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 2010  ottobre 24 Domenica calendario

REPORT TREMONTI


Gabanelli, Santoro, Fazio, Saviano, Benigni. In questa settimana che si chiude, il dg della Rai Mauro Masi ha sgranato un lungo rosario di polemiche e attacchi. Da Viale Mazzini raccontano che non è ancora finita. Perché stasera a Report si aprirà un altro fronte importante e delicato: la trasmissione di Milena Gabanelli su Raitre si occuperà del vecchio studio di Giulio Tremonti, oggi studio Vitali-Romagnoli-Piccardi. I legali degli ex soci del ministro dell’Economia hanno già inondato di diffide i loro colleghi della Rai. E Masi ha litigato con il direttore della rete, Paolo Ruffini.
I due, Masi e Ruffini, si sono sentiti più volte negli ultimi giorni e una fonte riassume le loro telefonate così: «È in atto una forte turbolenza». Del resto, una puntata su Tremonti, temono i berlusconiani di Viale Mazzini, può trasformarsi in «un violento attacco al ministro che è anche azionista dell’azienda». Tasto dolentissimo. I falchi tv del Pdl aspetteranno stasera per dare il loro giudizio sulla puntata, ma il clima è di guerra, tanto per cambiare.
Già scottato dal Report su Antigua e le ville del Cavaliere, il partito della normalizzazione che fa capo a Masi è convinto che ormai c’è di fatto un fronte Gabanelli, dopo quello Santoro. Questo il ragionamento che si fa: «La Gabanelli ha sempre fatto inchieste approfondite e documentate ma adesso risente del nuovo clima che c’è. Le ville del Cavaliere ad Antigua non rappresentano nulla d’illegale. In questo caso la sola colpa di Berlusconi è di essere ricco». In pratica la linea dettata dal neoministro allo Sviluppo economico Paolo Romani, che ha mantenuto le deleghe alle Comunicazioni: «Gabanelli è brava ma la puntata su Antigua è stata odiosa». Perdipiù, accusano ancora da Viale Mazzini, «in quell’occasione Ruffini non ha avvisato Masi come avrebbe dovuto».
Stasera, dunque, si replica con Giulio Tremonti. L’inviato di Report si è presentato al suo vecchio studio, da cui ufficialmente il ministro è uscito, chiedendo di vedere le parcelle pagate dalla Bell del finanziere Emilio Gnutti detto Chicco per il contenzioso con il fisco sulle plusvalenze ricavate dalla vendita di Telecom a Marco Tronchetti Provera. Una vicenda che emerge anche dalle intercettazioni dei furbetti del quartierino sulla stagione delle scalate ad Antonveneta e Bnl. È proprio Gianpiero Fiorani che ai magistrati racconta che per la vertenza con l’Agenzia delle entrate la parcella pagata dalla Bell allo «studio Tremonti» è costituita da «una cifra importante: venti o venticinque milioni di euro». Insomma, il sospetto dei falchi del Pdl di Viale Mazzini è che stasera si proponga questa tesi: «Ecco gli affari del ministro dell’Economia che agli italiani chiede ancora sacrifici per la manovra economica».
La vicenda Bell-«studio Tremonti» inizia quando l’erario chiede alla cassaforte lussemburghese di Gnutti ben un miliardo e seicento milioni di euro sulle plusvalenze raccolte dalla transazione Telecom. La storia dorme per quattro anni perché, con Tremonti e il centrodestra al governo fino al 2006, l’amministrazione finanziaria rinuncia alla riscossione. Il fascicolo si riapre con la vittoria di Prodi e la Bell di Gnutti, controllata dalla Hopa, chiude la vertenza con un pagamento di molto inferiore alla cifra richiesta: 256 milioni di euro. Ufficialmente Gnutti è difeso dall’avvocato Dario Romagnoli e dal commercialista Claudio Zulli. Ma racconta Fiorani ai magistrati il 24 marzo 2006, nel carcere di San Vittore a Milano: «Gnutti mi aveva riferito dell’interesse di Tremonti a essere nominato consulente nell’operazione Antonveneta anche per un favore che gli doveva. Io ho ricollegato subito la vicenda all’operazione Bell... Gnutti mi disse che c’era stata una vertenza rilevante che riguardava le imposte dovute da Bell per l’operazione Telecom. Secondo me Tremonti tiene in scacco Gnutti». Per quanto riguarda la storia della parcella, Romagnoli ha sostenuto di non aver incassato più di 5 milioni di euro ma nel bilancio del 2005 di Bell sono annotati 31 milioni di euro da saldare proprio a lui e a Zulli.
Questi i fatti, in sintesi. Resta da vedere cosa succederà a Report stasera. Da Viale Mazzini spiegano che il fronte Gabanelli può essere risolto più facilmente della grana Santoro: «Berlusconi ha già chiesto un risarcimento in sede civile. Se Tremonti fa la stessa cosa, Gabanelli, che è un’esterna Rai, corre il serio rischio di rimanere senza manleva (ossia la tutela legale, ndr)». Ipotesi questa già ventilata dopo la puntata su Antigua. Che Masi, poi, voglia continuare sulla linea dello scontro frontale a tutto campo questo sembra certo. Appena qualche mese fa, i falchi del Pdl lo descrivevano «titubante e debole». Adesso la situazione si sarebbe ribaltata: «Sono stati i presunti falchi del cda a non seguirlo sull’ipotesi di licenziare Santoro dopo il “vaffanbicchiere”. E se Santoro commetterà altre infrazioni stavolta Masi andrà dritto sul licenziamento».
«Paradossalmente», raccontano ancora da Viale Mazzini «l’assedio a Masi sta facendo risalire le sue quotazioni a Palazzo Grazioli. È come se gli avesse portato lo scalpo morale di Santoro, facendogli capire che la situazione in Rai è più complicata. E che i problemi non vengono da lui ma da quelli del Pdl che stanno in consiglio. Sono loro a frenare. Il premier questo l’ha capito».