Marcello Sorgi, La Stampa 22/10/2010, pagina 7, 22 ottobre 2010
Un rilancio eccessivo che prelude alla frenata? - La rottura, o la mezza rottura, della fragile tregua segnata tre giorni fa tra Pdl e finiani in materia di giustizia, non è certo definitiva
Un rilancio eccessivo che prelude alla frenata? - La rottura, o la mezza rottura, della fragile tregua segnata tre giorni fa tra Pdl e finiani in materia di giustizia, non è certo definitiva. In mancanza di un testo ufficiale delle proposte di riforma avanzate dal ministro Alfano, si lavora su ipotesi. Se le ipotesi sono quelle circolate ieri, non c’è ovviamente spazio per un accordo: un conto è la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante o la necessaria e conseguente ridefinizione della composizione del Consiglio della magistratura, punti contenuti nel programma di governo, sui quali Fini non potrebbe dire di no. Ma un altro conto sono invece l’aumento dei poteri del governo, e segnatamente del Guardasigilli, fino a concedergli l’assegnazione delle cariche direttive (finora riservate al Csm), o poteri ispettivi reali, e non formali come quelli che ha adesso, che gli consentirebbero di entrare nel merito del lavoro dei giudici, o ancora il ridisegno di un Csm in cui i membri laici, cioè politici, sarebbero in maggioranza rispetto ai togati. La sensazione è che l’accelerata di Alfano, fin qui molto prudente, abbia ragioni soprattutto tattiche. Il ministro sta cercando di verificare se esiste una vera disponibilità di Futuro e libertà a prendere in considerazione una riforma costituzionale dell’intero sistema giudiziario. Se verificherà che questa apertura esiste, sarà pronto, magari, a trattare su singoli aspetti che non fanno parte del programma. Si tratterebbe insomma di un rilancio un po’ forzato, ma pronto ad essere ridimensionato, per capire se i finiani continuino a stare al gioco, anche se pressati, tramite Internet, da una parte dei loro elettori, preoccupati di un cedimento sui temi della giustizia e della legalità, «identitari» per Futuro e libertà. Ma a questo affondo, se così si può dire, i finiani, per bocca della Presidente della Commissione Giustizia Giulia Bongiorno, hanno replicato alla stessa maniera. Dunque, piena disponibilità sul programma (per non farsi accusare di sabotare la riforma) e grande perplessità per le novità che ancora devono essere precisate. Così la palla continua a rimbalzare da un campo all’altro, e la partita procede senza che nessuna delle due squadre riesca a segnare un risultato. Di qui al Consiglio dei ministri che dovrebbe varare la riforma c’è ancora una settimana. Se la melina continua, non si può escludere un nuovo rinvio. Se invece Berlusconi veramente vuol cambiare l’equilibrio, previsto dalla Costituzione, tra potere politico e potere giudiziario, sarà difficile che ritrovi la sua maggioranza.