Claudio Fabretti, Leggo 25/10/2010, 25 ottobre 2010
GAS, È GIA’ EMERGENZA SCORTE
L’intoppo svizzero rischia di congelare l’Italia. Con l’interruzione del gasdotto Transitgas, che dura ormai dallo scorso 23 luglio, saltano infatti gli approvigionamenti di gas dal Nord Europa (25% dell’energia italiana) e si preannuncia un inverno in emergenza. Oggi a Berna si terrà il vertice fra Italia e Svizzera per cercare di risolvere il problema. I rappresentanti del dipartimento energia del Ministero dello Sviluppo Economico si confronteranno con le autorità svizzere sul mancato avvio dei lavori necessari alla ripresa delle importazioni di metano tramite il Transitgas, ma anche su una eventuale bretella, che dovrebbe aggirare l’area coinvolta dalla frana e la cui costruzione potrebbe richiedere tra i tre e i quattro mesi.
Per il ministero dello Sviluppo Economico l’interruzione del Transitgas (che ha una capacità di 8 miliardi di metri cubi l’anno) «non mette a rischio la sicurezza degli approvvigionamenti italiani, se non intervengono contestuali eventi straordinari, ma può implicare effetti sui prezzi del mercato del gas».
Ma il presidente dell’Autorità per l’energia, Alessandro Ortis ricorda che la carenza di infrastrutture energetiche nel settore del gas mette l’Italia «per l’ennesima volta» a rischio approvvigionamenti. E sottolinea che l’interruzione del gasdotto in Svizzera «sta determinando effetti significativi sul sistema gas italiano», riportandolo indietro di 5 anni. Così, se il Transitgas restasse fuori servizio anche nella seconda parte del periodo invernale, la disponibilità di punta «sarebbe appena sufficiente a far fronte al picco potenziale del prelievo giornaliero in caso di freddo eccezionale». Ortis ha anche ribadito la necessità di rivedere il meccanismo di incentivi alle rinnovabili che, ricadendo sulle bollette elettriche, rischia di essere troppo oneroso e iniquo per i cittadini.