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 2010  ottobre 21 Giovedì calendario

L’Europa vota la famiglia. Congedi anche per i papà - Due settimane a casa con il figlio neonato, senza dover chiedere permessi speciali e con lo stipendio intonso

L’Europa vota la famiglia. Congedi anche per i papà - Due settimane a casa con il figlio neonato, senza dover chiedere permessi speciali e con lo stipendio intonso. Il Parlamento europeo vuole che anche i padri abbiano pieno diritto al congedo nel momento in cui in casa arriva un nuovo erede, è una novità per molti Paesi e certamente per l’Italia. Le donne, invece, potranno usufruire di almeno venti settimane a retribuzione invariata, soglia inferiore rispetto ai cinque mesi garantiti nel nostro Paese, ma più alta rispetto a molti altri, ad esempio la Germania. La decisione è frutto del voto in prima lettura pronunciato ieri. Non sarà facile confermarla, come avverta la commissaria per i diritti personali, Viviane Reding: «E’ una decisione ambiziosa, non sarà facile trovare un compromesso coi governi». A Strasburgo è stata la festa della mamma e del papà, per una volta concentrate nello stesso giorno. La relazione sul congedo parentale, destinata a modificare una direttiva del 1992, è passata con 390 voti a favore, 192 contrari e 59 astenuti. La versione che emerge dall’emiciclo alsaziano è più favorevole di quella presentata dalla Commissione Ue, che - applicando una formula più gradita al Consiglio - aveva suggerito di portare il termine per le madri da 14 a 18 settimane. Gli eurodeputati hanno fatto di più, sono saliti a venti. Hanno compiuto una scelta sociale che, in tempi di crisi e di manovre restrittive, molti ministri del Tesoro europei avrebbero preferito evitare. Tanto che l’emendamento che innalza la soglia minima di permesso per le mamme è passato per appena 7 voti. Il testo approvato introduce regole minime a livello europeo. Gli Stati restano liberi di varare o mantenere i regimi di più favorevoli alle lavoratrici di quelli previsti dalla direttiva. Le lavoratrici in congedo di maternità, spiega una nota del Parlamento, dovranno percepire il 100% dell’ultima retribuzione mensile o della retribuzione mensile media. La proposta della Commissione invece prevedeva il pagamento completo solo nelle prime 6 settimane di congedo. «Congedi più lunghi sono previsti per le madri adottive, la nascita di bambini con handicap o per parti plurimi - precisa l’eurodeputata Silvia Costa (Pd) - E la norma vale anche per le lavoratrici autonome e le colf». Svolta controcorrente in questi tempi di rigore. Lo è ancor di più per quanto riguarda il ruolo degli uomini. Ci sono state parecchi opposizioni nel corso del dibattito, poi è passata la linea più favorevole. «Gli Stati membri dovranno garantire ai padri il diritto a un congedo di paternità remunerato di almeno due settimane, durante il periodo di congedo di maternità». E’ una formulazione che porterà accesi dibattiti in Consiglio, sede in cui si esprimono i governi. Nel testo approvato anche un’ovvietà. E’ proibito il licenziamento delle donne dall’inizio della gravidanza fino a almeno il sesto mese dopo la fine del congedo di maternità. Allo stesso modo si afferma che le lavoratrici debbano poter tornare al loro impiego precedente, o a un posto equivalente, con la stessa retribuzione, categoria professionale e responsabilità che avevano prima del lieto evento. Sembra una banalità, eppure la cronaca rivela che non sempre avviene così. Troppo spesso diventare mamma e perdere il lavoro sono esperienze che finiscono per coincidere.