Gianmaria Pica, il Fatto Quotidiano 26/10/2010, 26 ottobre 2010
TELEVOTO, COSMETICI E BUONI SCONTO ECCO LE ALTRE SENTENZE IN ARRIVO - I
consumi calano e le truffe aumentano. La Banca d’Italia, nell’ultimo bollettino, scrive che “nel secondo trimestre del 2010 è proseguito il ristagno dei consumi delle famiglie”. Confcommercio parla di una frenata dei consumi di quasi l’1 per cento da un anno all’altro. Se le persone non consumano, i commercianti non vendono e le industrie non producono. Tutto si ferma. E per galleggiare si intraprendono strade faticosissime. Per esempio, ci stanno provando i marchi del lusso buttandosi sulla moda “low cost”. Così accade che H&M arruola i grandi stilisti e Oviesse collabora con Elio Fiorucci per una linea di stile giovanile.
NON SEMPRE, però, un imprenditore ha la capacità di rimettersi sul mercato con le proprie forze. Spesso si cercano metodi più facili ed eticamente scorretti. Ed è proprio in questi casi che interviene l’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Vediamo. L’impennata dei prezzi della pasta, a cavallo tra il 2006 e il 2008, non è stata “casuale” e l’Authority guidata da Antonio Catricalà ha multato per 12,5 milioni di euro euro ventisei produttori industriali di pasta, colpevoli di aver “posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza”. Oltre al cartello della pasta, ce ne sono altri sui cui l’Antitrust ha aperto indagini e istruttorie.
DALL’AUTORITÀ di Piazza Verdi - contattata dal “Fatto Quotidiano” - fanno sapere che si sta per chiudere l’istruttoria sul cartello dei cosmetici. Questa la storia: l’Associazione italiana dell’industria di marca (Centromarca) avrebbe coordinato lo scambio di informazioni sugli aumenti di prezzo, sulle negoziazioni con i distributori e sulle indicazioni di bonus e sconti, nonché coordinato e supportato gli interventi da parte dei produttori di cosmetici nei confronti dei distributori al fine di ottenere un incremento generalizzato dei prezzi di vendita. Dopo Pasta e cosmetici, tocca al pane. L’Antitrust ha sanzionato l’Unione panificatori di Roma e Provincia, per aver messo in atto un’intesa restrittiva della concorrenza: al termine di un’assemblea straordinaria dell’Unione panificatori sarebbe stato reso noto a tutti i gestori di panifici in che misura bisognava aumentare il costo del pane a Roma. Ecco la tabellina diffusa: “2,60/2,80 euro per la rosetta, 2,20/2,40 per il casereccio, mentre per gli altri prodotti da forno si consiglia una maggiorazione da 0,30 a 0,50 euro al chilo”. Il tutto alle spalle del consumatore. E chi non può contare sul sostegno di una piccola o grande lobby, ha escogitato altri metodi per ingannare il consumatore. Si tratta delle “pratiche commerciali ingannevoli”. L’ultimo caso risale a giovedì scorso. L’Antitrust ha avviato due istruttorie nei confronti di Rai e Rti (gruppo Mediaset) per pratiche commerciali scorrette relative all’utilizzo del televoto, dopo aver attuato invano la moral suasion chiedendo di impedire l’utilizzo di telefonate che partivano dai call center.
MA NON c’è solo il televoto. Sono numerosi i casi di pubblicità ingannevole che toccano il consumatore nelle sue attività quotidiane. Come ingannare la casalinga che fa la spesa tutti i giorni al supermercato? Ecco che spunta il buono sconto finto. A fine agosto l’Antitrust, su segnalazione della Guardia di Finanza (attivata dalla denuncia di un cittadino), ha esaminato la campagna pubblicitaria “Spendi e sconta”, realizzata dalla società Sogiper, che gestisce alcuni grandi magazzini con il marchio Leclerc Conad. Nei volantini si pubblicizzava l’opportunità di effettuare la spesa usufruendo di sconti immediati, variabili dal 15 al 20 per cento a seconda dell’entità della spesa sostenuta. Dalla promozione erano espressamente escluse alcune categorie di prodotti (ricariche telefoniche, farmaci da banco, libri, giornali ed altri specificamente indicati). In realtà sono risultati esclusi numerosi altri prodotti (circa trecento) che erano stati elencati in un diverso volantino, con la conseguenza che alcuni clienti degli ipermercati non avevano potuto usufruire degli sconti promessi. Catricalà ha multato Sogiper per 70mila euro.
Tante sono le pubblicità sanzionate dall’Antitrust nel corso degli ultimi anni. Ci sono le pubblicità che omettono di precisare che il buono sconto non potrà essere utilizzato immediatamente alla cassa, ma sarà utile solo su acquisti futuri. L’Antitrust ha punito anche le aziende che non precisavano l’impossibilità di cumulare i buoni sconto. Da citare anche il caso emerso lo scorso 18 ottobre, cioè la multa di 170mila euro a Poltronesofà per una campagna pubblicitaria ingannevole: un messaggio relativo a un “sofà letto” al prezzo scontato di 690 euro, senza indicare che il prezzo non includeva il costo del letto con materasso, pari a 300 euro.