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 2010  settembre 20 Lunedì calendario

Anno VII – Trecentoquarantesima settimana Dal 13 al 20 settembre 2010Debito pubblico Il debito pubblico italiano ha raggiunto a luglio il livello di 1

Anno VII – Trecentoquarantesima settimana Dal 13 al 20 settembre 2010

Debito pubblico Il debito pubblico italiano ha raggiunto a luglio il livello di 1.838,296 miliardi di euro, il più alto di sempre. Se volessimo tradurlo in lire – e ammettendo lo stesso cambio di dieci anni fa, cioè 1936,27 lire per un euro – dovremmo scrivere in cifre un numero pari a tre milioni e mezzo di miliardi, una stringa con quindici zeri. Le entrate tributarie sono nel frattempo calate, rispetto al 2009, del 3.4% (fonte Banca d’Italia).

Papa La visita del Papa a Londra ha avuto momenti drammatici. Prima l’accoglienza assai critica dei giornali, poi l’arresto di sei algerini sospettati di volerlo ammazzare (sono stati rilasciati domenica con l’ammissione che non erano in grado di far del male a nessuno), quindi le contestazioni per gli abusi dei preti pedofili con tanto di corteo di diecimila persone da Hyde Park a Downing Street (e cartelli tremendi, tipo: «Il papa è il boss della più larga gang di molestatori sessuali del pianeta»), infine l’incontro con quattro donne e un uomo di 40-50 anni che furono nell’infanzia violentati in chiesa da sacerdoti. Insieme ai cinque, in una stanza della Nunziatura londinese, Benedetto s’è messo a piangere, «riconosco la vergogna e le umiliazioni che tutti abbiamo sofferto a causa di questi peccati», «provo dolore e vergogna», «questi crimini sono inqualificabili», «collaboreremo con la società civile e consegneremo alla giustizia i sacerdoti accusati». Il viaggio però – il primo nella storia in cui il Pontefice è andato nel Regno Unito come capo di Stato – è stato alla fine un successo. Ad Hyde Park, luogo della veglia di sabato, si sono affollate centimila persone, gli applausi al passaggio nelle strade non sono mancati, bene l’incontro con la regina all’inizio («Santità, non le hanno assegnato una macchina troppo piccola?») e pentimento finale dei quotidiani. Uno per tutti, il Daily Telegraph: «Lo avevamo sottovalutato». In Inghilterra Benedetto ha cercato l’alleanza della chiesa anglicana contro quelle che considera le pesti dei nostri tempi: il relativismo, il laicismo, la società senza Dio. Anche se i sondaggi dicono che, per l’85% degli intervistati, la storia dei pedofili ha danneggiato in modo permanente la Chiesa, l’operazione dovrebbe essergli riuscita.

Adro Nella cittadina di Adro, provincia di Brescia, è stato aperto un magnifico plesso scolastico, grazie al contributo volontario dei cittadini (lo Stato non ha messo un centesimo). Però la scuola è stata intitola a Gianfranco Miglio, già ideologo della Lega. E va bene. E però sono stati pure incisi, in tutti gli spazi liberi disponibili, tanti soli delle Alpi, cioè il simbolo elettorale della Lega, e questo ha provocato parecchie proteste, prima di tutto, si capisce, dall’opposizione. Alla fine, dopo una settimana di tira e molla, è intervenuto il ministero intimando di togliere i soli. Il sindaco, Oscar Lancini, ha invano sostenuto che quello è il simbolo del Paese da quattro secoli. Gli stessi vertici della Lega gli hanno detto pubblicamente: «Hai esagerato». Lancini alla fine ha fatto capire di non ritenere sufficiente l’intimazione del ministro. Leverà i soli – dice - solo se glielo chiederà Bossi.

Politica L’aggiornamento politico è questo:
Sul lato sinistro: Veltroni ha fatto sottoscrivere a 75 parlamentari un suo documento di critica a Bersani. Bersani s’è infuriato e tutti gli altri hanno detto che non è questo il momento di dividere il partito. Molti credono che l’ex segretario uscirà del Pd per dar vita a una formazione sua. Altra interpretazione: Veltroni si prepara in qualche modo a essere di nuovo il candidato premier della sinistra quando sarà il momento delle elezioni.
Sul lato destro: mentre un gruppetto dell’Udc sta per passare sotto le insegne del Pdl, è in via di costituzione, per iniziativa di Gianfranco Miccichè, un nuovo partito a destra, di impronta meridionale (“Partito del popolo siciliano”). È opinione generale che la partita elettorale si giocherà sul federalismo, cioè sul voto del Mezzogiorno. Berlusconi è andato a Taormina, alla festa de La Destra, e poi ha partecipato telefonicamente alla festa di Noi Sud (Summonte, provincia di Avellino). Il premier è sicuro che il 28 settembre, quando si voterà la fiducia sui suoi famosi cinque punti, il governo avrà i famosi 316 voti che certificherebbeo la maggioranza assoluta alla Camera. Casini giura di no.

Afghanistan In Afghanistan, per le elezioni della Camera bassa, ha votato il 40% degli aventi diritto, nonostante le minacce e le incursioni dei talebani (17 morti). Staffan de Mistura, inviato dell’Onu, lo considera un successo: ««Nelle passate legislative gli incidenti erano stati 340, oggi 300, le liste sono state pubblicate un mese fa e l’altra volta appena due giorni prima del voto, anche i talebani hanno votato per sostenere i loro uomini, il 48 per cento dei candidati è giovane, 398 erano donne e c’erano molte donne anche tra gli osservatori, ho visto molti volti femminili scoperti in mezzo a tanti veli». Durante la partita di serie B, Livorno-Portogruaro, un gruppetto di ultrà ha fischiato il minuto di silenzio in memoria di Alessandro Romano, l’ultimo caduto italiano in quel paese (il resto dello stadio ha però coperto i fischi con gli applausi).

Svezia Preoccupazione perché alle elezioni svedesi il partito razzista Sverige Demokraterna (Democrazia svedese) ha superato la soglia di sbarramento, prendendo una ventina di deputati e impedendo al vincitore partito di centro-destra di avere la maggioranza assoluta. Grave sconfitta del centro-sinistra guidato da Mona Sahlin, scesa del 4%. Il vincitore Fredrik Reinfeldt (48,8% dei suffragi) dovrà formare un governo di coalizione. Dice che non imbarcherà mai i razzisti anti-immigrati. Ma l’instabilità politica è un rischio serio per un paese che finora s’è tenuto fuori dalla crisi economica (pil in crescita del 4% quest’anno).

Rom Sarkozy sta cacciando i rom dalla Francia e questo gli ha provocato una durissima reprimenda da parte del commissario alla Giustizia, Viviane Reding. Il presidente francese le ha risposto a brutto muso: «Gli zingari prenditeli te», alludendo al Lussemburgo, patria della Reding. Il governo lussemburghese è dovuto intervenire: «Va bene che l’Eliseo ha un problema con il Granducato, però non si deve esagerare» (il problema riguarda il segreto bancario e gli evasori). C’è anche stato un scontro a tavola, con urla, tra Sarkozy e Barroso. Berlusconi si è subito schierato col presidente francese: «Questo problema dei rom non è soltanto francese. Riguarda tutti i Paesi d’Europa. Bisogna dunque aggiungere questo tema al Consiglio europeo per parlarne tutti insieme e trovare una posizione comune. D’altra parte, la questione dei rom non è l’unica che si pone: c’é quella dell’immigrazione clandestina che vede l’Italia particolarmente esposta a causa dell’estensione delle sue coste. Il punto è che l’Europa non ha ancora capito che non si tratta di un problema unicamente francese o italiano, greco o spagnolo. Il presidente Sarkozy, invece, ne è pienamente consapevole. Speriamo che la convergenza italo-francese aiuti a scuotere l’Europa» (intervista al Figaro). In realtà Sarkozy ha alzato la voce soprattutto per parare la discesa verticale nei sondaggi, causata tra l’altro dalla legge che innalza l’eta pensionabile e che deve ancora passare al Senato. I sondaggi, in effetti, sono subito tornati favorevoli.