R. Fi., Il Sole 24 Ore 28/10/2010, 28 ottobre 2010
MULALLY BATTE BUFFETT MA ORA LO ATTENDE JOBS
Anche Warren Buffett a volte deve cedere il passo. Non basta una vita da leggenda, la nomea da oracolo dei mercati finanziari e quasi 40 miliardi di dollari di profitti netti in quattro anni. Con il passato si scrive la storia, Wall Street vive nel presente e, oggi, sembra preferire il numero uno di Ford, Alan Mulally, al finanziere di Omaha. Tanto che nella semifinale per il titolo di businessperson dell’anno di Fortune, i sondaggi registrano il 5% delle preferenze per Buffett e il 95% dei voti a favore di Mulally, che martedì ha annunciato l’utile trimestrale record dei 107 anni di storia di Ford. A sostenere Mulally anche il rialzo del 42% del titolo Ford da inizio 2010, contro il +22% di Berkshire Hathaway. Più contesa l’altra semifinale, dove il fondatore di Apple, Steve Jobs, sta battendo il Ceo di Netflix, Reed Hastings, con il 52% delle preferenze. Insomma, contro il mito di Jobs, il rialzo del 222% del titolo Netflix non sembra sufficiente.