Giulia Zoonca, La Stampa 27/10/2010, 27 ottobre 2010
HOWE, ALTA VELOCITÀ “PER QUEST’ANNO VADO DI CORSA”
Da fermo, Andrew Howe si ritrova atleta europeo del mese. Il titolo segue l’exploit nei 200 metri corsi in settembre a Milano: 20”30, terzo tempo stagionale in Europa, a soli due centesimi dal primato personale e punto di svolta di una carriera da ormai due anni in bilico.
Troppo tempo passato a recuperare dagli infortuni e un’operazione al tendine che ancora oggi lascia qualche strascico. Quella botta di velocità senza allenamenti specifici lo ha esaltato e spinto a un cambio di rotta. Sul suo blog scrive: «Mi guardo attorno, ma sarebbe più giusto dire che guardo avanti. Sì, penso alla prossima stagione: la farò correndo (prendetemi alla lettera)». L’argento vinto nel salto in lungo ai Mondiali nel 2007 sta diventando un freno e allora meglio metterlo da parte. Per un po’. Nuove ambizioni o almeno preparazione rivoluzionata perché la prossima stagione si basa sulla velocità. È previsto un esordio all’aperto sui 400 metri, verso maggio, come succede per gli sprinter americani che testano lo stato di forma sempre sul giro di pista (lo fanno anche Bolt e Gay) poi largo ai 200 metri e probabile inserimento nel gruppo degli staffettisti freschi di argento europeo. Fino ad arrivare alla fase premondiali dove bisognerà decidere su che gara puntare. I campionati iniziano il 24 agosto, i 200 metri e il salto in lungo si sovrappongono, ma se Howe scegliesse di stare in pedana può affrontare la 4x100 prevista in chiusura.
Renée Felton, madre e tecnico dell’azzurro non crede più che dividersi tra pista e salto sia un male: «Andrew deve sfogarsi, deve respirare clima da gara e approfittare dell’adrenalina che gli ultimi 200 metri gli hanno dato». Messaggio chiaro e totale accordo con la federazione: «Non dimentichiamo i successi ottenuti nel lungo, ma stavolta prima si corre. Mio figlio ha ancora una leggera borsite al tallone, per puntare subito al salto bisognerebbe essere in forma perfetta e lui si sta riprendendo, sente ancora dolori. Adesso si punta sulla velocità perché sono convinta che potrà aiutarlo in tutto e ho coniato il motto: “piede sano, salta lontano”. Ciò significa che quando sarà completamente recuperato capiremo serenamente cosa scegliere». Il problema è la concorrenza, anche se Howe desse il meglio nei 200 metri dovrebbe vedersela con gente che gira il doppio, però la pista era stata archiviata come potenziale nemico e ora torna protagonista. In questi giorni Howe lavora anche con Roberto Bonomi, già allenatore di Collio (uno degli staffettisti medagliati a Barcellona), con lui segue un programma specifico sulla forza, altra prova del nuovo corso.
Nel 2004, ai Mondiali junior di Grosseto, Howe si è fatto notare con due ori: nei 200 metri e nel salto in lungo, poi ha dovuto decidere che strada prendere e ora ci ripensa anche se mamma Renée è stufa di farsi condizionare: «Correre lo rende felice e di questo ha bisogno. Lo sprint non può fargli che bene, fatti i dovuti rapporti sulla diversa età mi piacerebbe impostare la preparazione proprio come nel 2004 in modo da avere più possibilità. E anche più varietà in allenamento. Faremo un passo alla volta e ancora non è chiaro come affronteremo la stagione indoor. Non escludo che provi i 60 metri». Su questo la Fidal è più cauta: lontani i tempi in cui Howe doveva rendere conto di novità e progetti ogni mese, ma la programmazione (gare, appuntamenti, specialità) si decide in dicembre e loro gradirebbero una partecipazione alla gara di lungo agli Europei indoor (a Parigi, 4-6 marzo). Il ranking non è troppo elevato e una medaglia farebbe comodo. «C’è tempo, vediamo a che punto saremo», dice il tecnico. Anche se l’atleta ha fretta: «Vado di corsa».