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 2010  ottobre 21 Giovedì calendario

LA VITTORIA DEI NEO - PAPÀ DUE SETTIMANE CON I FIGLI

Palloncini rosa e azzurri, le foto di neonati paciocconi appese nel parlamento di Strasburgo. «L´Europa ha bisogno di bambini se vuole garantirsi un futuro economico» spiega la deputata socialista Edite Estrela, mentre intorno a lei sembra una grande festa. Sei settimane in più per le mamme e due settimane per i padri.

Anche loro via dall´ufficio e precettati nell´accudimento dei figli. L´Europarlamento allunga il congedo maternità fino a venti settimane a pieno stipendio e per la prima volta cerca di spronare i neo papà a fare come le donne: un periodo a casa dopo il parto. Quattordici giorni di paternità interamente retribuiti, è questa la novità soprattutto per gli italiani.
Conquista simbolica che dovrebbe servire, almeno così sperano i promotori, a promuovere la natalità in quello che rischia di diventare un continente davvero vecchio: in molti Paesi, tra i quali l´Italia, il numero di anziani ha superato ormai quello dei giovani.
Un passo coraggioso. Fino a ieri, le settimane minime garantite dalla legislazione nei 27 paesi membri erano solo 14. L´Europarlamento è andato oltre la raccomandazione della Commissione, che aveva proposto di aumentare a 18 le settimane. Insieme a questa riforma, la risoluzione votata dal Parlamento di Strasburgo propone di garantire il diritto alla paternità per almeno due settimane, retribuite al 100% del salario. In Italia, le mamme possono già stare a casa venti settimane, anche se solo all´80% dello stipendio (integrato al 100% per alcune categorie). La decisione europea per incentivare i padri a occuparsi dei bambini dopo il parto rischia invece di riaprire il dibattito. Il congedo parentale garantito agli uomini infatti copre solo il 30% del salario, ed è anche per questo scarsamente utilizzato.
La relazione della relatrice Estrela è stata approvata con 390 voti a favore, 192 contrari e 59 astenuti. Il testo prevede anche di vietare il licenziamento delle donne dall´inizio della gravidanza fino ad almeno il sesto mese dopo la fine del congedo di maternità. Le neo-mamme, raccomanda ancora l´Europarlamento, devono poter tornare al loro impiego precedente o a un posto equivalente, con la stessa retribuzione, categoria professionale e responsabilità di prima del congedo. Tutte belle intenzioni. L´applicazione sarà però complicata. L´emendamento che innalza la soglia minima di permesso per le mamme è passato infatti per appena sette voti: 327 sì, 320 no e 30 astenuti. Bisognerà affrontare anche l´ostilità di alcuni governi europei. La Germania, paese con il più basso periodo di maternità dell´Ue (14 settimane), considera troppo costoso il provvedimento. «Non aiuterà le donne, anzi: le penalizzerà nella loro ricerca di lavoro» accusa Constance Krehl, un´eurodeputata tedesca. Il sottosegretario di Stato francese, Nadine Morano, ha calcolato che l´allungamento del congedo di maternità potrebbe costare 1,3 miliardi di euro alle finanze pubbliche. Capofila dei paesi ostili è la Gran Bretagna. In base alla risoluzione votata dall´Europarlamento, il prezzo per le casse dello Stato passerebbe da 2,2 a 4,5 miliardi di euro. Attualmente, le inglesi hanno una remunerazione modulabile e non piena durante il periodo di maternità. «Con queste nuove norme, si rischia di scoraggiare le aziende ad assumere donne» commenta Philippe de Buck, direttore di Businesseurope, la confederazione industriale europea. Si sa già che molti esecutivi europei ostacoleranno l´attuazione di questa riforma. Nonostante i palloncini colorati, è ancora presto per festeggiare.