ANGELO AQUARO, la Repubblica 23/10/2010, 23 ottobre 2010
ARGENTO E GIACIMENTI D´ACQUA ECCO I TESORI NASCOSTI NELLA LUNA - NEW YORK - "O
falce di Luna calante che brilli su l´acque deserte, o falce d´argento...". Ebbene sì, aveva ragione lui, il Vate. Ci sono voluti più di cent´anni ma la Nasa, finalmente, ha confermato: la Luna, come cantava Gabriele D´Annunzio, è davvero d´argento.
D´accordo, si tratta di una quantità piccolissima. Però è il segnale di una ricchezza di sorprese che il satellite può ancora riservarci. Perché non c´è soltanto l´argento nel bottino spedito virtualmente a terra dal satellite Lro, il Lunar Reconnaissance Orbiter. C´è, soprattutto, l´acqua, tanta acqua, molto di più di quanto sperato. E l´acqua è, si sa, il bene più prezioso di tutti. Non soltanto perché una bottiglia di minerale, lassù, costerebbe 50 mila dollari: il prezzo di qualsiasi cosa che verrebbe spedita dalla Terra. Ma soprattutto perché la sua presenza è condizione determinante per impiantarci una stazione spaziale.
E qui vengono i guai. Quantomeno, e ti pareva, per il povero Barack Obama. Per i noti problemi di deficit, il presidente ha dovuto combattere una battaglia stellare con il Congresso per tagliare i fondi del programma Constellation, di cui questa missione da 79 milioni di dollari fa parte. E adesso la Nasa si trova nell´imbarazzante situazione di aver scoperto l´acqua (e l´argento, e tutto quanto verrà) ma non poter più rispedire l´uomo, come aveva programmato, entro i prossimi vent´anni. Con l´India che pensa invece di arrivarci già nel 2020 e la Cina e il Giappone a seguire.
Tant´è. Per adesso la Nasa si gode la sensazionale scoperta. Il professor G. Randall Gladstone spiega su Science che la spiegazione si chiama «trappola cosmica». L´acqua composta d´argento, ammoniaca, ossido di carbonio e altri elementi, si trova in un cratere chiamato Cabeus, vicino al Polo Sud, nella parte della Luna che il sole non bacia mai: The Dark Side of The Moon, appunto. Ma proprio il freddo glaciale, che gela anche qualsiasi speranza di vita, ha creato invece la condizione perché lì si raccogliessero i detriti provenienti da tutto l´universo. Non c´era energia da riscaldare le molecole e farle rivolare via: e le sostanze si sono accumulate per miliardi di anni.
Così quando Lcross, un razzo grande quanto un Maggiolino Volkswagen, un anno fa si è lanciato su Cabeus alla velocità di novemila chilometri all´ora, l´impatto ha sollevato quell´impasto di 155 chili di polvere e ghiaccio che riposava dall´eternità. Le analisi a terra hanno poi sciolto la sorpresa. L´acqua presente sarebbe il 5, 6 della massa del cratere, che è almeno il doppio di quella nel Sahara, stimata dal 2 al 5 per cento. Molto più che una oasi, insomma. Dice a New Scientist Anthony Colaprete, il ricercatore Nasa a capo della missione, che ci potrebbero essere quasi 4 miliardi di litri di acqua nel raggio di dieci chilometri dal cratere. Acqua che potrebbe essere utilizzata per bere. O trasformata in carburante per i viaggi che da lì l´uomo potrebbe lanciare, magari verso Marte, e che trasportata da Terra avrebbe appesantito di costi insostenibili qualsiasi missione.
E l´argento? Sulla Terra la sostanza viene concentrata attraverso quei processi geologici che difficilmente potrebbero essere avvenuti sulla Luna. E l´emissione ultravioletta dal cratere, subito dopo l´impatto del razzo-maggiolino, suggerisce che l´argento proviene dalla superficie. Dunque, potrebbe trattarsi di elementi volatili, come il mercurio e il magnesio, poi attirati in quella "trappola di freddo" chiamata Cabeus e fissati lì sul cratere. Peccato che dal professor Colaprete in giù gli esperti Nasa raffreddino anche gli entusiasmi: non ce n´è abbastanza da scavare, non fatevi illusioni. E addio poesia.