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 2010  ottobre 26 Martedì calendario

OFFERTA FINALE DI CHRISTIE´S LA CASA D´ASTE SI METTE IN VENDITA

Di solito sono i suoi banditori a dare un colpo di martello, dichiarare "venduto!" e assegnare quadri di Van Gogh e Picasso, violini Stradivari, porcellane Ming. Ma stavolta è Christie´s tutta intera, una delle due case d´aste più famose del mondo (l´altra è la rivale Sotheby´s), a ricevere un´offerta che potrebbe farla finire in mano all´emiro del Qatar. Non contento di un frenetico "shopping" londinese che negli ultimi tre anni gli ha fatto acquistare i grandi magazzini Harrods (dall´egiziano al-Fayed, padre del fidanzato della principessa Diana), una fetta della Borsa di Londra, una della Barclays Bank e innumerevoli complessi immobiliari, lo sceicco Hamad bin Khalifa al-Thani ha rivelato ieri in una rara intervista al Financial Times di essere interessato a comprare anche Christie´s, «se si presenta l´opportunità giusta», ovvero se gli andrà bene il prezzo. L´attuale proprietario, il finanziere francese Bernard Pinault, è uno degli uomini più ricchi del pianeta, ma una serie di affari andati male lo avrebbero spinto a mettere in vendita la celebre casa d´aste, che rilevò dieci anni or sono per 1 miliardo e 200 milioni di dollari. Oggi potrebbe costare il doppio. All´emiro, i soldi non mancano. Altri due fondi di investimenti, secondo le indiscrezioni, gli faranno concorrenza. Si profila una gara al rialzo da fare impallidire quelle per i capolavori dell´Impressionismo e dell´arte moderna.
Fondata nel 1759 nell´esclusiva King street di St. James, nel cuore di Londra, a due passi dalla residenza del principe Carlo, Christie´s ha 2 mila dipendenti e 53 uffici in 32 paesi del globo, Italia compresa. In due secoli e mezzo ha venduto di tutto, da una Bugatti Royale da 6 milioni di euro a 20 Rolls-Royce, Bentley e Ferrari che Elton John non aveva il tempo di guidare, da un vaso Ming appartenuto all´ereditiera Barbara Hutton (20 milioni di euro) a un violino Stradivari (3), dal tubino nero di Audrey Hepburn in "Colazione da Tiffany" (mezzo milione) a opere di Leonardo, Van Gogh, Picasso, incluso un "Nudo con foglie verdi" battuto sei mesi fa per 106,5 milioni di dollari.
Ma non è solo per il denaro che l´emiro vorrebbe la prestigiosa casa d´aste. Da un lato, gli servirebbe a procurarsi parte delle collezioni con cui riempire un nuovo museo di arte araba in Qatar. Dall´altro intende diversificare il suo minuscolo emirato, maggiore esportatore mondiale di gas liquido, facendone un centro di cultura e un polo di business internazionale. Salito al potere 15 anni fa spodestando il padre, sposato con una delle donne più belle del Medio Oriente («mia moglie influenza tutte le mie decisioni», scherza nell´intervista al quotidiano della City), favorevole a una graduale democratizzazione, filo-americano (il suo paese ospita il comando centrale Usa nella regione) ma in buoni rapporti con l´Iran, lo sceicco ha lanciato al Jazeera, la rete televisiva diventata la Cnn del mondo arabo, vuole ospitare in Qatar i Mondiali di calcio 2022 e punta ad affermare un Islam moderato, moderno, ma non succube dell´Occidente.