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 2010  ottobre 24 Domenica calendario

Il Giro per masochisti diventa sempre più mondiale della fatica - L’hanno detto mille vol­te a vanvera, ripetendo la fra­se fatta anche di fronte all’ evidenza di percorsi ridicoli (leggi 2009), stavolta posso­no dirlo a ragion veduta: non ci sono dubbi, «è un Gi­ro durissimo»

Il Giro per masochisti diventa sempre più mondiale della fatica - L’hanno detto mille vol­te a vanvera, ripetendo la fra­se fatta anche di fronte all’ evidenza di percorsi ridicoli (leggi 2009), stavolta posso­no dirlo a ragion veduta: non ci sono dubbi, «è un Gi­ro durissimo». Il geometra che disegna il percorso, sua crudeltà Angelo Zomegnan, rinnega definitivamente il genere ’famolo strano’ di due anni fa, quando riuscì a mettere la Cima Coppi nelle Marche, e ci va giù pesante. Evidentemente, gli è servita - e gli è piaciuta - la lezione dell’anno scorso, con quel magnifico Basso a trionfare in un’edizione massacran­te, con gli sterrati del Sene­se, gli Zoncolan e i Mortiroli a smazzare il gruppo. Ecco, quello era sembrato un per­corso per eroi. Questo, il nu­mero 94, è pure peggio. In omaggio al 150˚ dell’unità d’Italia, ripercorre un po’ le orme dei Mille. Troppo faci­le definirlo Giro garibaldi­no. Chi vince? Vince l’ulti­mo che resta in piedi. PREGI Sette arrivi in salita, ma non per modo di dire. Sono verissimi, sono tantissimi. Si comincia a Monte Vergine, sopra Avellino, e si finisce sul Sestriere. In mezzo, su e giù continuo, con Etna, Gros­sglockner ( in Austria), Zonco­lan, Nevegal, Giau, Marmola­da, Tonale, Aprica, Colle del­le Finestre e altre cosette me­die. Un inferno. Ma non ba­sta. C’è anche il pregio di 67 chilometri a cronometro: a squadre il primo giorno, in sa­lita al Nevegal, individuale a Milano l’ultimo giorno (an­che il ritorno a Milano, con l’armistizio firmato tra orga­nizzazione e Municipio, è un grosso pregio). E’ chiaramen­t­e un Giro per campioni com­pleti: forti a cronometro, for­tissimi in salita. Basso, per esempio. Ma lui non ci sarà: stavolta vuole puntare tutto sul Tour. Giustamente. Sarà il Giro su misura per Basso, senza Basso. Sperando toc­chi a Nibali. DIFETTI Il difetto peggiore ri­schia d’essere il cast dei cam­pioni al via: Contador fuori­gioco per doping richiama tutti al Tour, come mosche sul miele. Ma per risolvere questo problema c’è ancora tanto tempo: giudizio sospe­so. Nel frattempo, i velocisti piangono sulla miseria di so­li cinque arrivi per la catego­ria. Ma queste sono le regole del mercato: le tappe di pia­nura non piacciono a nessu­no. Cinque vanno bene. I corridori lamentano anche l’eccesso di trasferimenti notturni da una città all’al­tra, ma in un Giro che vuole disegnare l’unità del Paese il disagio diventa inevitabile: l’Italia, almeno quella, non l’ha disegnata Zomegnan. Diciamo le cose come stan­no: difetti pochi. Io ne vedo uno imperdonabile: rinun­ciare alla signora di tutte le salite, il Mortirolo. Per me dovrebbe essere il primo nome che la matita scrive, il resto di conseguenza. Ma dei miti e delle leggende, delle tradizioni e dei monu­menti, Zomegnan se n’è sempre bellamente impip­pato. Il suo cuore non tradi­sce romanticismi. Lui va do­ve lo porta il portafogli. An­che questo un metodo ri­spettabile. CURIOSITÀ Anche stavolta pol­vere, o fango se piove. La tro­vata degli sterrati è piaciuta molto l’anno scorso, così ne avremo ancora. Di nuovo in Toscana (tappa di Orvieto) e sul Colle delle Finestre. Nuo­va regola: al Giro, il campio­ne deve correre dalla polvere all’altare. IMPERDIBILI Segnarsi in agen­da i week-end (scelta intelli­gente e doverosa). Nel primo c’è l’assalto all’Etna, e speria­mo che il nostro terrunciello Nibali non si lasci tradire dal­le passionali pressioni dei suoi compaesani messinesi. Nel secondo c’è un trittico fe­roce, con Grossglockner, Zoncolan e tappa della Mar­molada. Nell’ultimo, massa­cro di sabato fino al Sestriere, quindi sgobbata conclusiva di domenica nella cronome­tro milanese. NUMERI Chilometri totali 3496. Media 166 giornalieri. Dislivello totale 24.000 me­tri. Attraversate 17 regioni su 20. Toccate 61 province. I comuni sono 500. Come sempre, più di sempre, il Gi­ro sarà un magnifico viaggio nel Paese realmente reale, fin dentro gli angoli più re­moti e nascosti della nostra società. Ancora una volta, sa­rà l’annuale corso di aggior­namento sullo stato della na­zione. I numeri possiamo giocarceli al Lotto. Ma il Giro non sarà una lotteria. Su un percorso come questo, vin­cerà il più forte. Un uomo sot­to il segno del martire. Ascen­dente masochista.