Frammenti, 26 ottobre 2010
Tags : Guido Fanti
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "FANTI, GUIDO"
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FAENZA Roberto […] Sperimentò, chiamato dal presidente della regione Emilia Romagna, Guido Fanti, la tv ”antagonista” di quartiere e quest’idea gli costò il licenziamento […].
Barbara Palombelli, ”Corriere della Sera” 9/4/2005 – Scheda Parrini su FAENZA Roberto
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[…] Nel corso di una lunga e preoccupatissima intervista con Paolo Francia – il preoccupato era ovviamente l’intervistatore, tutto teso a misurare l’alterità di questo marziano in procinto di calare su Bologna, convinto assertore della ”presenza” anziché del ”dialogo”, in sintonia con Papa Wojtyla e addirittura, si mormorava, ”amico di Cl” – Francia gli pose una domanda-tranello istituzionale. Gli ricordò le polemiche di quasi vent’anni prima, quando nel 1966 il sindaco comunista Guido Fanti aveva ”concesso” la cittadinanza onoraria al cardinale Lercaro, che l’aveva accettata. Biffi rispose: ”Non riesco neppure a capire i termini del problema. Il cardinale Lercaro, diventando vescovo di Bologna, era cittadino bolognese. O no? Che cosa significa quella cittadinanza onoraria? Questo mi fa problema, che il sindaco Fanti gli avesse ”concesso’ la cittadinanza onoraria”[…].
Maurizio Crippa, Il Foglio 17/2/2006
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Flavio Delbono […] Era il sindaco «di tutti» a cui si ispirò Giorgio Guazzaloca lanciando la propria candidatura «a 360 gradi», seppure di destra tradizionalista. Dopo di lui, rimangono nella memoria i sindaci «storici», come Guido Fanti e Renato Zangheri, sindaci eterni, immutabili perfino nella fisionomia, a cui non si può ricondurre nessuna caratteristica che non sia il comunismo. Era il comunismo emiliano. Un pragmatismo senza pari nel rapporto con l´economia e un´ortodossia studiatissima e prudentissima sul piano ideologico. Il tutto mediato da facce di legno che rendevano immutabili volti e corpi, e rendevano perfettamente credibili quei volti immobili come depositi di moralità socialista, credibili per sempre e per tutti. Così quando arrivò Sergio Cofferati, fu fin troppo facile scherzare sul Cinese […].
EDMONDO BERSELLI, Repubblica 24/1/2010