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 2010  ottobre 27 Mercoledì calendario

PICCOLI PIACERI

Un vasetto di basilico. Le pesche mature. Il pane caldo, la schiuma sul cappuccino, le impronte sulla neve, un giorno alle terme, le lenzuola fresche.
Piccoli piaceri come quelli suggeriti dal minimalismo positivo di Philippe Delerm. «La prima sorsata di birra», uscito nel 1997 in Francia, è stato un incredibile caso editoriale: 330 mila copie vendute in poche settimane hanno trasformato uno sconosciuto professore del liceo di Bernay, in una star. E ora tocca a Maeve Haran, ex giornalista e produttrice tv, che ha scalato le classifiche di Amazon. co.uk. Il suo libro, «La schiuma sul cappuccino e altri piccoli piaceri che possono salvare la vita» (in Italia esce dopodomani da Piemme, pp. 192, € 13,50) è, sostiene il Sunday Times, «una delizia» ed è la risposta a una domanda difficile: come possiamo rendere migliore la nostra quotidianità senza che la soluzione sia immorale, illegale, o faccia ingrassare?
Maeve Haran lo sa. Era depressa e le amiche, ancora più depresse, le raccontavano i loro disastri sentimentali. Così pensò bene di scrivere su un foglio le cose che rendevano bella la sua vita: erano 270. Non ha più smesso: «Ho lasciato passare un’auto in coda e l’autista mi ha sorriso, ho dato un morso a una mela fragrante, ho chiamato il tecnico per la lavastoviglie dopo mesi di rinvii, ho regalato un mazzolino di fiori a una persona che li ha apprezzati tantissimo…». Ancora oggi annota e il foglio, nel frattempo, è diventato un libro.
Il gioco dei piccoli piaceri è uscito dalle chiacchiere tra amiche, è entrato nel Web, ha scatenato una corsa alle liste in tutto il mondo. Un po’ quello che è capitato con 1000awesomethings.com.(mille cose stupende) di Neil Pasricha, trentenne canadese in crisi (divorzio, problemi sul lavoro). Nel 2008 ha pubblicato nel suo blog un elenco di gioie quotidiane: una nevicata inaspettata, due sedili liberi in un lungo viaggio aereo, un perfetto palloncino con il chewing-gum, la fine di un fastidioso singhiozzo, la vittoria su un nodo apparentemente impossibile da sciogliere, una fila di semafori verdi. E i commenti sono diventati un fiume in piena. Un successo globale, travolgente: 17 milioni di visitatori in pochi mesi, 50 mila al giorno, un libro («The Book of Awesome», uscito lo scorso aprile), una serie tv, un nuovo lavoro come trainer motivazionale.
Sembra la scoperta dell’acqua calda, ma forse il minimalismo ci salverà davvero, come suggerisce anche il controverso filosofo-economista francese Serge Latouche. E forse si spiega così l’attrazione fulminante per le liste di piccoli piaceri, e il desiderio di aggiungerne qualcuno dimenticato dagli altri.
Nel film «Il favoloso mondo di Amelie» del 2001 la protagonista suggeriva che può essere delizioso «tuffare la mano in un sacco di grano, far rimbalzare i sassi sulla superficie di un canale, rompere la crosta della crème brulée con la punta del cucchiaio», e aveva ragione. Certo, potremmo obiettare che si tratta di un ripiego consolatorio per chi deve accontentarsi, causa crisi. Invece no. I piccoli piaceri sono ecumenici e interclassisti.
A Margareth Tatcher dava grande soddisfazione «togliere la lanetta che si trova nella centrifuga», strano dettaglio da raccontare in un’ intervista. A Kate Winslet, l’attrice di «Titanic» piace «arrotolarsi una sigaretta», a Ian Rankin, re del giallo scozzese, «cercare ispirazione all’Oxford bar», a Mischa Barton, emergente a Hollywood, «andare dal parrucchiere».
Piaceri non tanto diversi dalla folla anonima che deposita in suoi pensieri di blog in blog, elencando nella hot list: il pelo morbido dei gatti, l’alba con gli amici, l’odore dell’erba tagliata, tornare nella mia tana da single felice di non trovare una donna rompiballe e, perchè no, con una giusta nota pragmatica, pagare l’ultima rata del mutuo.
Minimalismo positivo, appunto, antico patrimonio dei poeti. Come quello dell’astronomo e filosofo persiano, Omar Khayyam, che già mille anni fa scriveva «Sii contento di questo momento/ questo momento è la tua vita».