Paolo Ottolina, Corriere della Sera 23/10/2010, 23 ottobre 2010
LA LUNGA MARCIA DEL PINGUINO
La marcia del Pinguino prosegue instancabile ma la meta resta lontana . Ogni anno il movimento di Linux spera nella conquista dei computer domestici. E ogni anno la speranza è disattesa. Le quote di utilizzo del software libero restano bassissime, intorno all’1 per cento (media ponderata su diverse rilevazioni web). Windows è ancora lontanissimo, inattaccabile, con percentuali bulgare.
Eppure il variegato universo di Linux, o meglio di Gnu/Linux come ci tengono a chiamarlo i duri e puri del «Free Software», cresce e ribolle di iniziative. A partire dal Linux Day, che va in scena proprio oggi in 135 città italiane (nel 2009 erano 123). Il tutto nello spirito comunitario e libero che contraddistingue la comunità dell’«open source»: nessun maxi-evento ma tante iniziative «dal basso» gestite direttamente dai locali Linux User Group (gruppi auto-organizzati). Solo a Milano e hinterland ce ne sono ben sei, segnalate sul sito della manifestazione (www.linuxday.it). Sono previsti incontri, conferenze, dimostrazioni e spesso le tradizionali «feste dell’installazione»: si va con il pc portatile notebook e gli esperti, sul posto, installano una versione di Linux e la configurano a puntino.
Un’ottima occasione per rendersi conto dei tanti progressi del Pinguino in termini di usabilità e di compatibilità con l’hardware. «Linux ormai non è più uno strumento per "informatici brufolosi" come nell’immaginario di qualcuno», spiega Luca Menini, uno degli organizzatori del Linux Day e nella vita direttore della Scuola di alta specializzazione ambientale del Veneto. Alcune versioni di Linux, come Ubuntu o Mint, risultano ormai in effetti alla portata di tutti: gradevoli graficamente, «amichevoli» nell’uso, dotate di tutti i software. Che cosa manca allora al Pinguino per diventare un sistema operativo davvero di massa? «Prevalentemente — aggiunge Menini — è un problema psicologico, legato all’abitudine. Il nuovo spaventa sempre. Paradossalmente è più facile far cominciare direttamente con Linux chi è digiuno di informatica piuttosto che convincere al passaggio un utente Windows. Il resto, purtroppo, lo fa l’ampia disponibilità di software a pagamento "piratato"». L’altro problema è che sono ancora poche le aziende e le scuole che hanno abbandonato il software a pagamento per quello libero. «Sarebbero ben contente, anche per ragioni di costi, ma spesso si resta con Microsoft perché i servizi di assistenza e consulenza sono più convincenti», spiega Fabio Marzocca, uno dei padri fondatori della comunità italiana Ubuntu. Si usa Windows in ufficio e di conseguenza si tende a farlo anche a casa.
Eppure, proprio in ambito aziendale, il Pinguino ha conquistato il mercato dei server. L’ultimo baluardo di Microsoft espugnato è la Borsa di Londra: a novembre dovrebbe essere completato il passaggio verso una piattaforma basata su Linux.
Paolo Ottolina