Luca Peretti, varie, 23 ottobre 2010
LA TV E INTERNET
Il primo ottobre per la prima volta un programma tv italiano, Le invasioni barbariche condotto da Daria Bignardi, è stato trasmesso in streaming live su Facebook contemporaneamente alla sua messa in onda su La 7. La diretta sulla pagina del programma (che ha quasi diecimila iscritti) è stata moderata da Gianluca Neri di macchianera.net.
Pochi giorni prima l’annuncio che Twitter interagirà con Google Tv (http://www.google.com/tv/): gli spettatori potranno lanciare tweets (i messaggi lunghi non più di 140 caratteri che si postano sul social network), seguire discussioni e interagire direttamente con le trasmissioni in corso.
Relazioni tra televisione e internet sono in corso da tempo. Alcuni programmi, specie oltreoceano, usano Twitter per commentare quanto sta andando in onda, come Jimmy Fallon ha fatto ai Video Music Award lo scorso settembre, facendo diventare i tweet parte della trasmissione. Un altro esempio è quello della replica dell’episodio pilota della serie Fringe, durante il quale la Fox ha fatto interagire attraverso Twitter attori e produttori con il pubblico e i fan. Un altro importante case study risale ad un anno fa, quando il profilo @ShitMyDadSays diventò una trasmissione televisiva che raccoglieva le frasi non proprio lucidissime del padre del proprietario dell’account (Justin Halpern). La Cbs decise di fare un format.
«È solo l’inizio di quello che si potrà fare mettendo in comunicazione Twitter e la televisione. Siamo eccitati di vedere cosa verrà dopo» (il post sul blog di Twitter il 4 ottobre che annuncia la collaborazione con Google Tv).
Google Tv è il progetto del motore di ricerca per far convergere sulla televisione di casa tutti i possibili canali e renderla pienamente interattiva con il web, costruendo un palinsesto fai-da-te. Il servizio dovrebbe partire in autunno negli Stati Uniti e approdare entro i primi mesi del 2011 in Europa. Il funzionamento è piuttosto semplice: la televisione riceve già i canali digitali, satellitari e via cavo, con una connessione a internet Google permetterà di scaricare quello che si vuole da internet, gratis o a pagamento. Con l’interfaccia si organizzerebbe poi il palinsesto dei contenuti scelti e l’orario per vederli.
Google sta stringendo accordi con le reti televisive americane Hanno già sposato la proposta Amazon e Netflix, oltre al già citato Twitter. Anche la Sony, che connetterà le sue televisioni con un box Logitech, è partner dell’iniziativa, mentre Samsung e Lg presto imbarcheranno l’hardware nei loro modelli. Costo attuale negli Stati Uniti: 299 dollari, 500 con gli accessori.
Qualcosa del genere c’è già, è la Apple Tv e le televisioni di altri operatori come TiVo e Roku. La Apple è legato solo a iTunes, mentre quella di Google sarebbe molto più libera come contenuti. Quindi la Apple, oltre ad abbassare i prezzi, si è appena alleata con la News Corp di Murdoch per sostenere iTunes con il serbatoio Fox, a cominciare dalla trasmissione di programmi tv in pay per view a 99 centesimi.
«Il mezzo di comunicazione televisivo, inventato 50 anni fa, si sposa con quello più recente, veloce e potente, Internet e il Web» (Erich Schmidt, amministratore delegato di Google).
«Accesa la scatola che trasforma un apparecchio in una Google tv, ci verrà offerto un menù di ricerca simile a quelli che troviamo sui nostri computer: brutto colpo per il prestigio di quello che per mezzo secolo è stato il principale veicolo d’informazione e intrattenimento dei contemporanei, mentre in un impressionante effetto-domino, sempre più traballanti si fanno le prospettive degli altri veicoli di informazione tradizionali non aggiornabili in real time, quotidiani in testa» (dal Foglio di sabato 9 ottobre).
In maniera illegale si possono già vedere su internet molte trasmissioni televisive. Gli eventi sportivi sono sempre stati molto richiesti, specie quelli più importanti – come i mondiali di calcio o la Champion’s League – che acquistati dalle tv a pagamento non sono disponibili sui canali free. Per trovare l’evento richiesto in genere basta digitare il nome (per esempio Roma-Inter) seguito da “in streaming” su Google e poi vedere quale dei vari risultati può essere utile. Ma, come detto, la visione di questi programmi su internet è in genere illegale.
Rai per una notte, la trasmissione di Santoro andata in onda nel marzo scorso contemporaneamente su internet e in televisione (alcune tv locali, Rainews e altre). Secondo le ricerche di Human Highway (http://www.humanhighway.it/index.php), il mezzo che contribuito maggiormente alla diffusione dell’evento è stato comunque la televisione con il 47,1% della torta, ma l’apporto dell’online è stato del 33,3%. Questa fetta di spettatori online è distribuita così: il 35,9% ha seguito l’evento in web streaming, il 7,3% sui social network (Twitter e Friendfeed soprattutto), il 6,9% sui quotidiani online, mentre il 10,1% è andato su più mezzi contemporaneamente.
Il 50% degli utenti usa l’internet tv ogni settimana, secondo una ricerca intitolata Consumo di Media Multiscreen 2010 condotta da ConsumerLab Ericsson su un campione rappresentativo di più di 300 milioni di consumatori in Cina, Germania, Spagna, Svezia, Taiwan, Regno Unito e Stati Uniti. Il 93% del campione guarda ancora la tv tradizionale almeno una volta a settimana, più del 70% accede settimanalmente a contenuti televisivi registrati o in streaming, mentre il 50% fruisce ogni settimana di video o tv on demand su Internet.
Negli Stati Uniti gli spettatori che guarderanno la televisione su internet saranno 43 milioni entro il 2015 (secondo una ricerca di Forrester Research).
Molte reti televisive trasmettono direttamente in rete. Lo fa anche la Rai, con i suoi canali analogici e quelli digitali. Purtroppo per problemi tecnici non si può accedere allo streaming live dei canali Rai dall’estero: cioè da dove è probabilmente più utile considerando che, a meno di non possedere la tv satellitare, all’estero non si può vedere la televisione italiana.
Vedere i programmi Rai, dall’Italia naturalmente, è piuttosto semplice. Bisogna collegarsi al sito dell’azienda, scaricare un programma – Microsoft Silverlight per Windows o Mac, Moonlight per Linux – e selezionare il canale che si desidera vedere. Lo streaming è in genere di pochissimi secondi in ritardo rispetto alla messa in onda televisiva, un problema di poco conto che diventa grande solo se si guarda la diretta di partite di calcio o altri eventi che si aggiornano in tempo reale.
Anche dall’estero però si possono scaricare programmi che permettono di vedere i canali Rai e non solo. Per esempio con Zattoo (http://zattoo.com/it) si possono vedere canali di molte televisioni, ma il programma, assolutamente legale, è disponibile solo in Danimarca, Francia, Germania, Spagna, Svizzera e Gran Bretagna. Quindi prima di usarlo in altri paesi occorre comprare un server in Svizzera, per 7 euro al mese al servizio Vpn Uk. Un servizio simile è quello di Ace Vpn, che fornisce direttamente un ip italiano e quindi consente di vedere direttamente la Rai.
Più complessa la situazione per Mediaset, che non permette la visione dei suoi programmi attraverso il sito ufficiale. Alcuni programmi si possono però vedere in differita al sito (ufficiale) http://www.video.mediaset.it. Anche la Rai offre un servizio simile all’indirizzo http://www.rai.tv/dl/RaiTV/da_rivedere.html.
http://www.coolstreaming.us/, piattaforma per vedere la tv su internet. Non completamente legale, e perciò spesso protagonista di beghe giudiziarie di vario genere, è una delle pioniere del genere e per anni è stata un punto di riferimento del settore anche in Italia.
Parlando di televisione su internet non si può non menzionare YouTube. Il grande contenitore di video, terzo sito per visite dopo Google e Facebook, contiene anche spezzoni di trasmissioni e spesso contribuisce alla diffusione virale di tormentoni e sketch nati in televisione, come ad esempio i vari Mai dire della Gialappa’s band che hanno avuto grande diffusione grazie a YouTube. Sul sito vengono anche pubblicati brevi video che talvolta diventano poi trasmissioni televisive o telefilm, o personaggi nati su YouTube fanno poi il salto in televisione: celebre il caso della scorsa estate delle “Calippo Girls”, le due ragazze intervistate sulla spiaggia di Ostia da un giornalista di Sky Tg24 diventate famose grazie al tam tam su YouTube e sui social network.
Televisione convergente. La tv oltre il piccolo schermo (LINKricerca, 2010) è il titolo, e il tema, del libro curato da Aldo Grasso e Massimo Scaglioni. Di cosa si tratta? Della televisione che non sta più solo nel piccolo schermo, nel mezzo televisore, ma va in luoghi diversi, online e offline. Un esempio, descritto sul blog di Link Magazine (http://linkmagazine.blogspot.com/), è quello dell’ultima edizione di X Factor. Non solo televisione quindi, ma una serie di iniziative che sfociano su internet: il liveblogging di TvBlog condotto da Malaparte (http://www.tvblog.it/post/21872/x-factor-4-la-quinta-puntata-di-martedi-5-ottobre-2010-il-nuovo-ingresso-e); le riletture di alcuni blog come TuttoFaMedia e Daveblog; i post de Il Post che descrivono e vanno alla ricerca degli originali delle canzoni cantate durante la trasmissione; e infine il notevole flusso della stanza dedicata a X Factor su FriendFeed (http://friendfeed.com/xfactoritaly).