S. Mon., Corriere della Sera 23/10/2010, 23 ottobre 2010
RIFORMA DELLE PENSIONI. IL SENATO DICE SI’. LA PIAZZA NON SI FERMA —
Il Senato approva la riforma delle pensioni, gli studenti proclamano un’altra giornata di mobilitazione. Maggioranza e movimento di protesta vanno avanti. Ognuno per la sua strada.
La giornata di ieri segna comunque un punto a favore del governo: dopo il voto dell’Assemblea nazionale del 15 settembre, è arrivato il sì del Senato con 177 voti a favore e 153 contrari, grazie a una procedura di urgenza che ha consentito di evitare la discussione dei 257 emendamenti presentati dalla sinistra. «Il ricorso al voto bloccato è l’ennesimo atto di prepotenza di Nicolas Sarkozy — ha detto la leader socialista Martine Aubry —, dopo il dibattito censurato all’Assemblea nazionale questa nuova offesa al Parlamento è scandalosa». Il ministro del Lavoro Eric Woerth, relatore indebolito dallo scandalo Bettencourt, ha parlato invece di un «momento solenne, perché è l’ora della lucidità, della responsabilità e del coraggio. Verrà il giorno in cui i nostri avversari ci saranno riconoscenti». Quel giorno è per ora molto lontano, e il clima è sempre più velenoso: Sarkozy è tra l’altro accusato (dal sito Médiapart.fr) di favorire con questa riforma gli affari del fratello Guillaume, a capo del grande gruppo di assicurazioni integrative Malakoff Médéric.
L’approvazione di ieri sera era importante soprattutto da un punto di vista simbolico, perché permette al governo di affrontare le vacanze di Ognissanti appena iniziate con la speranza di vedere finalmente affievolirsi la protesta. I prossimi passaggi dell’iter legislativo sono l’esame del provvedimento, lunedì, da parte della commissione mista Assemblea-Senato, per uniformare il testo e sottoporlo a votazione definitiva mercoledì prossimo. Infine, ci sarà l’esame della Corte costituzionale.
Per niente impressionati dalla fermezza del governo, anzi semmai resi più determinati, gli studenti hanno indetto per martedì 26 ottobre una nuova giornata di protesta per dimostrare che la lotta continua anche durante le vacanze. Seguiranno poi gli scioperi organizzati dai sindacati per giovedì 28 ottobre e sabato 6 novembre. Il presidente Sarkozy scommette sulla rapidità dell’approvazione parlamentare e sulla concomitanza della pausa scolastica: nella prima metà di novembre ha già programmato il rimpasto ministeriale, la riforma delle pensioni potrebbe a quel punto essere giudicata come un fatto acquisito. Opposizione, sindacati e studenti sembrano invece galvanizzati dal braccio di ferro, e dalla tensione che continua ad attraversare il Paese. Ieri i gendarmi hanno riaperto con la forza la raffineria di Grandpuits (Seine-et-Marne), che come le altre 11 sono ferme da giorni compromettendo i rifornimenti di carburante. Dopo gli incidenti di Lione un altro punto caldo resta Marsiglia: il porto è bloccato, e lo sciopero nella raccolta dell’immondizia sta generando enormi cumuli di rifiuti ammassati lungo le strade del centro. Il Senato ha detto sì, ora la replica tocca ai manifestanti.
S. Mon.