Virginia Piccolillo, Corriere della Sera 23/10/2010, 23 ottobre 2010
IL PREMIER E RIFIUTI «SOLUZIONE IN 10 GIORNI» E MANDA BERTOLASO —
«Dieci giorni per tornare alla normalità». La promessa di Silvio Berlusconi è impegnativa. Meno di due settimane per smaltire i rifiuti, depurare l’aria e far tornare a casa la popolazione inferocita. Senza intervenire come propone di fare Umberto Bossi, «prima che ci scappi il morto».
Il premier estrae la formula al termine del Consiglio dei ministri che ha ridato i superpoteri sull’immondizia vesuviana al capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. Salito in elicottero subito dopo il vertice con il sottosegretario Gianni Letta, i ministri Giulio Tremonti, Roberto Maroni, Stefania Prestigiacomo e il governatore della Campania Stefano Caldoro, Bertolaso è volato a Napoli. Propiziato dalle parole del capo dello Stato: «Era necessario e urgente che il governo si assumesse le sue responsabilità: e oggi l’ha fatto al più alto livello». Napolitano dice di aver seguito con «profonda pena e crescente allarme la nuova crisi dei rifiuti a Napoli, le gravi tensioni che sono insorte e la situazione di avvilente degrado che essa ha determinato in provincia e in città». Ma lancia un appello affinché «nessuno — nessuna istituzione, nessuna comunità, nessuna forza politica — si sottragga alle proprie responsabilità, al dovere di contribuire al superamento della crisi». Nemmeno i napoletani da cui dice di attendersi «comportamenti ispirati a un rinnovato, più forte senso civico e spirito di solidarietà».
Dunque si va avanti. «Si tira dritto» aveva detto Berlusconi ai giornalisti, con i quali aveva ridimensionato l’allarme «eversione»: «Sono solo manifestazioni locali». Ma, aveva aggiunto, «bisogna applicare il piano rifiuti senza esitazioni». «Non serve alcun piano d’emergenza, il fenomeno non è così esteso e grave», e, a parere del ministro Fazio che gli ha consegnato una relazione , nemmeno preoccupante per la salute dei cittadini. Anche se ieri Legambiente ha presentato una denuncia alla procura di Nola per disastro ambientale. Berlusconi promette anche che «queste cave saranno coperte di terra e si potrà impiantarvi boschi o parchi». Ma in futuro. Per ora il premier garantisce lo stop «agli odori e ai miasmi» che «giustamente alla r ma n o la popolazione». Quindi via libera ai «professionisti della Protezione civile» cui il prefetto di Napoli ieri ha affidato i compiti finora svolti da «Asia», la municipalizzata cittadina. Secondo Bertolaso a generare gli odori sarebbe stata la malagestione dei rifiuti: non veniva più trasferito a Terzigno solo il «secco», ma anche la spazzatura marcescente. E non veniva ricoperta dalla terra come sotto la gestione della Protezione civile quando, ricorda Berlusconi, «non c’erano miasmi». «Napoli — ha sottolineato Bertolaso — soffre il problema smaltimento rifiuti da due settimane, da quando la vicenda Terzigno si è complicata. Negli altri momenti è ordinariamente sporca perché la raccolta e la differenziata hanno avuto battute d’arresto».
Nella gestione del caos rifiuti e dei 14 milioni di compensazione sarà coinvolta stavolta anche la regione Campania. «La soluzione al problema rifiuti in Campania che avevamo individuato è assolutamente valida e duratura nel tempo» ha scandito Berlusconi, una replica alle critiche ricevute in questi giorni. Glissa invece sulla domanda dei manifestanti: sarà aperta cava Vitiello? Contro l’ipotesi di raddoppiare le discariche nel parco nazionale del Vesuvio ieri si è scagliata anche la presidente della commissione d’inchiesta parlamentare Ue sui rifiuti in Campania, Judith Merkies, dicendo: «Si possono scordare di vedere sbloccare i 145 milioni di euro di fondi europei attualmente congelati dalla Commissione europea». Ma nel piano la cava c’è e il piano va avanti.
Virginia Piccolillo