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 2010  ottobre 27 Mercoledì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE “FERRERO

PAOLO”

Paolo Ferrero scrive moltissimo, «persino quando incontro la gente in giro», su qualunque cosa gli capiti sottomano: scatole di sigari, pezzi di carta volanti, tovagliolini o Kleenex che poi ficca in tasca (però a casa passa ore a riordinare, trascrivere e archiviare tutto). (La Stampa 5/12/06 pagina 16)

l ministro più ricco del governo Prodi è Giuliano Amato, che nella dichiarazione dei redditi per il 2005 ha denunciato oltre 420 mila euro. Il più povero invece è Paolo Ferrero (Prc), che ha dichiarato appena 20.245 euro. (La Stampa 18/4/2007, pagine 6 e 7)

congresso di Rifondazione, conclusosi domenica scorsa a Chianciano con la vittoria di Paolo Ferrero, che fu ministro per la Solidarietà sociale nel governo Prodi e che adesso è il nuovo segretario del partito. Ha prevalso su Nichi Vendola (il candidato di Bertinotti) per soli due voti effettivi. La linea vincente è quella - per dir così - ”comunista dura e pura”: nessun accordo col Pd, nessuna concessione alle logiche di mercato, forte antagonismo e intesa con i movimenti, nessuna vocazione a farsi classe di governo. Vendola, che ha la maggioranza relativa del partito col 46% dei consensi, ha detto che per ora non farà scissioni. (Vanity Fair Dal 21 al 28 luglio 2008)

Cari compagni, la situazione è evitabile. Propongo tuttavia, democraticamente, di scegliere tutti insieme la corda con cui sarete impiccati. Ogni suggerimento sarà benemerito». Con un po’ di malizia, ma proprio solo un pizzico, si potrebbe leggere così il discorso che, alcuni giorni fa, il segretario del Prc Paolo Ferrero aveva fatto ai dipendenti del partito, appositamente convocati. Alla lettera, infatti, quel discorso suonava più o meno così: «Lo stato dei conti è drammatico. Nei prossimi tre annni gli esborsi previsti sono nell’ordine di 33 milioni di euro, senza contare i costi di Liberazione. Gli introiti, nello stesso triennio, non saranno superiori, salvo nuove e impreviste entrate, agli 8 milioni di euro. Dunque è necessario intervenire in maniera draconiana, su tutte le spese, incluso il costo del lavoro. Bisogna dimezzarlo, ma su quali criteri sceglieremo chi deve essere licenziato e chi no? Non lo so. Se voi avanzate delle proposte saranno certamente bene accette e attentamente vagliate ». (Paolo Castelnuovo, L’Altro, 25/6/2009 (ripreso da ItaliaOggi, Il meglio degli altri, 27/6/2009))