Stefano Sergi, La Stampa 27/10/2010, 27 ottobre 2010
NON PAGANO LA MENSA: GOGNA SUL WEB
Una gogna per i genitori, ma pure per i bimbi con tanto di nome e cognome, colpevoli di non aver pagato le rette della mensa scolastica. A Pont-Saint-Martin, centro industriale valdostano al confine con il Piemonte, si è scatenato un putiferio attorno a una mossa dell’Amministrazione comunale: l’identità di chi non ha pagato le rette delle mense scolastiche è finita sul sito internet del Comune, esposta al pubblico ludibrio. E la polemica è dilagata anche sui banchi del Consiglio. A far venire alla luce il caso è stata un’interpellanza della minoranza di centrosinistra guidata da Cleta Yeuillaz, che sbotta: «Secondo noi c’è un’evidente violazione della privacy. Le persone che non hanno pagato, tra cui alcuni immigrati stranieri, sono state messe alla berlina con il rischio di discriminazione all’interno di un piccolo paese come il nostro».
Al centro della vicenda c’è la «Determina 299» del 3 settembre, ossia il foglio dattiloscritto degli uffici municipali con oggetto «Rette servizi comunali: approvazione elenco ingiunzioni di pagamento e impegno di spesa». E’ la decisione del Comune di dare il via alle ingiunzioni, con il relativo impegno di spesa, per quei cittadini che non hanno pagato le (o alcune delle) rette dell’asilo, delle scuole elementari o delle medie frequentate dai figli. Le ingiunzioni hanno importi che variano da 144 a 1624 euro. E fin qui, nulla di strano. Il problema è nel foglio successivo, dove sono indicati con nome e cognome i debitori dell’amministrazione (ossia i genitori che non hanno pagato) e, a fianco, la motivazione dell’ingiunzione: il nome del bimbo in questione, l’anno di mancato pagamento e la somma, con tanto di calcolo degli interessi.
«Un atto all’insegna della massima trasparenza» dicono negli uffici comunali, e forse anche troppa per un Paese dove se sequestrano cibi putrefatti non si riesce quasi mai a sapere il nome del produttore in virtù della privacy, o dove ci sono migliaia di evasori fiscali milionari che restano puntualmente anonimi. Nel caso di Pont-Saint-Martin, al contrario, sono finiti sul sito del Comune otto nominativi (la metà extracomunitari) che, è facile presumere, non rientrano certo nella categoria dei ricchi. Come se non bastasse, la scelta di pubblicare quella «determina» su Internet è irreversibile: anche tra anni, chi digiterà sulla tastiera uno dei nomi delle persone coinvolte si ritroverà con questa storia tra le mani. La Rete non cancella nulla.
Il sindaco del paese, Guido Yeuillaz, a capo di una lista dell’Union Valdôtaine, non vuol sentir parlare di riferimenti al caso di Adro, dove erano stati sospesi i servizi mensa a quei bambini i cui genitori non erano in regola con i pagamenti: «C’è gente che ha accumulato un debito di 1500 euro, e ci vuole già un bell’impegno perché la tariffa è di 3,50 euro al giorno, eppure non abbiamo mai sospeso il servizio in nessun caso». Ma Internet? La gogna sul web? Il primo cittadino assicura che nessuno, tra gli assessori della giunta, ne era al corrente, «non si è trattato certo di una decisione politica». Possibile? «Il funzionario ci ha spiegato che è stata semplicemente espletata la procedura prevista dal regolamento, senza alcun intento di mettere in imbarazzo i cittadini morosi». E sembra di capire che le linee generali siano condivise dal sindaco.
Solo un punto Yeuillaz è disposto a fare un po’ di autocritica: i nomi dei bambini. Un’oscenità. «Diciamo un errore... Certo, lo riconosco anche io e l’ho detto anche in Consiglio comunale. Quella è stata una scelta che non condivido, faremo in modo che non accada più in futuro, privacy o non privacy. Ma per il resto è la legge che prevede di pubblicare sull’albo pretorio digitale tutti i provvedimenti. E così è stato fatto. Oltretutto, le persone a cui abbiamo fatto l’ingiunzione non avevano fatto richiesta di esenzione e sono state invitate a pagare prima con due sms, poi con una telefonata, quindi con lettere e convocazioni. Tutto inutile».