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 2010  ottobre 21 Giovedì calendario

Tutti giganti sotto canestro al bando le scarpe “dopate” - Non usate quelle scarpe, sono dopate

Tutti giganti sotto canestro al bando le scarpe “dopate” - Non usate quelle scarpe, sono dopate. Lo ha comunicato la Nba, che per la prima volta nella sua storia ha deciso di bandire un paio di calzature perché creano «un indebito vantaggio agonistico». Le scarpe sono le Athletic Propulsion Labs Concept 1 e sono dotate di una sorta di catapulta interna che secondo alcuni test svolti da Sport Illustrated garantisce balzi nove centimetri più alti del normale. Invece di costernarsi Adam Goldston, uno dei fondatori della Apl, ha accolto la notizia con un sorrisone panoramico, assicurando che è tutto vero: «Finalmente anche i giocatori di un metro e 80 potranno avvicinarsi al canestro frontalmente, come i giganti». Sul sito della ditta il modello appare entusiasticamente biffato da due scritte: «Banned by the Nba», bandito dalla Nba, e «Buy Now», cioè compratele subito. Se le calzature trampolino sono doping tecnologico, dovrebbe trattarsi di apologia di reato (sportivo), ma forse è solo un gioco dell’economia. Giusto 25 anni fa la Nba decise inizialmente di rifiutare le Air Jordan - ma per questioni dei colori, non adatti al rigido «dress code» della Lega -, diventate poi il modello di sneakers forse più fortunato della storia. Un caso? Nessun cestista della Nba oggi calza le Concept 1, e nessuno potrà farlo nella stagione 2010-11, «anche se una quarantina di giocatori, di cui non posso fare il nome, ci aveva già contattato», ha gongolato Goldston, uno che l’oro ce l’ha nel cognome e che probabilmente conta di accumularne altro con i frequentatori di playground più bassini e rosiconi. Il doping dell’attrezzatura del resto è diventato l’ultima frontiera di uno sport eticamente debilitato che tenta di annullare con ogni mezzo la grazia del talento. Una lunga rincorsa. Negli Anni 70 la famosa «racchetta spaghetti» a doppia incordatura, che produceva effetti, fu bandita dal tennis dopo la vittoria di Ilie Nastase ad Aix-en-Provence. Poi sono arrivate le biciclette «lavatrice» di Graeme Obree e Francesco Moser, le scarpette per maratoneti Spira, con la suola a molla stile Dinamite Bla (bocciate dalla Iaaf), i famigerati costumi high tech che per lunghe stagioni hanno trasformato i nuotatori in catamarani e prodotto record ogm, le magliette all’ozono per tonificare i rugbisti, le calze linfodrenanti (escluse dalla Federciclismo mondiale) e mille altri aiutini tecnologici, senza parlare delle molto discusse protesi di Oscar Pistorius. La Head del resto ha appena annunciato di aver creato un modello di sci (legale) dotato di Kers, come le monoposto di F1, e ormai non resta che chiedersi per quanto tempo ancora ci sarà bisogno di un corpo umano, per far funzionare lo sport.