Guido Olimpio, Corriere della Sera 23/10/2010, 23 ottobre 2010
WIKILEAKS, NUOVO SCOOP «ECCO GLI ORRORI IN IRAQ» RIVELAZIONI SU CALIPARI — E’
stata una soffiata-trappola di Al Qaeda a provocare la sparatoria costata la vita allo 007 del Sismi Nicola Calipari nel marzo 2005 a Bagdad. Dopo aver ricevuto un riscatto di 500 mila dollari, sheikh Husayn, il capo della gang terroristica, libera la giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena, che era stata rapita un mese prima. E la consegna a Calipari intimandogli di dirigersi verso l’aeroporto della capitale. A questo punto il militante avvisa il Ministero degli Interni iracheno: fate attenzione, una vettura Corolla (stesso modello di quella che trasportava la giornalista e lo 007) è in realtà un’autobomba. L’informazione viene passata a tutte le unità — comprese quelle americane — schierate nella zona. Ed è così che nei pressi di un posto di controllo i soldati statunitensi aprono il fuoco sulla Corolla uccidendo Calipari.
Questa versione — data dallo stesso Husayn sotto interrogatorio — era già emersa ma ora ha una ulteriore conferma dai documenti sulla guerra in Iraq diffusi ieri da Wikileaks attraverso il New York Times, il Guardian, lo Spiegel e Al Jazeera che ha deciso di rompere l’embargo fissato per le 10 di questa mattina.
Quello dell’agguato è solo uno dei 400 mila file dedicati al conflitto iracheno per il periodo 2003-2009, con eventi verificatisi anche sotto la presidenza Obama. Rapporti che svelano il volto brutale della guerra, con torture, uccisioni di innocenti, civili mandati avanti su strade minate, terroristi che impiegano donne e bambini down. Un altro scoop di Wikileaks che ha messo da giorni in allarme il Pentagono. Ma, non appena sono usciti i file, gli ufficiali hanno reagito affermando che «non c’è nessuna sorpresa, perché gli episodi denunciati sono stati a suo tempo riportati dagli organi di stampa».
Vediamoli in sintesi. Le vittime del conflitto sono state almeno 109 mila e il 63 per cento erano civili: 15 mila iracheni avrebbero perso la vita in episodi non conosciuti. Nonostante regole e disposizioni, nelle prigioni irachene si è fatto ricorso a violenze, abusi, vessazioni che poteva essere evitati se gli Usa avessero esercitato un reale controllo. Interessanti le carte sulle trame iraniane perché gettano nuova luce su pasdaran e milizie sciite. Un coinvolgimento provato da forniture di armi, bombe sofisticate per attentati e aiuti. Sempre i khomeinisti hanno catturato tre escursionisti statunitensi in territorio iracheno e poi li hanno trasferiti oltre confine accusandoli di essere delle spie. Una di loro — una ragazza — è stata liberata mentre i due suoi amici rischiano una severa condanna.
Guido Olimpio