GUIDO RUOTOLO, La Stampa 22/10/2010, pagina 5, 22 ottobre 2010
Caldoro: “Equilibrio fragile. Un piccolo guaio e si rompe” (+ tabella jpg sulla crisi rifiuti) - Governatore Stefano Caldoro, l’emergenza rifiuti in Campania, come dimostrano i fatti di Terzigno, è esplosa di nuovo
Caldoro: “Equilibrio fragile. Un piccolo guaio e si rompe” (+ tabella jpg sulla crisi rifiuti) - Governatore Stefano Caldoro, l’emergenza rifiuti in Campania, come dimostrano i fatti di Terzigno, è esplosa di nuovo. Cos’è che non ha funzionato? «Quindici anni di non governo, di non decisioni che hanno fatto del caso Campania un caso unico in Europa. Qui non si è deciso di fare discariche, termovalorizzatori, non si è lavorato per garantire percentuali accettabili di differenziata. Tutto questo ci ha portato alla situazione attuale, che non è solo un problema di emergenza, ma è strutturale». Governatore, ha detto 15 anni. Quindi anche ben prima dell’era Bassolino. «Sì. Prima c’è stata la presidenza Rastrelli (Antonio Rastrelli, An, giunta di centrodestra, ndr). Il suo piano non fu attuato perché Rastrelli fu vittima di un ribaltone politico». Come siamo arrivati all’emergenza di queste ore? Rivolta antidiscarica e 1.400 tonnellate di rifiuti non raccolti a Napoli? «Con il governo Berlusconi, nel 2008, abbiamo risolto la fase dell’emergenza aprendo alcune discariche e mettendo a regime il termovalorizzatore di Acerra». Le discariche erano due, e furono approntate dal supercommissario Gianni De Gennaro... «Il fragile equilibrio trovato in questi anni è molto precario. Basta un piccolo imprevisto che la macchina si inceppa. E la colpa è in questo storico ritardo di 15 anni, un ritardo culturale. Dunque, il primo allarme scattò un paio di settimane fa, con una crisi di raccolta nel comune di Napoli per un contrattempo nel pagamento degli stipendi...». E poi c’è la rivolta di queste ore del Parco del Vesuvio che non vuole la nuova discarica... «E con la protesta e il blocco della discarica funzionante è entrato in crisi il sistema». Come presidente della Regione ha cercato di tamponare la crisi con un decreto che spalmava fino al 26 ottobre circa 900 tonnellate di rifiuti napoletani nelle discariche di Benevento, Caserta e Avellino. Cosa è successo? «Che i presidenti delle tre province (due di centrodestra, una di centrosinistra, ndr) hanno fatto ricorso al Tar, che però ci ha dato ragione riaffermando che il provvedimento non può prevedere proroghe. La reazione dei sindaci interessati alle discariche delle altre province è stata di chiusura: i sindaci hanno annunciato che avrebbero fatto le barricate per impedire lo sversamento dei rifiuti napoletani». Governatore Caldoro, la differenziata, gli altri termovalorizzatori, e poi gli impianti di compostaggio e il piano integrale rifiuti.... «La differenziata a Napoli è addirittura scesa intorno al 15%. Questo la dice lunga su quel deficit di cultura del ciclo integrale dei rifiuti. Ed è un deficit che dobbiamo colmare». Quale sarà il coniglio che uscirà domani dal cappello del prestigiatore Berlusconi? Le compensazioni? «Non so nulla. Posso dire qual è la posizione della Regione Campania. E cioé che, stante la legge sulla provincializzazione - che stabilisce che ogni provincia ha la sua discarica - Napoli dovrà aprire quella di Terzigno. Avendo esaurita la prima, e dovendo ancora attrezzare quella che prenderà il suo posto». Cosa avete fatto in questi primi mesi di governo di centrodestra, sul piano del ciclo integrale dei rifiuti? «Intanto abbiamo varato il piano regionale dei rifiuti speciali. Sempre ad agosto abbiamo risolto il contenzioso sullo sblocco dei suoli della Regione, dove si costruirà il termovalorizzatore di Napoli Est. E poi è stata avviata la costruzione degli impianti di biostabilizzazione dei rifiuti. Salerno, infine, sta per far partire la seconda gara per l’aggiudicazione dei lavori per il suo termovalorizzatore». Insomma, governatore, Terzigno dovrà accettare la discarica. «Noi ci batteremo per il rispetto della legge. Il messaggio che vogliamo lanciare è questo: una discarica fatta in piena regola, a maggior ragione se di rifiuti urbani, non è una fabbrica della morte. La discarica di Terzigno è semplicemente un impianto come ce ne sono centinaia in Italia e in Europa».