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 2010  ottobre 28 Giovedì calendario

BRACCATO LO ZAR DELLO SPAM

Avete mai sentito parlare di Igor Anatolevich Gusiev? Probabilmente no, eppure deve avervi mandato diverse email. Ora pare che sia fuggito dalla Russia: e con lui è svanito un bel mucchio di posta indesiderata, almeno 50 miliardi di messaggi in meno al giorno. Igor Gusiev, 31 anni, accusato per associazione illegale ed estorsione, in un solo giorno è diventato famoso nel mondo come il re dello spam.

Mentre si affaccia sul mercato globale di internet da protagonista - tra pochi giorni il debutto di Mail.ru al London Stock Exchange, un’Ipo già sommersa di richieste - la Russia ha bisogno di scrollarsi di dosso la reputazione di paradiso senza legge degli hacker: è giro di vite sul crimine online. Il 10 ottobre scorso Arnold Schwarzenegger era tornato a Mosca per incontrare Dmitrij Medvedev, alla testa di un’autorevole delegazione della Silicon Valley coinvolta nella causa della modernizzazione russa: proprio due settimane prima, il 21 settembre, è stata avviata l’inchiesta penale contro Gusiev.

I dettagli dell’operazione sono stati riferiti al quotidiano Kommersant dal sottotenente Evdokija Utenkova, polizia di Mosca, dipartimento reati economici. Martedì a mezzogiorno la polizia ha fatto irruzione nell’appartamento e nell’ufficio di Gusiev, nel centro di Mosca. Ha confiscato documenti, tre notebook, sette hard disk, quattro carte internet e preparati farmaceutici provenienti dall’India: Gusiev è accusato di aver messo in piedi una colossale operazione di spamming che ruotava attorno al commercio di farmaci contraffatti, primo tra tutti il Viagra. Li gestiva attraverso la società Despmedia, di cui era direttore generale, ma il brand noto sul web era Glavmed, una rete di farmacie virtuali e di spammer che, secondo gli inquirenti, in tre anni e mezzo hanno messo a segno un giro d’affari da 120 milioni di dollari.

Sul sito (www.glavmed.com) non si fa certamente parola di spam, ma il programma underground proposto in seguito agli affiliati, protetto da password, aveva un nome ben più significativo: SpamIt. Lo spam era il motore delle vendite, indirizzate soprattutto negli Stati Uniti, in Canada e in altri paesi dove l’esca era la possibilità di acquistare medicine comodamente e senza ricetta. Secondo gli esperti del settore, questa e altre forme di spam hanno sottratto all’economia russa 14,1 miliardi di rubli, 344 milioni di euro, solo nel 2009.

"Cyber-impero del male" aveva titolato la versione russa di Newsweek, nel novembre scorso, puntando il dito contro la Glavmed di Gusiev. In realtà secondo Spamhaus, un progetto non profit impegnato nel monitoraggio dello spam globale, il primo posto nella lista dei peggiori delinquenti appartiene a Canadian Pharmacy: ma il proprietario sarebbe sempre lo stesso, Gusiev.

Secondo Newsweek - tuttora in causa con Gusiev malgrado l’editore Axel Springer abbia annunciato in questi giorni la chiusura del settimanale in russo - dietro lo spam e i farmaci contraffatti potrebbe esserci molto di più. L’articolo del novembre scorso legava Gusiev agli attacchi informatici lanciati negli anni scorsi contro alcuni governi stranieri da un server di San Pietroburgo, Russian Business Networks. Un rapporto ordinato nel 2009 dalla Nato individua in quel server la fonte degli attacchi diretti contro la Georgia nell’estate 2008, nel corso dell’offensiva russa: inaccessibili in quei giorni i siti istituzionali di Tbilisi. Un altro episodio famoso riguarda l’Estonia, con i siti di banche, ministeri, parlamento e tv obiettivo di un attacco informatico in seguito alla decisione di trasferire lontano dal centro di Tallinn un monumento ai caduti di guerra sovietici. Nel rapporto Nato i siti di Gusiev vengono messi in connessione con Russian Business Networks. E se un legame diretto tra quegli episodi e le autorità russe non è mai stato provato, il sospetto era che fossero stati proprio i servizi di intelligence a coprire gli attacchi politici degli hackers, in un clima di impunità.

Oggi Gusiev fa sapere attraverso il proprio avvocato di essere innocente, e di non aver mai mandato un messaggio spam. Ma secondo la moscovita Kaspersky Lab, specializzata in prodotti anti-virus, l’avvio dell’inchiesta su Gusiev e la chiusura dei suoi siti coincide proprio con un calo sensibile delle mail che promuovono farmaci di vario tipo negli Stati Uniti e nell’Europa occidentale: una riduzione arrivata all’inizio di ottobre addirittura al 65 per cento. Un alleggerimento del traffico - sarebbe spam fino al 90% delle mail che girano su internet - che chiunque può in qualche modo verificare, tenendo però conto dei filtri.

«Le roi est mort! Vive le roi!», è tutto ciò che si può leggere su www.SpamIt.com dal 27 settembre, giorno in cui il sito ha smesso di operare. Annunciando la chiusura ai partner, per qualche tempo un ambiguo messaggio li aveva invitati a «trasferire il traffico su programmi affiliati». Ma i più irriducibili tra gli spammer farebbero bene a leggere il messaggio lanciato in un caso simile, la chiusura lo scorso anno di un’altra rete-spam, Spamdot.biz. Chi cerca ora quell’indirizzo viene rinviato, dietro autorizzazione, al sito dei servizi di sicurezza Fsb: la spada e lo scudo, l’ex Kgb.