Marco De Risi, Il Messaggero 23/10/2010, 23 ottobre 2010
UCCIDE IL VICINO CHE L’AVEVA PICCHIATO
Un omicidio scaturito dalla disperazione e dalla vendetta. Due colpi di pistola al vicino di casa, l’epilogo di una lite sul pianerottolo. Massimiliano Ganzevic, 29 anni, giardiniere, colpito alla testa, è morto all’istante: si è accasciato vicino la porta d’ingresso.
L’uomo che ha sparato, Giancarlo Di Francesco, 34 anni, piccoli precedenti penali, moglie e tre figli, è stato arrestato poco dopo dai carabinieri: ora è in carcere con l’accusa di omicidio volontario.
Il dramma è accaduto ieri pomeriggio verso le 17 nella periferia dei “ponti” di cemento armato al Laurentino 38, in via Domenico Giuliotti. Sarebbe stata proprio la disperazione spingere Di Francesco a uccidere, stanco di subire l’ennesima angheria da Massimiliano Ganzevic descritto dai vicini come un violento e che poco prima aveva aggredito non solo Giancarlo Di Francesco ma anche alcuni pensionati del vicino centro anziani.
«Certo, uccidere è una cosa orrenda - commentavano ieri pomeriggio i vicini - ma l’uomo a cui ha sparato Giancarlo rendeva la vita impossibile a tutti noi che abitiamo al sesto ponte». Un uomo violento e robusto di corporatura il giardiniere. «Fino alle undici del mattino - commenta un vicino - era una persona normale. Poi quando iniziava a bere, diventava un problema incontrarlo. Minaccioso e arrogante».
Massimiliano Ganzevic abitava al civico 9 di via Giuliotti così come il suo assassino. Ieri pomeriggio l’ennesima lite per uno sguardo di troppo si è trasformata in un’aggressione: il giardiniere ha picchiato Giancarlo. Poi è andato al centro anziani, attaccato al palazzo, e ha preso a schiaffi tre pensionati. Per questo qualche condomino ha chiamato il 112. Anche alla polizia risultano alcuni interventi di qualche mese fa proprio per i comportamenti aggressivi del giardiniere. Ieri, in pochi minuti in via Giuliotti si è passati dalle mani alle revolverate. Giancarlo Di Francesco ha recuperato una pistola e si è presentato al quarto piano dove abitava il giardiniere. Era fuori di sé, ha ricoperto d’insulti il proprietario di casa, gridandogli in faccia che la doveva finire di comportarsi come fosse il “ras” del quartiere.
Poi la lite è degenerata: il manovale ha estratto la pistola e ha fatto fuoco uccidendo Ganzevic con due colpi alla testa. Un proiettile ha sfiorato la moglie del giardiniere che, in preda al panico e sporca di sangue per un vano tentativo di soccorrere il marito, è stata portata in caserma dai carabinieri insieme all’assassino.
La strada si è riempita di equipaggi dei carabinieri della Compagnia Eur, agli ordini del maggiore Rino Coppola, e anche dei colleghi della Scientifica. Decine di persone, giovani e anziani sono scese in strada. Una zona della città, quella dei “ponti” riqualificata rispetto agli anni ‘80 quando l’eroina e il crimine la facevano da padrone ma ancora oggi si respira il retaggio di quegli anni. Alcuni residenti hanno precedenti penali e la malavita dal quartiere non è scomparsa. Un elemento che sicuramente renderà la posizione dell’assassino ancora più pesante è la facilità con la quale è riuscito a recuperare la pistola. Non è escluso che nell’arco di poco i carabinieri arresteranno chi ha fornito l’arma al manovale perché si tratterebbe di una persona che abita ai “ponti”.
«Ora come faccio - gridava ieri sera la moglie di Giancarlo - ad andare avanti? Ho tre figli da crescere e mio marito s’è rovinato la vita. E’ stata una follia quello che ha fatto. Poco prima era venuto a casa e piangeva come un bambino per le botte ricevute da quell’uomo».