Federico de Rosa, Corriere della Sera 26/10/2010, 26 ottobre 2010
LA CORSA AI CAPITALI SPAVENTA LE BANCHE IN BORSA. E MPS PREPARA IL MAXIBOND —
Il maxiaumento di capitale da 2 miliardi varato nel fine settimana dal Banco Popolare ha fatto scattare l’allarme a Piazza Affari. La sensazione, a giudicare dai movimenti di Borsa che ieri hanno duramente penalizzato il comparto bancario, è che l’istituto veronese potrebbe non essere il solo ad aver bisogno di capitali freschi per mettersi in regola con i nuovi requisiti patrimoniali di Basilea 3. E l’attenzione si è subito spostata sul Monte dei Paschi che ha terminato la seduta in ribasso del 3,4%. Solo il Banco Popolare ha fatto peggio con un calo del 5,5%.
Ad alimentare le vendite ha contribuito anche il «Financial Times» secondo il quale i dividendi delle grandi banche potrebbero essere tagliati, se non del tutto azzerati, per consentire un rafforzamento patrimoniale necessario, secondo l’«Ft», a centrare gli obiettivi posti da Basilea 3, in particolare il valore del 7% fissato per il rapporto tra patrimonio gestito e capitale a disposizione. E a pagare il conto sarebbero in primis le Fondazioni, destinate secondo il quotidiano della City a rimanere a secco, a meno che non preferiscano la strada dell’aumento di capitale. Il «Financial Times» «è più informato di me» ha ironizzato il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, per nulla intimorito dalle voci del quotidiano inglese: «Lo vede come sono ottimista?». A fine giornata Intesa ha lasciato comunque sul tappeto il 2,63%.
L’annuncio del Banco Popolare sembra insomma aver aperto una nuova riflessione sullo stato di salute della banche italiane, nonostante il buon esito degli ultimi stress test. E che, oltre all’istituto veronese, sia stato il Montepaschi a pagare di più l’effetto scetticismo non stupisce dato il livello dei coefficienti patrimoniali della banca, che vedono il Core Tier 1 vicino al 7%, incluso l’ effetto Tremonti Bond, e il Tier 1 al 7,8%. Più volte sul mercato sono girate voci di ricapitalizzazione per Rocca Salimbeni, sempre respinte. E anche ieri la banca ha preso le distanze smentendo «nettamente ipotesi di aumento di capitale» e ricordando che «il gruppo continua la propria politica di rafforzamento patrimoniale interna» che, tra cessioni e operazioni di capital management, dovrebbero essere sufficienti a rafforzare la banca. Che potrà inoltre beneficiare, sempre in termini di coefficienti patrimoniali, dell’estensione alla controllata Antonveneta dei criteri di valutazione dei rischi adottati a Siena. Ma a Rocca Salimbeni starebbero anche pensando a una nuova emissione di tipo Tier 1 da almeno 1 miliardo di euro.
Dopo la mossa del Banco Popolare per anticipare il rimborso dei Tremonti Bond, secondo la Borsa l’istituto senese potrebbe fare nuove valutazioni, considerato anche che dal 2013 le obbligazioni garantite dal Tesoro non potranno più essere contabilizzate come patrimonio di vigilanza. E proprio quell’anno entreranno in vigore i nuovi criteri di Basilea 3. Ma il direttore generale, Antonio Vigni, è convinto di potercela fare con le sue forze senza dover quindi bussare alle porte dei soci, in primis la Fondazione Montepaschi, che in caso di aumento di capitale dovrebbe fare la parte del protagonista per non rischiare di scendere sotto la soglia del 50%.
Federico De Rosa