Barbera, La Stampa 27/2010, 27 ottobre 2010
NEL PIANO SVILUPPO FONDI PER 7 MILIARDI
Fino a sette miliardi, euro più euro meno. Non più a dicembre ma entro la metà di novembre, così da avere il via libera delle Camere entro l’anno. Giulio Tremonti accelera i tempi di quella che ha definito la «seconda fase» del governo ed è al lavoro sul decreto di spesa promesso con l’approvazione in Consiglio dei ministri della legge di Stabilità. Sul suo tavolo c’è una lunga lista di richieste e di voci da finanziare: l’Università attende fondi freschi per 800 milioni, c’è da confermare la cassa integrazione in deroga, la tassazione agevolata del salario di produttività, le missioni militari all’estero.
Ciascun ministro ha piccole e grandi promesse da mantenere: Sandro Bondi chiede di rifinanziare il fondo unico per lo spettacolo e il credito d’imposta per il Cinema, Stefania Prestigiacomo spera di avere un centinaio di milioni a sostegno dei parchi e dei progetti di bonifica ambientale. Il menù della spesa è ancora in corso di definizione, e di certo non potrà accontentare tutti. Una cosa sembra però decisa: al Tesoro vogliono mandare in pensione il cosiddetto decreto milleproroghe, quello solitamente approvato nei giorni di Natale e che serviva a confermare spese d’ogni tipo, come – a titolo di esempio – il mezzo miliardo che ogni anno il governo concede al settore dell’autotrasporto. A meno di sorprese – compresa l’eventualità di una crisi di governo - il decreto sarà l’ultimo dell’anno.
Più che le spese da finanziare, al decreto manca ancora la definizione dettagliata delle coperture. Proprio ieri i tecnici del ministero hanno iniziato a discuterne. E’ però deciso quale sarà la voce più importante di entrata: la vendita delle frequenze del digitale terrestre dovrebbe garantire almeno tre miliardi di euro. Tremonti fa dunque sua la proposta del leader Pd Pierluigi Bersani e mette in cantiere un provvedimento già varato in molti Paesi europei. Il neoministro dello Sviluppo Paolo Romani non è entusiasta, ma rassegnato e per questo determinato a chiedere come contropartita alla cessione di un asset di sua competenza il finanziamento della rete a banda larga o almeno la nuova proroga dello sconto fiscale al 55% per la ristrutturazione ecologica degli edifici. Quest’ultima, ancora in bilico, è una misura molto popolare e per la quale Romani sta subendo molte pressioni da parte dell’industria. Il resto delle risorse necessarie a finanziare il decreto arriverà soprattutto con il taglio di fondi non ripartiti e nuove entrate: dai giochi i tecnici stimano di ottenere fino ad un altro miliardo di risorse, si parla di una ulteriore stretta fiscale sui tabacchi.
Ad anticipare l’arrivo del decreto ieri è stato Marco Milanese, relatore della legge di Stabilità in commissione Bilancio alla Camera e consigliere politico di Tremonti. Dal Pd si sono immediatamente levati gli scudi: il responsabile economico Stefano Fassina parla di «ulteriore manovra in arrivo» che «nulla avrà per lo sviluppo» ma «mette soltanto pezze sui buchi lasciati aperti dalla manovra correttiva di giugno». Il capogruppo Pd in commissione Pierpaolo Baretta denuncia «lo sprezzo per il Parlamento» e «l’inutilità della discussione sulla legge di Stabilita», perché l’arrivo di un decreto «ne cambia natura e contenuti».
Milanese ha ribattuto nella sua relazione che la nuova legge, a differenza della Finanziaria, non è più il luogo per finanziare spese, ma rappresenta «il quadro delle grandezze finanziarie per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica»: la mera fotografia dello stato di salute dei conti pubblici.