Marco Belpoliti, La Stampa 25/10/2010, pagina 37, 25 ottobre 2010
Storie da vendere - Si chiama «Storie di Frutta». Un vasetto in Pet (poletilentereflato) di 200 ml che contiene, ad esempio, un frullato di lampone e mirtillo
Storie da vendere - Si chiama «Storie di Frutta». Un vasetto in Pet (poletilentereflato) di 200 ml che contiene, ad esempio, un frullato di lampone e mirtillo. Fa parte della nuova linea alimentare del Mulino Bianco, notissimo marchio della Barilla, grande industria del settore. Perché «Storie di Frutta»? Perché c’è una storia raccontata con il prodotto. In cinque cartelle, scaricabili dal web, è narrata la cronaca eccellente di questo frullato. Si tratta di uno smothie, ovvero una bevanda composta dal 100% di frutta con alto contenuto di purea e senza aggiunta di zucchero, acqua, aroma, conservanti o coloranti. Smothie? Questo è il nome che la bevanda riceveva negli Usa durante gli anni Sessanta. Realizzata dagli Hippy, che l’avevano battezzata così: significa «vellutata». Ecco dunque una storia, snocciolata attraverso una serie di spiegazioni e narrazioni riguardanti la sua origine, il valore nutritivo, il mangiar frutta, il frullato come cibo; e perché si mescolano frutti diversi: banana e mela; lampone e mirtillo; banana, mela e pesca; pesca, uva e albicocca. La storia è quella che conta, più del prodotto stesso. Per vendere un frullato oggi bisogna raccontare una storia, o più storie. Non balle - non di questo si tratta, mi raccomando! -, ma proprio narrazioni. L’ha spiegato Christian Salmon in Storytelling (Fazi), un libro dedicato alla «fabbrica delle storie». Alla fine degli Anni Novanta è finita la grande avventura pubblicitaria dei brand e delle marche - tutti ricordano il libro No logo di Naomi Klein. Del resto, i pubblicitari più attenti si sono resi conto che la gente non comprava prodotti, bensì storie che i prodotti rappresentavano, così come in precedenza, non comprava marche, ma i miti e gli archetipi che queste marche promuovevano. Dalla Nike alla Coca Cola, dal Chivas Brothers alla Adidas. Steve Denning, guru dello storytelling management (materia che s’insegna nei master in pubblicità e marketing) ci ricorda che una marca è essenzialmente una relazione. Per questo si raccontano storie: per creare relazioni. Il messaggio è: Ditelo con un racconto. Come fa il Mulino Bianco: racconto di un mondo contadino che non c’è più, di un rifugio in campagna. Con «Storie di frutta» ci sollecita a mangiare come gli hippy, che erano vicini alla Natura. E insieme ci racconta, come a dei bambini, la moderna dietetica: mangiar sano con praticità. No logo: stories!