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 2010  ottobre 20 Mercoledì calendario

IL FANGO SI PRODUCE ALL’ORDINE DEI GIORNALISTI


Arrestate l’ordine dei giornalisti al gran completo! Se hanno bisogno di una dritta poliziotti un tempo scafati come Antonio Di Pietro e come Gioacchino Genchi che datempo brancolano nel buio evocando dossieraggi eP3, P4 o P5 che li avrebbero messi nel mirino, ecco la soluzione finale a portata di mano. L’ordine dei giornalisti. E’ lì che ha sede la spectre, la centrale dei dossieraggi. Non così misteriosa, perché è addirittura online. All’indirizzo internet http://www.banchedatigiornalisti.it/, dove l’ordine nazionale, stipulando accordi con società distributrici di dati, ha messo a disposizione dell’intera categoria la possibilità di costituire un dossier su chiunque. Risparmio allo Stato un bel po’ di soldi, esiste un dossier su ciascuno dei personaggi più importanti della politica, della finanza, dell’im prenditoria e dello spettacolo italiano.
Visure al registro delle imprese con tutti i loro dati reddituali e societari. Visure al catasto con tutti i loro dati patrimoniali (famiglie comprese). Visure al Pra con le targhe auto e i relativi proprietari. Perfino le cartelle esattoriali che Equitalia ha emesso nei loro confronti. Tutti dati acquistati con la mia carta di credito e con il mio codice fiscale alla centrale dossieraggi dell’ordine dei giornalisti (sarà per questo scheletro nell’armadio che tutta la categoria tace in queste settimane di perquisizioni e di indagini su Giornale, Panorama etc…).
IL CASO GENCHI
I dossier non sono inediti, perché di volta in volta le informazioni raccolte sono state pubblicate. Nell’ultimo anno su Libero, in precedenza sugli altri giornali dove ho lavorato. Ieri ad esempio il povero Genchi si è lamentato con l’Unità: «Quando esplose il caso De Magistris, a lui hanno tolto le inchieste, contro di me si è messa in moto la macchina del fango. Uscirono vari articoli sulla mia vita privata. Uno in particolare, su Italia Oggi il 31 gennaio 2008 titolava così: «Abbiamo spiato lo spione: donne, soldi e case che furono degli assassini di Falcone». Insistevano sul fatto che avevo regolarmente acquistato casa a Palermo da un’asta giudiziaria…» Quell’articolo fece la fortuna dell’ordine dei giornalisti: perché per scriverlo ho dovuto lasciare buona parte dei fondi della mia carta di credito alla centrale dei dossier della categoria. Genchi lo sa benissimo, perché glie lo spiegai sulla sua pagina facebook. Ma da allora gioca a fare la vittima di presunti dossier (per altro notizi evere e non smentibili) lamentando una violazione della vita privata. Ed ecco qui il punto, che nel caso Genchi è lampante. Quelle informazioni patrimoniali e reddituali violano la privacy dell’ex poliziotto? Per la legge no, visto che tutti i dati sono pubblici. Per i codici dell’ordine dei giornalisti no, visto che sono distribuiti e venduti proprio lì. Ma è di fronte a tutti icittadini italiani che quel diritto alla privacy non può essere invocato da qualsiasi personaggio pubblico.
REDDITO PUBBLICO
Il reddito di Genchi non è un elemento privato. Questo signore è un dipendente degli italiani. È un poliziotto di alto grado, formato dalla Polizia dello Stato. Quando ha raggiunto una certa abilità e professionalità anche grazie aquella formazione a spese del contribuente, Genchi si è messo in aspettativa. E lo ha fatto per svolgere in proprio lo stesso lavoro che avrebbe potuto fare come poliziotto. Ha fondato una società con la sorella con la quale ha chiesto allo Stato (le procure di cui è divenuto consulente) centinaia di migliaia di euro per fare lo stesso lavoro che era tenuto a svolgere come poliziotto per uno stipendio lo comprendiamo non esorbitante. Genchi ottenendo unaaspettativa per lustri che non sarebbe stata concessa a nessun altro dipendente pubblico si è tenuta calda la poltrona da alto poliziotto e nel frattempo ha fatto fruttare per le proprie finanze privatela competenza acquisita grazie alla Polizia. Quindi sapere quanto fattura la sua società, quante cases ono state acquistate con quei fondi e quale consistenza patrimoniale è derivata da quella scelta è semplice servizio pubblico. Da quei documenti è emersa anche la situazione personale di Genchi: una prima moglie, una seconda moglie comproprietaria di casa. È una informazione non trascurabile sapere che Genchi si è risposato con un magistrato del tribunale di Palermo. Ed è altrettanto rilevante la notizia che con la nuova moglie Genchi sia riuscito ad acquistare a un’asta giudiziaria del tribunale di Palermo una casa sequestrata alla mafia. Con quella notizia abbiamos coperto: 1) Non è stato Angelin oAlfano a inventarsi di mettere all’asta i beni della mafia: avveniva già prima; 2) Non è vero che mettere all’asta i beni confiscati favorisca il riacquisto da parte dei mafiosi: ha favorito anche l’acquisto di Genchi; 3) Quando i tribunali fanno le aste giudiziarie se ne fregano di tutte le polemiche sui conflitti di interessi e non inseriscono nemmeno quella piccola norma che ci sarebbe in un’asta ministeriale: non possono parteciparvi i dipendenti dell’ufficio e i congiunti.
ALTRE SCOPERTE
Quante notizie utili si sono scoperte con un solo dossier dell’ordine dei giornalisti! Come è accaduto con Genchi, con mille altri. L’ordine dei giornalisti con le sue banche dati ci ha permesso di scoprire la supercasa con il supermutuo di Adolfo Urso, il fisco che insegue Italo Bocchino con tanto di ganasce applicate alla sua abitazione romana, ma anche la crescita esponenziale dell’impero immobiliare del premier Silvio Berlusconi, e tutti i beni della spartizione fra lui e Veronica Lario, così come le proprietà immobiliari dell’ex ministro Pietro Lunardi. Ci sono dati per tutti, utili, anzi utilissimi a raccontare notizie e a capirela realtà. Basterebbe dare un’occhiata ai dossier della banca dati dell’ordine dei giornalisti sul caso di Avetrana per smetterla di scrivere sbagliato un giorno sì e l’altrono il cognome delle sue sorellastre, madre e zia della povera Sarah Scazzi. Nel dossier è contenuto l’asse ereditario con tutti i beni. La mamma di Sarah ha ereditato sia dalla famiglia naturale che d aquella adottiva (case ad Avetrana, Manduria e Milano). La prima si chiama Spagnolo e la seconda Serrano. Lei porta entrambi i cognomi: Concetta Spagnolo Serrano. La sorellastra invece si chiama Cosima Serrano. Ma un giorno sé e uno no viene chiamata Spagnolo, perché nessuno ha consultato idossier…