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 2010  ottobre 23 Sabato calendario

GLORIA NEL GOVERNO OMBRA E LA COLONIA DEI “BRITALIANI”

Alcuni ci sono da tantissimo, altri invece sono appena arrivati. Famosi o sconosciuti, sono oltre trecentomila gli italiani registrati all’Aire (anagrafe residenti all’estero), molti di più sono quelli di passaggio: finanzieri, non di rado bocconiani e milanesi doc, studenti e scienziati in fuga dalla repubblica italiana, poco più che turisti impazziti per la patria del rock.
Londra non è Parigi, non ha boulevard né ha ospitato mai un Modigliani, ma Notting Hill è un po’ la sua Rive Gauche, dai tempi in cui vi ha trovato rifugio don Sturzo che scappava dal fascismo, e prima di lui Guglielmo Marconi, in cerca di finanziamenti – già all’epoca! - per la scoperta che avrebbe cambiato la storia delle comunicazioni.
È LUNGO L’ELENCO di quelli che un corrispondente a Londra di lungo corso ha definito i “britaliani”. Divisi almeno in due categorie: quelli che hanno fatto fortuna sotto il Big Ben, e quelli che dalla “dolce vita” dei quartieri alti londinesi sono rimasti folgora-ti. Tra i primi va ricordato sicuramente Antonio Carluccio, sconosciuto in Italia, una vera “autorità” in Gran Bretagna. Nato a Vietri sul Mare nel 1937, arrivato come modesto importatore di vini nel 1975, è divenuto il simbolo del riscatto nazionale attraverso il cibo. Dai programmi per la Bbc ai libri di cucina, Carluccio è entrato nelle grazie di Sua Maestà, arrivando a ricevere il massimo titolo della Corona: cavaliere dell’Impero britannico. Lo chef ha fondato anche la sua catena di gastronomia e caffè italian style, oggi molto diffusa.
Italianissima, almeno di origine, Gloria De Piero, la neodeputata laburista più sexy del Regno. 37 anni, nata in Yorkshire da genitori molisani emigranti, è un’ex giornalista dalle forme generose. I tabloid le hanno affibbiato il nome maligno di “brown sugar” – zucchero grezzo – con allusione al suo successo con l’ex leader Gordon Brown, che l’ha voluta candidare. Da pochi giorni ha ricevuto un incarico nel governo ombra di Ed Miliband. Rimane residente a Londra Fabio Capello nonostante le disavventure post-mondiale.
DON FABIO APRE la categoria “allenatori italiani in trasferta in Uk”, di cui fanno parte anche Carletto Ancelotti alla guida del Chelsea per altri due anni, e Gianfranco Zola, con il West Ham, che però lo ha esonerato in primavera (o l’altro ex Di Matteo al l West Bromwich Albion); più fortunati, per il campione sardo, gli anni da giocatore proprio del Chelsea. Amatissimo dai tifosi, è stato onorato anche lui dalla Regina, che lo ha nominato Ufficiale dell’Ordine dell’Impero britannico.
A Londra sono passati l’attuale governatore della banca d’Italia Mario Draghi, al vertice della Goldman Sachs dal 2002 e il 2005, e l’attuale amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni, dal 1996 al 2002 alla guida di una industria che produce vetri per auto. Il fascino della City, si direbbe, ovvero il centro della finanza mondiale, che muoveva più capitali di Wall Street, almeno che prima che iniziasse la crisi subprime nel 2008 Per motivi del tutto diversi hanno stabilito a Londra la loro residenza due famosissimi: Valentino Rossi e Tiziano Ferro. Un po’ perché – nel primo caso pare accertato - sempre la City è generosa in fatto di tasse con chi diventa suddito di Sua Maestà. Un po’ perché – potrebbe essere il secondo caso – si tratta di una città liberale, dove chi è gay non ha bisogno di fare outing, perché è trattato con rispetto e gode di diritti come qualsiasi altro comune cittadino.
COME LA DE PIERO, anche il cantante-pop Paolo Nutini non ha praticamente nulla d’italiano, se non il nome e le origini. Padre toscano, di Barga, madre scozzese. Classe 1987, una fama che cresce e si espande come un boomerang anche nel nostro Paese, è l’idolo delle teenagers. Bello, maledetto quel tanto che basta. E con un sorriso aperto che fa andare con la fantasia alla campagna intorno Lucca, da cui suo padre si trasferì per cercare fortuna nelle terre del nord. Che soddisfazione sarà per il suo babbo, avere un figlio di successo. Lui sì che del figlio può dirlo forte: un vero “britaliano”.