Nicola Sellitti, il manifesto 20/10/2010, 20 ottobre 2010
KEKA, IL BOSS CHE TRAFFICA COCA E GIOCATORI
Dunque, sarebbe colpa di Keka. Il mandante occulto dell’aggressione avvenuta a Marassi ai danni del portiere Stojkovic e della guerriglia degli ultranazionalisti serbi nella città ligure prima dell’incontro dei loro contro l’Italia. Lo rivela il quotidiano di Belgrado Blic. Keka, vero nome Dejan Stojanovic, è un trentaseienne trafficante di cocaina rifugiatosi in Sudamerica nell’ultimo anno. Tra le varie attività professionali svolge il ruolo di procuratore (poco ufficiale) di calciatori della Stella Rossa, dove riveste un ruolo decisivo nel mercato. Avrebbe così punito l’estremo difensore serbo per essersi trasferito in estate - senza il suo battesimo - dallo Sporting Lisbona in prestito, a costo zero, al Partizan. Le prime minacce a Stojkovic arrivano poco dopo il cambio di maglia. Poi la «dimostrazione di forza» di Genova, di cui ieri hanno discusso in una conferenza sul crimine a Vienna, il procuratore serbo responsabile per la lotta alla criminalità, Miljko Radisavljevic, e il procuratore nazionale antimafia Grasso.
Keka, con il suo secondo lavoro, ha accumulato negli anni milioni di euro, ma nell’affare Stojkovic la cassa è rimasta vedova. Ecco quindi - aggiunge Blic che svela fonti della polizia serba - l’ingaggio di motivati hooligan, pronti a ribadire il suo verbo. La fedina penale di Stojanovic non viene dalla tintoria. Oltre allo spaccio di stupefacenti, è incriminato per possesso illegale di armi mentre le accuse di omicidio a suo carico sembrano essere decadute. Secondo la polizia di Belgrado il trasferimento di Stojkovic al Partizan non è l’unica motivazione per gli atti vandalici di Genova. I sospetti si spostano nel vicino Montenegro e a un’altra figura di spicco della malavita, tale Darko Saric, incriminato per traffico di cocaina e riciclaggio. E mentre otto poliziotti hanno scortato circa cento supporter del Partizan ieri sera in Portogallo per il match contro il Braga in Champions League, cresce la tensione per il derby di sabato tra quest’ultima e la Stella Rossa. Il Partizan vuole la gara a porte chiuse, salvo che non vi siano garanzie scritte di sicurezza da Ministero dell’interno e l’altra squadra della capitale, che gioca in casa.