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 2010  ottobre 25 Lunedì calendario

P.A. INDEBITARE PER 70 MILIARDI DI EURO

[In allegato i giorni media di ritardo della pa europee]
Quattro punti percentuali del pil, pari cioè a oltre 70 miliardi di euro. Molto di più rispetto ai 37 miliardi di euro stimati dal ministero dell’economia. Sarebbe questa la massa debitoria della pubblica amministrazione italiana secondo le ultime rilevazioni della Fondazione di ricerca sulla p.a., Astrid, presieduta da Franco Bassanini. Un bel fardello che rischia di mettere alle strette la capacità delle imprese italiane di continuare a lavorare come fornitori dello stato. E nello specifico della sanità pubblica, se è vero che le Asl e le aziende ospedaliere detengono un’esposizione debitoria verso i privati pari addirittura a 58,2 miliardi, di cui 37,8 nei confronti dei propri fornitori.

«Le imprese dei servizi non possono continuare a farsi carico dei problemi finanziari delle pubbliche amministrazioni. Per questo, serve una quantificazione esatta dei debiti commerciali della pubblica amministrazione insieme a un piano di rientro decennale», hanno fatto sapere i membri del Taiis, il coordinamento delle aziende del settore dei servizi. «Non possiamo più sostenere l’onere finanziario per fare fronte ai cronici e crescenti ritardi con i quali vengono pagate le prestazioni, pena gravi ripercussioni sulla nostra attività e sui livelli di occupazione», hanno aggiunto, sottolineando come in molti casi, l’utile aziendale venga assorbito dalle provvigioni bancarie, e in alcuni casi di maggiore difficoltà di accesso al credito, a rischiare sono anche gli stipendi dei lavoratori. Di qui, la proposta di una certificazione obbligatoria del debito e relativa classificazione. «Le imprese chiedono che entro pochi mesi si definisca esattamente la quantificazione dei debiti e si approvi una soluzione in grado di sanare la situazione pregressa in modo compatibile con i conti pubblici, passando per una certificazione obbligatoria del debito e la relativa classificazione», hanno spiegato dal Tavolo interassociativo delle imprese di servizi. «Tale percorso, infatti, potrebbe essere realizzato con un piano di rientro decennale del debito che non inciderebbe più dello 0,40% per anno sul Pil. Del resto, senza una soluzione adeguata del debito pregresso, lo stesso Federalismo nascerebbe con una pesante zavorra ai piedi, o non nascerebbe affatto». Una soluzione di questo tipo, secondo i proponenti, dovrebbe generare inoltre ripercussioni positive di carattere macroeconomico grazie alla recuperata capacità di spesa e di investimento che le imprese avranno a fronte al recupero di liquidità.