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 2010  ottobre 21 Giovedì calendario

PDL, ECCO COME SI SCEGLIERANNO I DIRIGENTI DEL PARTITO. CON IL VIA LIBERA DI SILVIO

(v. anche frammento 1393332) -

Il Pdl sarà come una piramide dove al vertice ri­marrà lui, il presidente Berlusconi. Ma sotto, alla base, qualcosa è destinato a cambiare. Punto cardine sono le assemblee degli eletti, ossia i cosiddetti quadri del partito che, a livello locale, d’ora in poi dovranno coa­diuvare il Cavaliere nella scelta dei responsabili del partito in periferia. Fanno parte delle assemblee regio­nali i parlamentari europei eletti nella circoscrizione nella quale è compresa la regione, i parlamentari na­zionali, i consiglieri regionali, i presidenti di Provin­cia, i sindaci delle città capoluogo, i sindaci dei comu­ni superiori a 15mila abitanti. L’assemblea degli eletti in ciascuna regione indica al presidente il coordinato­re e il vice coordinatore vicario della regione. A Berlu­sconi viene segnalato il candidato che ha conseguito la maggioranza del 75% dei voti ma se nessuno rag­giunge questa soglia, al presidente vengono segnalati i primi tre candidati.
Lo stesso criterio funziona a livello provinciale per l’indicazione dei coordinatori e dei loro vice. In que­sto caso possono votare anche i consiglieri comunali nei comuni con numero di abitanti inferiore ai 15mila abitanti e, solo nelle grandi città, i presidenti di circo­scrizione e i consiglieri circoscrizionali. A questo livel­lo, invece del 75% dei voti, è sufficiente indicare il can­didato che ha ottenuto il 50% delle preferenze. In man­canza di ciò, sul tavolo del presidente arriveranno i nominativi dei primi tre classificati. Poi starà a Berlu­sconi fare la scelta.
In ogni caso non tutti hanno lo stesso peso all’inter­no delle assemblee. Il concetto cardine è quello del voto ponderato: a ogni elettore viene assegnato un pe­so specifico in virtù dell’importanza della carica rico­perta. Tradotto: la segnalazione di un parlamentare vale di più rispetto a quella di un consigliere circoscri­zionale. Altra novità in più in periferia: nei Comuni, entro i primi mesi del 2011, si terranno i congressi co­munali. Al congresso partecipano tutti gli aderenti e gli associati residenti o domiciliati. Il congresso eleg­ge il coordinatore comunale e un coordinamento co­munale composto da non più di dieci membri.
Al vertice della piramide, ossia a Berlusconi, restano comunque ampi poteri posto che all’articolo 6 della bozza di delibera votata dall’ufficio di presidenza si legge che «Il presidente può, ove sussistano ragioni particolari di opportunità... non dare seguito alle indi­cazioni delle assemblee ». La mission del Cavaliere, co­munque, resta quella di strutturare meglio il partito sul territorio evitando però l’eccessivo frazionismo. Le correnti restano bandite e, in futuro, andrà rivista anche la logica del 70/30, base sulla quale s’è ragiona­to per costruire il Pdl senza deludere né gli ex Forza Italia né gli ex An. A questo proposito sembra esserci l’accordo per cancellare il triumvirato che ora regge il partito a livello nazionale. Lo scopo è quello di arriva­re a un coordinatore unico. Ipotesi, questa, condivisa da tutti ma soltanto dopo un congresso e una modifica dello statuto.
FCr