f. fub., Corriere della Sera 21/10/2010, 21 ottobre 2010
THAILANDIA-ITALIA, LIBANO-PORTOGALLO: IL MONDO E’ SOTTOSOPRA?
Prima di tutto i fatti: i titoli a dieci anni del Tesoro italiano al 3,96% rendono più degli equivalenti titoli della Thailandia (3,12%), della Malesia (3,63%) e del Brasile (3,82%). Questi ultimi Paesi sono stati travolti da crisi valutarie e sul debito rispettivamente nel ’97 e nel 2001, ma oggi possono permettersi di finanziarsi a rendimenti meno allettanti del terzo più grande Paese dell’area-euro. Altri fatti? Il Libano galleggia su un deficit pubblico pantagruelico, ma assicurarsi contro l’insolvenza di Beirut costa meno che assicurarsi contro il default di Lisbona. E il Kazakhstan è considerato da molti affidato all’arbitrio di un satrapo, Nursultan Nazarbayev, ma assicurarsi contro la sua insolvenza costa meno che assicurarsi sulla Spagna. Il mondo sembra sottosopra e la spiegazione che generalmente si offre è che un eccesso di liquidità sta gonfiando bolle speculative nei Paesi emergenti. Questi ultimi peraltro si difendono: il Brasile ha iniziato a tassare prima al 2%, poi al 4% e ora al 6% gli investitori obbligazionari stranieri. La Thailandia percorre la stessa strada. Ma visto dai Paesi industriali, lo stesso fenomeno implica una domanda diversa: per attrarre investitori, oltre all’immobilismo del rigore, alla lunga non serve anche un po’ di crescita?
f. fub.