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 2010  ottobre 23 Sabato calendario

PERCHE’ LA LOMBARDIA VA E LA CAMPANIA E’ IN CRISI —

Nell’Italia del 2008 circa il 45% dei rifiuti urbani, pari a meno di 16 milioni di tonnellate, è finito in discarica. Il resto va invece tra inceneritori e altri impianti di trattamento. È il dato più recente, ma ancora attuale, registrato dal «Rapporto 2009 sui rifiuti urbani» dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), che la dice lunga sulla strada che ancora c’è da fare nella gestione dei rifiuti nel nostro Paese. Questa italiana è una percentuale di poco superiore a quella registrata tre anni fa nell’Europa dei 27, pari a circa il 42%. Laddove però si distinguevano performance assai diverse: dalla Germania con meno del 10% dei rifiuti in discarica, al quasi 40% della Francia, fino al 60% della Spagna e al 100% della Bulgaria.
Le discariche
L’analisi Ispra evidenzia che lo smaltimento in discarica nel 2008 in Italia è calato solo dell’1,8% sul 2007. Le discariche due anni fa erano 244, con una diminuzione di 25 unità imputabile al Sud del Paese, con 25 impianti operativi in meno, di cui 11 in Sicilia e 6 in Molise. La Campania, come le cronache di questi giorni dimostrano, costituisce un caso a sé: insieme con la Val d’Aosta nel 2008 figurava tra le regioni con il minor numero di discariche: 3. Ma è noto che in quella regione consistenti quantità di rifiuti sono state stoccate in attesa della costruzione degli inceneritori previsti dal Piano di gestione, e non hanno ancora trovato una collocazione definitiva, determinando il protrarsi di gravi situazioni di emergenza. I siti di stoccaggio hanno accolto annualmente, a partire dall’anno 2002, circa 1 milione di tonnellate l’anno di rifiuti sotto forma di «ecoballe», superando, alla fine del 2008, i 6 milioni di tonnellate. Sommando a questi la quota di rifiuti finiti in discarica, nel 2008 si supererebbero i 2 milioni di tonnellate di rifiuti smaltiti, quota rimasta pressoché costante negli anni.
Lo smaltimento
Il Paese appare diviso in due sia nella fase della produzione sia in quella della gestione dei rifiuti. Restando allo smaltimento, il Nord nel 2008 mostra una riduzione percentuale dell’avviamento in discarica in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Liguria. Anche se non va trascurato come da queste regioni vengano inviati consistenti flussi di rifiuti verso impianti extraregionali (sia discariche sia inceneritori o cementifici) localizzati anche al Sud. Certo, quei rifiuti vengono pretrattati prima di migrare: al Nord vengono pretrattati il 36% dei rifiuti complessivi ma ne vengono smaltiti solo il 31%, il restante 5 va fuori. Al Sud il rapporto si inverte: se ne tratta il 24% ma nelle discariche ne affluisce il 34%, sono quindi importatori di rifiuti.
È la Lombardia a mantenere il primato virtuoso di regione che smaltisce in discarica la percentuale inferiore di rifiuti: l’8% con un miglioramento (-14%) rispetto al 2007. Al centro e al Sud le uniche due percentuali inferiori al 50% si registrano in Campania (38%) per la quale, tuttavia, considerando le quote di rifiuti stoccati, la percentuale sale al 75% e in Calabria (48%). In termini assoluti, il Lazio si conferma la regione che smaltisce in discarica la quantità maggiore di rifiuti, oltre 2 milioni e 800 mila tonnellate, corrispondenti all’86% dei rifiuti prodotti. La sola provincia di Roma ne manda in discarica oltre 2,1 milioni di tonnellate, quasi 1,5 milioni dei quali nel comune di Roma. I rifiuti vengono, comunque, perlopiù sottoposti a trattamento preliminare.
Nel 2008 il numero di impianti di incenerimento operativi si è mantenuto sostanzialmente invariato: 49, rispetto ai 47 dell’anno precedente. In questi impianti affluisce una percentuale pari al 10,9% dei rifiuti, a fronte di un 22% che subisce invece un trattamento meccanico biologico, da cui derivano materiali di riciclo.
Gli inceneritori
La maggior parte degli impianti d’incenerimento operativi, quasi il 6 0 %, sono localizzati nel Nord, tra Lombardia e Emilia Romagna. Al Centro ci sono in tutto 13 impianti e 8 sono al Sud. L’analisi dei dati mostra che la maggior quantità di rifiuti è incenerita nelle regioni del Nord: oltre il 79%. È ancora la Lombardia a guidare la classifica con oltre il 50,5% del totale dei rifiuti urbani e Cdr (combustibile da rifiuti) mandati in fumo. Il fatto è che nel nostro Paese sembra ancora funzionare poco la fase della prevenzione, come dimostra il dato relativo alla produzione nazionale dei rifiuti urbani nel 2008, pari a poco meno di 32,5 milioni di tonnellate con una leggera contrazione (-0,2%), rispetto al 2007, che fa seguito alla sostanziale stabilità già riscontrata nel biennio precedente. Quel segno meno viene comunque considerato da Ispra positivamente perché segna un’inversione di tendenza forse determinata da innovazioni come i sistemi di tariffazione o il compostaggio domestico.
A livello regionale, è la Toscana a detenere il primato della produzione dei rifiuti pro capite, con oltre 686 chilogrammi annui per abitante, seguita da Emilia Romagna, Umbria e Liguria. I valori più bassi si riscontrano in quattro regioni del Mezzogiorno: Basilicata, Molise, Calabria e Campania. La media nazionale è di 541 chili a testa.
La differenziata
Un forte ritardo a livello nazionale registra ancora la raccolta differenziata che nel 2008 raggiunge una percentuale pari al 30,6% della produzione totale dei rifiuti urbani. Rispetto al 2007, anno in cui tale percentuale si assestava al 27,5% circa, si osserva, dunque, un’ulteriore crescita, sebbene non vengano ancora conseguiti né l’obiettivo fissato dalla normativa per il 31 dicembre 2008 (45%), né quelli previsti per il 2007 e il 2006 (rispettivamente 40% e 35%). Anche qui la situazione appare diversificata nelle tre macroaree. Infatti, mentre il Nord, con una percentuale pari al 45,5%, supera l’obiettivo del 45% fissato dalla normativa, il Centro e il Sud restano al 22,9% e al 14,7%. Tra il 2007 e il 2008 la crescita più rilevante nel Mezzogiorno si è avuto in Campania: 19% circa (13,5% nel 2007). Ma senza un adeguato livello di raccolta differenziata è difficile che i rifiuti possano avere un destino diverso dalla discarica. Antonella Baccaro

RIFIUTI PRO CAPITE:
Lombardia 515.44
Lazio 594.23
Emilia R. 680.38
Campania 468.49
Sicilia 526.11
Toscana 686.39
Veneto 494.33
Piemonte 509.4
Puglia 523.37
Liguria 611.82
Calabria 459.13
Marche 551.4
Sardegna 506.68
Abruzzo 523.92
Friuli V. G. 497.11
Umbria 613.07
Trentino A. A. 496.48
Basilicata 386.41
Molise 419.93
Valle D’Aosta 607.54