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 2010  ottobre 26 Martedì calendario

TG3 E LA7 VÌOLANO LA PAR CONDICIO DIFFIDATO IL TG1

[Sotto i dati]
La diffida dell’Authority è arrivata solo al Tg1 la settimana scorsa insieme alla più classica e scontata delle tiratine d’orecchio a Studio Aperto e al Tg4. Eppure dagli stessi dati sulla par condicio nei tg pubblicati dall’autorità guidata da Corrado Calabrò relativi al mese di settembre 2010 , sono tre le testate a non rispettare vistosamente nel tempo di parola (dichiarazioni e interviste ai protagonisti della politica) le regole del gioco. Da più di dieci anni infatti
per prassi si intende equilibrato un telegiornale che assegni un terzo del tempo di parola al governo per la comunicazione istituzionale, un terzo alla sua maggioranza e un terzo alle opposizioni. Secondo questa formula quindi governo e maggioranza dovrebbero avere più o meno il doppio del tempo assegnato all’opposizione. A settembre sul Tg1 bacchettato governo e maggioranza hanno avuto il 59,27% contro il 25,81% assegnato alle opposizioni. C’è una lieve prevalenza del primo dato, non così vistosa (le opposizioni avrebbero dovuto avere il 3,5% in più). Il dato però è molto simile a quello fatto registrare da Sky Tg24 diretto da Emilio Carelli: 57,73% a 27,29%. La distanza maggiore dalle regole del gioco si è registrata in modo diametralmente opposto su altre tre testate giornalistiche. Il caso più vistoso è quello del Tg La7 condotto per la prima volta tutto il mese da Enrico Mentana: a settembre maggioranza e governo hanno avuto il 71,24% del tempo di parola contro il 19,91% assegnato alle opposizioni. Nelle altre due testate che meriterebbero la tirata di orecchi è avvenuto invece il contrario. Si tratta del Tg3 di Bianca Berlinguer e di Rainews 24 diretto da Corradino Mineo, dove le regole del gioco andate a farsi benedire a tutto vantaggio dell’opposizione, che in entrambi i casi ha avuto più spazio della maggioranza (sul Tg3 il 39,02% contro il 36,89%, su Rainews 24 il 39,79% contro il 34,21%).
In tutti i casi andrebbe tenuto conto di quel che l’Authority ha sottovalutato: il diritto di cronaca. E’ affievolito quando si tratta di fare interviste e riportare dichiarazioni (il tempo di parola è quello delle opinioni, non dei fatti), ma non c’è dubbio che conti. A settembre il tema politico principale è stato quello dello scontro fra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi,
Con il conseguente divorzio dal Pdl e la creazione di un nuovo partito, Futuro e Libertà. E’ ovvio che questo scontroformalmente interno alla maggioranzaabbia condizionato la cronaca politica e con essa la clessidra della par condicio. Mentana è riuscito ad ottenere uno scoop, come la presenza di Fini nel Tg, che ovviamente ha condizionato la par condicio, spiegando in parte quel 71,24% ottenuto da maggioranza e governo. Siccome la par condicio è una legge scema, uno scoop diventa subito una colpa. Evidentemente chi deve applicare la norma ha cercato di chiudere un occhio sul vistosissimo squilibrio, decidendo in modo più intelligente. Difficile però giustificare la tirata di orecchie al Tg1 in queste condizioni. La vera violazione della legge si trova però nei dati delle altre due testate giornalistiche. Anche per la Berlinguer e per Mineo avrebbe dovuto esserci l’esimente di cronaca. Ma con quei dati di settembre la cronaca c’entra assai poco. Entrambe le testate si sono comportate come farebbe un organo di partito, in barba a tutte le regole di cronaca e giornalismo. C’è un clamoroso scontro fra Fini e Berlusconi? Facciamo sentire le ragioni dell’uno e quelle dell’altro, perché questo è il tema principale della politica? Macchè, nei giornali di partitoancorchè appartenenti alla tv di Statonon si ragiona così. Invece di fare sentire la voce dei protagonisti della cronaca, si apre il microfono agli amici politici che con quella cronaca non hanno nulla a che vedere. Litigano Fini e Berlusconi e il Tg3 e Rainews 24 aprono i microfoni a Pierluigi Bersani e ad Antonio Di Pietro. Proprio a settembre in entrambe le testate il maggiore spazio è stato assegnato al Pd, che nelle cronache dei giornali normali ha brillato semmai per la sua olimpica (e comprensibile) assenza. E’ quello delle due testate-partito il vero problema della par condicio. Curioso che di fronte a questi dati il parlamentino dell’Authority abbia chiuso non uno, ma tutti e due gli occhi.

I dati
L’INDAGINE
L’Autority ha censito il tempo che ogni tv ha dedicato agli esponenti della maggioranza e dell’opposizione ni tg dal primo al 30 settembre 2010. La regola della par condicio fissa a 1/3 il tempo per la maggioranza, 1/3 al governo e 1/3 all’opposizione.
TG1
Il Tg1 di Augusto Minzolini ha dedicato alla maggioranza il 36,53% del tempo mentre all’opposizione il 25,81%.
TG3 E RAI NEWS
Il dato più fazioso non riguarda il Tg1 ma il Tg3 che dedica alla maggioranza il 36,89 % del tempo e all’opposizione il 39,02% del tempo. Stesso discorso per Rai News 24. Il tg Rai di Mineo dedica alla maggioranza il 34,21% del tempo e all’opposizione il 39,79% del tempo.
TGLA7
Mentana dà il 71,24% di spazio alla maggioranza divisa tra un 24,25% al PdL e un 25,74% ai finiani. All’opposizione Mentana dedica il 19,91% del tempo.