Franco Giubilei, La Stampa 27/10/2010, 27 ottobre 2010
SPOSTIAMO LA TOMBA DEL DUCE
Domani ricorre l’88esimo anniversario della Marcia su Roma, e domenica il paese di Predappio si riempirà di nostalgici in fez e camicia nera che sfileranno per il centro fino alla tomba di Mussolini, mentre i negozi di gadget legati al Ventennio faranno affari d’oro. Stavolta però il sindaco Pd Giorgio Frassineti, che pure è impegnato da anni nella riscoperta e nella valorizzazione degli edifici razionalisti costruiti a Predappio durante il fascismo, protesta contro lo spirito della manifestazione, che come sempre prevede un corteo guidato da padre Giulio Tam, il sacerdote legato all’ultradestra: «Cosa c’entra con la storia di Mussolini un corteo guidato da un prete sospeso a divinis? Cosa c’entra la grande croce di legno che porteranno in corteo? Voglio che Predappio sia conosciuta non solo per i rituali nostalgici».
Ma se il sindaco alza la voce, dalla fazione opposta arriva la replica di Carla Puccini, vedova del figlio del Duce Romano Mussolini, che fa una proposta storica: rimuovere dal cimitero di Predappio la tomba dell’ex dittatore per portarla nella capitale. «Se al sindaco non stanno bene le manifestazioni di questo tipo allora potremmo, previo accordo di tutta la nostra famiglia, portare via da Predappio la tomba di Benito Mussolini, magari spostandola a Roma», dichiara la nuora dell’ex dittatore. Che poi rincara la dose sottolineando a quali vantaggi dovrebbe rinunciare il paese nel caso un progetto del genere andasse veramente in porto: «Predappio è nota in tutto il mondo perché qui è nato e riposa Benito Mussolini, grazie a lui arrivano a Predappio circa centomila visitatori all’anno e senza di lui la città morirebbe». Che l’interesse del paese romagnolo e anche una certa quota di business – negozi di paccottiglia neofascista a parte, ci sono ristoranti e locali che beneficiano sicuramente del movimento di turisti attratti qui dalla memoria mussoliniana – siano legati alla figura del duce, è un dato di fatto: lo dimostrano le migliaia di firme apposte al registro delle visite posto davanti alla bara.
Il sindaco Frassineti però non demorde e rilancia la sua visione: «Si scontrano due mondi, quello di un sindaco che cerca di valorizzare la sua città dal punto di vista storico, e quello di chi vuole fare rimanere Predappio a ottant’anni fa, probabilmente solo per gli affari legati ai rituali nostalgici”. Il che non significa che Frassineti se la sia sentita di negare ai negozianti un’occasione così ghiotta di fare buoni affari: “Preciso che ho sottoscritto l’apertura dei negozi per domenica, solo perché me l’hanno chiesto i commercianti”, si giustifica. Frassineti poi ne ha anche per la croce portata in corteo: “C’è qualcosa che stride, perché (quando si commemora la Marcia su Roma, ndr) stiamo parlando di un atto violento di presa del potere”.