istruttoria, finora, sono 14.
Ne rimangono tre.
Due restano in piedi per falso: progetti di sottotetti in cui abbiamo sbagliato le altezze.
Sbadataggini?
Errori materiali. Non ho avuto né dato alcun vantaggio.
Ne manca una.
Sì, la richiesta di rinvio a giudizio che parla di «concorso morale in abuso edilizio». Ho cercato il reato sul Codice penale, ma non esiste. Mi contestano l’autorizzazione ad alcune varianti per il recupero del Grand hotel di Alassio.
Dei magistrati savonesi, ormai, lei è un intimo.
Sono convinti che tutti i politici di centrodestra siano banditi.
E lei si fa vanto dei suoi 18 avvisi di garanzia...
Sono un galantuomo che ha amministrato bene: non ho mai preso un euro, da nessuno.
Lei è il politico più inquisito d’Italia?
Dopo Silvio Berlusconi, sicuramente.
Ovviamente è un ammiratore del Cavaliere.
Mi sono perfino fatto fotografare in bandana. E anche lui, da giovane, veniva ad Alassio.
Infatti la definiscono «un Berlusconi in sedicesimo».
Rispetto a lui, io sono solo benestante. Però ho una posizione invidiabile: bella moglie, figli in gamba, una fuoriserie, monto a cavallo. Insomma, mi piace la bella vita: sigari e champagne. Per il suo cinquantesimo compleanno sua moglie ha organizzato una cena con cubiste déshabillées.
Hanno spogliato anche me. Ma niente di volgare: tutti professionisti, c’erano pure gli amici della caccia alla volpe. Cè però chi ci ha ricamato.
È vero che doveva partecipare all’«Isola dei famosi»?
Vero, mi avevano scelto fra i non famosi. Il posto però faceva schifo ed era proibito fumare i sigari. Mica potevo arrotolarmi le foglie di palma.