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 2010  ottobre 23 Sabato calendario

GIGANTI

Arrivano, nella Sala degli Arazzi del Palazzo dei Conservatori in Campidoglio, «I due lottatori» di Michelangelo e «Il Musico» di Leonardo. L’esposizione delle due opere anticipa l’appuntamento dell’autunno 2011, quando, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, i Musei Capitolini ospiteranno cento capolavori dei due maestri del Rinascimento con la mostra «Due italiani prima dell’Italia, Leonardo e Michelangelo», promossa da Roma Capitale e organizzata dall’associazione Metamorfosi e da Zètema in collaborazione con la Biblioteca Ambrosiana di Milano e la Fondazione Casa Buonarroti di Firenze. «I due lottatori» saranno visibili al pubblico dal 29 ottobre al 5 dicembre, seguiti, dall’8 dicembre al 16 febbraio 2011, da «Il Musico», mai uscito, in cinquecento anni, dall’Ambrosiana.
La scultura di Michelangelo, un bozzetto in terracotta, proviene dalla casa Buonarroti di Firenze nel cui inventario compare per la prima volta nel 1859, all’indomani del passaggio della Casa al godimento pubblico e alla sua costituzione in Ente. Angiolo Fabbrichesi, primo conservatore della Casa, identificò i corpi dei due lottatori in Ercole e Caco e segnalò l’esistenza di quattro frammenti, tra cui due teste e un braccio che suppose facessero parte del gruppo. Racconta Pina Ragionieri, direttrice attuale della Casa, che si arrivò alla riunificazione delle teste e del braccio con le due figure soltanto nel 1926, dopo che due grandi michelangiolisti, Giovanni Poggi e Johannes Wilde avevano confermato l’intuizione di Fabbrichesi.
Le notizie sull’origine dell’opera restano tuttavia abbastanza oscure. Se ne trovano tracce in alcuni documenti del 1506, quando i Medici commissionarono una grande scultura raffigurante Ercole e Caco che avrebbe dovuto affiancare il David davanti a Palazzo Vecchio. Ma nel 1525 fu incaricato del lavoro Baccio Bandinelli. Dopo la cacciata dei Medici, nel 1528 la Repubblica fiorentina diede di nuovo incarico a Michelangelo. Ma con la fine della Repubblica e il ritorno dei Medici, la commissione passò definitivamente al Bandinelli, che nel 1534 portò a termine il gruppo colossale tuttora collocato in piazza della Signoria. Oggi la critica tende a identificare i due lottatori come due ignote figure virili: sembra infatti difficile collegare il bozzetto alla commissione di Ercole e Caco, per il fatto che le proporzioni della terracotta appaiono incompatibili con quelle del blocco di marmo che avrebbe dovuto essere usato per l’opera. Assai controversa appare anche la genesi della tavola raffigurante «Il Musico», anche se ormai i maggiori studiosi di Leonardo sono concordi nel sostenere l’autografia dell’opera. Ma i critici hanno discusso per secoli intorno all’opera. «Intanto - racconta Pietro Marani, responsabile scientifico dei disegni di Leonardo all’Ambrosiana - perché è l’unico ritratto maschile tra i pochissimi, tutti femminili, pervenuti di Leonardo. Eccezionale anche la data dell’opera, che risulta la prima committenza privata eseguita dall’artista dopo il suo arrivo in Lombardia, quindi intorno al 1485, nello stesso periodo della prima versione della Vergine delle Rocce, e perciò da considerare opera precocissima, della prima maturità dell’artista di Vinci». Più problematica l’identificazione del personaggio raffigurato: dopo aver passato in rassegna tutti i principali musicisti e maestri cantori operosi all’epoca nel Duomo di Milano, la critica ha optato per Atalante Migliorotti, l’amico musicista che aveva seguito Leonardo da Firenze a Milano prima del 1484 e il cui ritratto è citato da Leonardo stesso in un elenco di opere redatto in un foglio ora nel Codice Atlantico.
Lauretta Colonnelli