Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  ottobre 21 Giovedì calendario

FLORIS DANDINI

& C. LA RAI DEI NO CAV CI COSTA 5 MILIONI

Almeno un merito a Michele Santoro va riconosciuto. È stato l’unico a rendere noto il suo stipendio, pubblicando il Cud (il documento che certifica i compensi dei lavoratori dipendenti) sul sito Web di Annozero: 662.433,45 mila euro all’anno. Cifra lorda, ovviamente. Gli altri no. Gli altri compagni d’avventura di “Michele chi”, ovvero i conduttori di talk show e programmi vari, si tengono ben strette le loro dichiarazioni dei redditi, fedeli alla linea di coloro che hanno il cuore a sinistra, ma il portafoglio a destra. Perché è da quella parte politica che si ottiene di più. Fabio Fazio, tanto per dire, prende due milioni all’anno, garantiti per due anni. Il conduttore di Chetempo che fa, scuderia Endemol, ha siglato l’accordo con l’azienda nel 2009, trattando con l’attuale direttore generale Mauro Masi, non certo uomo di sinistra. Regola rispettata anche da Giovanni Floris, conduttore di Ballarò, il programma di Rai Tre diventato un vero e proprio caso per le numerose telefonate indiretta del premier. Floris percepisce dalla Rai un compenso che si aggira sui 450 mila euro all’anno vantando, però, un piccolo primato personale. All’inizio della passata stagione Floris ha formal-mente lasciato l’azienda, passando così fra le risorse esterne. Ma visto che il futuro è un’ipotesi, il conduttore di Ballarò ha chiesto e ottenuto di poter inserire nel contratto una particolare clausola grazie alla quale, quandolo riterrà opportuno, potrà tornare ad essere un dipendente Rai, e non più un libero professionista. Anche questo contratto, definito quanto mai strano perfino dall’Usigrai, il sindacato dei giornalisti della tv pubblica guidato da un amaggioranza di sinistra, è stato siglato da Floris con Masi.
Stampa ed ex presidente della Rai? Questa estate, rifacendosi al copione scritto da Santoro, la giornalista ha minacciato di non rinnovare il contratto, accampando problemi non meglio precisati. A stretto giro di posta è arrivata la risposta dell’azienda: accordo nuovo di zecca, con più puntate e sei seconde serate. La Annunziata è una di quelle che si tiene ben stretta il suo modello 740, salvo poi chiedere «più trasparenza» nei confronti della Rai. La conduttrice di “Inmezz’ora”, talk show politico della domenica, ha visto aumentare la sua presenza in video, con relativo aumento del compenso che si aggira sui 400mila euro. Il suo impegno è spalmato su undici mesi per un totale di 40 puntate, oltre a sei appuntamenti in seconda serata che si propongono di collocarsi «dalla parte dei cittadini».
Un cuore che batte forte per la Rai è quello di Serena Dandini e questa estate è andato più volte in fibrillazione, viste le turbolenze che hanno caratterizzato l’inizio di “Parla con me”, programma satirico di Rai Tre, diventato un cult per la sinistra radical chicche strizza l’occhio ai finian chic. La Dandini, alla settima edizione del programma, ha ottenuto il via libera dal cda e dal direttore generale, i “cattivi” di destra che però fanno lavorare quelli di sinistra, soltanto all’ultimo minuto, mettendo in salvo i suoi 700mila euro all’anno, garantiti dall’accordo che copre il suo impegno con la Rai. Eppoi c’è l’ultima arrivata, Maria Luisa Busi. La “pasionaria” del Tg1, l’anti-Minzolini, ha lasciato la conduzione per andare ad occupare uno spazio tutto suo su Rai Tre, prendendo il posto di Andrea Vianello. Sul compenso della Busi aleggiano varie leggende metropolitane, mastando alle voci dicorridoio il suo contratto dovrebbe aggirarsi sui 100mila euro all’anno. La Busi ha chiesto il distacco dal Tg1, al quale può tornare quando vuole. Evidentemente la “fatina bionda” di Saxa Rubra considera la conduzione di “Articolo tre”, partito con un flop negli ascolti (appena il 4% di share), soltanto una parentesi e non un punto d’arrivo. Chiudono la classifica la direttora del Tg3, Bianca Berlinguer, entrata nel novero dei direttori di testata, e dunque di coloro che percepiscono un compenso annuo nettamente superiore ai 200mila euro, considerato il fatto che va anche in video nella fascia notturna. Lo stesso vale per Corradino Mineo, direttore di Rai News, dato per giubilato da tempo, tanto da aver pronto il nome del sostituto, ma ancora saldamente al suo posto. Morale della favola Michele e i suoi compagni cic ostano qualcosa come 5 milioni di euro all’anno. E tutti per attaccare o criticare il Cavaliere. E la Rai paga