Gabriele Forntoni, ItaliaOggi 25/10/2010, 25 ottobre 2010
FALLIMENTI, ITALIA SOTTO PRESSIONE
In arrivo in Italia una nuova ondata di fallimenti. Il moderato calo delle insolvenze aziendali nel mondo non sembra destinato a durare a lungo. Almeno nel caso della Penisola, dove le previsioni mostrano segnali di deterioramento per gli ultimi mesi del 2010 con un peggioramento più marcato nel prossimo anno.
Sono le previsioni messe a punto da Euler Hermes Siac (Ehs), secondo cui il risanamento progressivo dell’economia mondiale dovrebbe coincidere globalmente con un calo del volume dei fallimenti aziendali (-3% nel 2010 e -5% nel 2011) rispetto agli aumenti storici registrati nel 2008 e 2009. «Le insolvenze aziendali dovrebbero calare sensibilmente nella regione Asia-Pacifico (-9% nel 2010) e, dopo un biennio di forte crescita, anche negli Stati Uniti (-10%)», hanno avvertito gli analisti di Ehs. Ma, a partire dal prossimo anno, il numero di fallimenti tornerà a salire in molti paesi europei, con particolare riferimento all’area del sud. In Irlanda, per esempio, il numero di insolvenze sembra destinato a crescere nel 2011 del 9% rispetto ai valori di quest’anno. Dovrebbe andare ancora peggio alla Spagna (+10%) ma anche all’Italia (+14%) e soprattutto alla Grecia (+25%) a dispetto di quanto pronosticato per gli altri paesi della zona euro dove il trend, sebbene crescente, segnerà un andamento più contenuto. In Portogallo, le stime per il 2011 parlano di una crescita delle insolvenze del 5%, in Germania dell’1%, in Francia del 2% e in Austria del 5%. «Le aziende, in particolare europee, saranno sempre sotto pressione fino al 2011», ha spiegato Massimo Falcioni, direttore centrale di Euler Hermes Siac, «nel momento stesso in cui le misure di sostegno all’economia volgono al termine, dovranno farsi carico di una situazione in cui le prospettive di attività sono sempre insufficienti, dopo aver agito su tutte le leve possibili e con il perdurare di rischi importanti (materie prime e condizioni di finanziamento in primis)». Le previsioni di Ehs mostrano dunque che, nonostante i segnali positivi dei primi mesi 2010, il ritorno a condizioni di piena funzionalità dei mercati finanziari e creditizi avviene ancora con lentezza, condizionando il percorso del recupero produttivo. «La ripresa economica dell’Italia, sospinta dalla domanda estera, sarà ancora stentata anche a causa della debolezza della moneta statunitense», hanno avvertito gli esperti secondo cui, tuttavia, il livello del Pil per il biennio 2010-2011 si prevede in crescita dell’1% circa. Valore non ancora sufficiente per far recuperare i livelli di produttività persi durante la crisi e frenare il tasso di crescita delle insolvenze.